Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

MINZO STAI MANZO! - LE NOTE SPESE FINISCONO ALLA PROCURA DI ROMA: 86MILA € SPESI IN 15 MESI, SPESSISSIMO NEI WEEKEND E DA LOCALITÀ ESOTICHE, CONFIGURANO REATI DI PECULATO, TRUFFA E INFRAZIONI FISCALI VARIE - L’AUGUSTO DIRETTORE REPLICA AL CONSIGLIERE RIZZO NERVO (CHE CHIEDE UNA PROCEDURA DISCIPLINARE): \"Tutte le sue iniziative sono frutto della sua incommensurabile faziosità. A tanta faziosità è necessario rispondere con un’iniziativa altrettanto clamorosa\" (MA NON DICE QUALE)...

Previous: 1- E LO CHIAMANO GOSSIP! UNA PAPARAZZATA SU AMBRA CHE SI SBACIUCCHIA L’ATTORE PIER GIORGIO BELLOCCHIO SCATENA UN BORDELLONE TRA \"CHI\", \"IL FATTO\" E \"LIBERO\" 2- ALFONSINA LA PAZZA NON SOLO SI SPARA IL SERVIZIO SULLE CORNA MA SVELA, PER FILO E PER SEGNO, I TENTATIVI DI AMBRA (\"HO FATTO UNA “CAZZATA”. AIUTAMI!\") PER FERMARLO 3- \"IL FATTO\" S’INALBERA: \"UN SERVIZIO COMPRATO è UN SERVIZIO PUBBLICATO. IL DISCORSO DI SIGNORINI è INECCEPIBILE. MA C’È UN PARTICOLARE: LA REGOLA VALE PER AMBRA E NON PER ALTRI: DA MARINA A BARBARA BERLUSCONI, DA PIERSILVIO ALLA TOFFANIN\" 4- \"LIBERO\" INTERVIENE CON UN GRAFFIO: \"AMBRA SAREBBE STATA COLPITA DALLA RIVISTA VICINA AL CAV PERCHÉ HA PRESO LE DISTANZE DAL PREMIER, SCENDENDO IN PIAZZA E ADDIRITTURA PARTECIPANDO AD \"ANNOZERO\". QUANDO SI DICE LA PARANOIA\" 5- INFINE ARRIVA IL MARITO FRANCESCO RENGA: \"AMBRA NON C’È PERCHÉ NON STA BENE. SEPPUR QUESTA MATTINA QUALCHE SCIACALLO HA TENTATO DI ROVINARE LA NOSTRA STORIA\" 6- PAPARAZZO A DAGO: \"IL SERVIZIO HA AVUTO INIZIO MOLTO PRIMA CHE LEI ACCETTASSE L’INVITO DI ’ANNOZERO’, AVENDO SUBDORATO QUALCOSA CHE NON ANDAVA NEL SUO MENAGE CON RENGA\"
$
0
0

1 - INDAGINE SU MINZOLINI - LA PROCURA DI ROMA VUOLE FARE LUCE SULLE SPESE IN RAI DEL DIRETTORISSIMO NON AUTORIZZATE: 86 MILA EURO IN 15 MESI
Marco Lillo e Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"

AUGUSTO MINZOLINI

La Procura di Roma ha aperto un'indagine sul direttore del Tg1 Augusto Minzolini per le sue "spese di rappresentanza" non autorizzate con la carta di credito della Rai: roba da almeno 68 mi-la euro in 15 mesi.

In due settimane gli uomini del Nucleo Provinciale della Guardia di Finanza, su mandato del procuratore aggiunto Alberto Caperna (titolare anche dell'inchiesta Rai-Agcom), hanno visitato tre volte i piani alti di Viale Mazzini 14 per acquisire tutta la documentazione necessaria: i verbali del Consiglio di amministrazione della Rai, gli atti dell'indagine interna condotta dal direttore generale Mauro Masi, la ricevute della carta di credito di Minzolini, i fogli di viaggio delle sue trasferte e così via. Accertamenti sono stati già svolti dalle Fiamme Gialle anche presso la Deutsche Bank, che ha emesso la carta di credito.

