Guido Ruotolo per la Stampa
SaadiL' appuntamento era fissato per i giorni della «collera», il 17 e 18 febbraio. Anche a Tripoli, come a Tunisi, Facebook e Internet erano diventati un veicolo straordinario di comunicazione. E il vento della protesta era arrivato anche in Libia. La scintilla che porterà alla rivolta contro il regime scocca però due giorni prima della scadenza.
L'avvocato Fathi Terbil, che difende i familiari di alcune delle vittime del massacro nel carcere di Abu Salim, a Tripoli, viene arrestato il 15 febbraio. Quella strage chiede ancora giustizia. Ad Abu Salim erano detenuti 1200 oppositori religiosi. Un giorno, nel 1996, viene uccisa una guardia carceraria.
Gheddafi_saadiTutti i detenuti vengono radunati nel cortile: l'assassino si deve consegnare. Nessuno parla. È una carneficina: gli agenti aprono il fuoco all'impazzata. Nessun sopravvissuto tra i detenuti.
I familiari delle vittime, clienti dell'avvocato, protestano - siamo alla sera del 15 febbraio - per l'arresto di Terbil, lanciando slogan contro Gheddafi, chiedendo la scarcerazione dell'avvocato dei diritti civili. Il corteo viene attaccato dalle forze di polizia. Due, tre morti e tanti feriti. Il giorno dopo, i funerali delle vittime. Per arrivare al cimitero, bisogna passare davanti alla sede di quella che da noi è la questura. Davanti all'edificio, gli sbirri sparano.
GHEDDAFI giannFlashback. Indietro nel tempo, all'estate 2000. Il calciatore Saadi, uno dei figli di Gheddafi, gioca nella squadra di Tripoli. Bengasi contro Tripoli. La sfida rischia di far fare una figuraccia al leader, perché la squadra di Saadi sta perdendo 1 a 0. Ci pensa l'arbitro a fare giustizia, assegnando due rigori inesistenti e convalidando una terza rete in palese fuorigioco alla squadra di Tripoli. I giocatori del Bengasi vogliono abbandonare il campo, ma gli uomini della sicurezza costringono li a desistere dalla clamorosa protesta.
Gheddafi mani insanguinateDopo un paio di settimane il Bengasi va giocare contro la squadra della madre di Saadi, Al Bayada. Stesso copione di Bengasi. Proteste e polizia che spara. Il giorno dopo, come gesto di disprezzo, vaga per Bengasi un somarello con la scritta sulla groppa: «Saadi». La povera squadra del Bengasi viene cancellata dal campionato, la sede distrutta da bulldozer, diversi tifosi arrestati e condannati a morte. La Cirenaica viene penalizzata dal regime: nessuna risorsa pubblica viene stanziata. Per quella regione vige un rigido embargo.
aereo francese su bengasiTorniamo all'oggi. Scoppia la rivolta per l'arresto dell'avvocato e Tripoli chi manda a Bengasi a trattare? Saadi, il calciatore della partita truccata. Il figlio del leader viene circondato in albergo ed è costretto a scappare in caserma. Arriva una brigata di 1500 fedelissimi per salvarlo. È una strage, quel giorno si contano 232 morti. Saadi salta su un elicottero e vola a Tripoli, mettendosi in salvo. Il popolo saccheggia le caserme, fa scorta di armi e munizioni. La Cirenaica si incendia.
bengasi - colpito aereo dei ribelliAnche a Tripoli si spara. Ma i rivoltosi non riescono a prendere armi e munizioni, a conquistare carri armati o tank. E la repressione dei miliziani, dei lealisti, è spietata: centinaia di arresti e decine di vittime. Passano con i ribelli Zawiah, roccaforte storica religiosa, e Misurata, che è rimasta una città beduina. Da quel 16 febbraio ad oggi, i morti della guerra di liberazione sono tra 1000 e 1100.
Questo fino ad oggi, data in cui Gheddafi ha cercato di riconquistare Bengasi e l'«alleanza dei volenterosi», rispettando le risoluzioni Onu, è entrata in azione.
bengasi - colpito aereo dei ribelliIl regime di Gheddafi è finito il 27 febbraio, giorno in cui le Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione numero 1970, che congela i beni all'estero della Libia e della famiglia Gheddafi e impone l'embargo delle importazioni delle armi. Chiusi i pozzi petroliferi, bloccati i conti correnti all'estero, impedito l'arrivo di merci, ritirati i passaporti a Gheddafi, ai suoi figli e agli uomini più compromessi del regime, la Libia del leader è con l'acqua alla gola. Per il Colonnello la prospettiva è quella della fuga da clandestino in Niger, Mali, Ciad. O Zimbabwe. Il suo futuro politico è segnato per sempre.
tripoliAdesso è il tempo delle armi, della conquista della libertà per il popolo libico.
La Cirenaica liberata si è data una forma di autogoverno: il Comitato nazionale libico, Cnl. È un organismo transitorio che rappresenta i libici del fare, quella popolazione che ha impugnato le armi, che combatte. Tra loro, certo, ci sono anche religiosi, non ancora Al Qaeda, che potrebbe arrivare, se la crisi si dovesse allungare ulteriormente nel tempo.
La crisi nasce dall'interno di un regime al potere dal 1969. Diversi esponenti del Cnl fino a ieri avevano portato avanti quel programma di riforme annunciato in questi anni da uno dei figli del leader, quel Saif el Islam rivelatosi oggi uno dei maggiori responsabili della repressione. La filiera dei diplomatici, dall'ambasciatore all'Onu Shalgam all'ambasciatore a Roma Hafed Gaddur, si è dichiarata pronta a «servire il popolo libico».
Posti di Blocco a TripoliAnche Tripoli, silente in questi giorni, è pronta a fare la sua parte. Il dopo Gheddafi è tutto da scrivere. I punti fermi: democrazia e unità nazionale.