L'indagine è iniziata meno di un mese fa, prima che Antonio Di Pietro, in base alle notizie uscite sul Fatto quotidiano e su altri giornali, presentasse un esposto in Procura contro Masi e Minzolini. Prima dei magistrati penali, intanto, si era mossa la Corte dei Conti, che alle prime notizie di stampa aveva avviato un'inchiesta per danno erariale. Al momento il fascicolo della Procura di Roma è aperto a "modello 45", quindi Minzolini non è stato ancora iscritto nel registro degli indagati ("modello 21").

Ma la Guardia di Finanza, sul caso della sua carta di credito, ipotizza tre possibili reati: peculato aggravato, truffa aggravata ai danni della Rai ed eventuali infrazioni fiscali. Sul peculato, cioè l'indebita appropriazione di denaro o altri beni pubblici da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, esistono illustri precedenti, confermati anche in Cassazione, sulla qualità di "incaricati di pubblico servizio" dei dirigenti e dei direttori Rai.

masi

E pure sul binomio truffa-peculato c'è il caso dell'ex sindaco di Bologna, Flavio Delbono, che ha appena patteggiato la pena per entrambi i reati, proprio per aver pagato con la carta di credito della Regione Emilia Romagna alcune spese private.

Quanto ai possibili reati fiscali, l'ipotesi nasce da un clamoroso autogol di Masi. Il quale, appena scoppiò lo scandalo Minzolini, si affrettò a dichiarare in Cda che la carta di credito aziendale era stata concessa al direttore del Tg1 a titolo di benefit compensativo per l'assunzione in esclusiva. Poi, resosi conto dello scivolone, si precipitò ad autosmentirsi.

Ma le sue piroette hanno insospettito gli investigatori, i quali vogliono ora accertare l'eventuale esistenza di un benefit occulto che, se confermato, aggirerebbe le norme tributarie e configurerebbe un reato fiscale, sia a carico di Minzolini, sia a carico del vertice Rai.

Il peculato, secondo gli investigatori, potrebbe derivare dall'uso continuato della carta di credito per spese non autorizzate dall'azienda, come risulta dalla stessa indagine interna disposta da Masi: centinaia e centinaia di "strisciate" nelle località più disparate, da Venezia a Marrakech, da Istanbul a Dubai, anche per importi minimi di uno o due euro (Minzolini guadagna 550 mila euro l'anno, ma pare che usasse la carta anche per caffè, brioches e cappuccini), anche quando il Direttorissimo risultava regolarmente in ufficio a Roma.

RIZZO NERVO

Quasi sempre, la carta esauriva il credito massimale di 5200 euro mensili, e Minzolini chiedeva a Masi l'autorizzazione a sforare per altre migliaia di euro, 18 mila in totale (viene persino il dubbio che le spese che Masi ha detto di aver autorizzato fossero gli sforamenti dal massimale mensile della carta, non le singole trasferte). In dettaglio: su 86.680 euro usciti dalla carta di Minzo fra il luglio del 2009 e l'ottobre del 2010, è stato lo stesso direttore generale ad ammettere di averne autorizzati solo 18 mila.

Il che significa che 68 mila e rotti sono il quantum del possibile peculato. Che chissà a quanto ammonterebbe oggi se a dicembre Masi non si fosse deciso a ritirare la bollente credit card al suo protetto dalle mani bucate. Anche l'ipotesi di truffa nasce dai risultati dell'inchiesta aziendale e riguarda le insanabili contraddizioni che emergono incrociando le date delle "strisciate" della carta da località esotiche e i fogli di presenza di Minzolini.

Nei 15 mesi in cui la carta è rimasta attiva, su 220 giorni lavorativi, in ben 129 (oltre la metà) Minzolini risultava in trasferta. E, su un totale di 56 "missioni" fuori sede, solo di 11 avrebbe indicato lo scopo (tant'è che Masi, messo alle strette dal consigliere Nino Rizzo Nervo, dichiarò al Cda che le altre le aveva autorizzate lui in camera caritatis, in quanto erano "missioni riservate": roba da servizi segreti).

Masi e Garimberti

E ben 40 trasferte si svolsero, curiosamente, nei weekend o a ridosso dei fine settimana, sempre in amene località turistiche. Resta da capire, e anche di questo si occupa la Finanza incrociando le registrazioni e i conti degli hotel con le strisciate della carta, se Minzolini fosse solo o accompagnato, e chi eventualmente pagasse le spese degli eventuali accompagnatori.

Non basta: sono circa 20 i giorni in cui Minzolini risulta regolarmente presente a Roma, mentre la sua carta si attiva ripetutamente all'estero. A Marrakech in coincidenza con le penultime vacanze di Capodanno (29 dicembre 2009-3 gennaio 2010) e a Dubai nel week end di Pasqua 2010. Un caso di ubiquità, oppure una possibile truffa. Minzolini si è sempre difeso dicendo: "Non c'è altro che pranzi di lavoro, punto".

Ma il confronto con le spese degli altri direttori di tg è impietoso: a fronte dei suoi 86 mila euro in 15 mesi, il direttore del Tg2 Mario Orfeo non ha superato i 6 mila. Resta da capire perchè Masi, nonostante le sollecitazioni di alcuni consiglieri dell'opposizione, dopo l'indagine informale non abbia mai attivato ufficialmente l'Audit Rai, per procedere disciplinarmente contro il Direttorissimo e far restituire all'azienda i 68 mila euro non autorizzati.

Carlo VERNA

I maligni insinuano che l'inazione del direttore generale dipenda dal timore di ripercussioni sull'indagine contabile, e ora anche di quella penale, di cui i vertici Rai, dopo le ripetute ispezioni delle Fiamme Gialle, sono al corrente da due settimane: se Minzo restituisse il malloppo, il suo gesto potrebbe essere inteso come un'ammissione di colpa e, implicitamente, andrebbe a discapito anche della posizione di Masi, che potrebbe essere accusato,almeno in sede contabile, di omesso controllo.

2 - RIZZO NERVO, APRIRE PROCEDURA DISCIPLINARE SU MINZOLINI...
(ANSA)
- "Immediata apertura della procedura disciplinare; predisposizione di una relazione della Direzione Internal Auditing; valutazione del Comitato Etico sull'opportunità, come è avvenuto in passato, della sospensione cautelativa dalle funzioni del dipendente coinvolto in indagini giudiziarie; costituzione della Rai come parte offesa già nella fase preliminare dell'inchiesta penale".

Lo chiede in una lettera al presidente della Rai, Paolo Garimberti, il consigliere di minoranza Rai, Nino Rizzo Nervo, in merito alle spese sostenute dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini, con la carta di credito aziendale, dopo la pubblicazione su Il Fatto Quotidiano della notizia che la Procura di Roma ha avviato un'inchiesta penale sul caso. Rizzo Nervo, ricordando che "la Corte dei Conti aveva aperto sugli stessi fatti un'istruttoria" e che "nonostante le sollecitazioni del collega Giorgio Van Straten e mie la direzione generale non ha mai attivato le procedure ordinarie", sostiene in particolare che "giovedì prossimo il Consiglio di amministrazione dovrà informare il Direttore Generale che non può più sottrarsi dall'attivare le normali procedure e la prassi aziendale".

Secondo Rizzo Nervo, "la delicatezza della vicenda è stata sinora sottovalutata anche sotto l'aspetto della lesione dell'immagine aziendale". Il consigliere propone inoltre "una modifica organizzativa sulla dipendenza funzionale dell'Internal Auditing".

MARIO ORFEO

"Il suo ambito d'azione in tutte le società si è nel tempo ampliato - spiega Rizzo Nervo -. Per questi motivi in molte società la dipendenza funzionale è sottratta al cosiddetto "Capo azienda" ed affidata al Presidente e/o al Comitato di controllo interno e/o al Collegio dei sindaci. Così é oggi ad esempio all'Enel, all'Eni e alle Ferrovie dello Stato. Alla luce di come si è sviluppato il caso Minzolini, una modifica organizzativa in tal senso in Rai la ritengo non solo opportuna ma anche urgente".

3 - MINZOLINI, RIZZO NERVO FAZIOSO,PRONTA RISPOSTA CLAMOROSA...
(ANSA)
- "Tutte le iniziative di Rizzo Nervo sono frutto della sua incommensurabile faziosità. A tanta faziosità è necessario rispondere con un'iniziativa altrettanto clamorosa". Lo dichiara all'ANSA il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, replicando alla lettera trasmessa dal consigliere Rai, Nino Rizzo Nervo, al presidente Paolo Garimberti, dopo la notizia dell'apertura di un'inchiesta sulle spese con carta di credito "L'argomento delle cosiddette 'note spese' è stato posto a più riprese in Rai dal consigliere Rizzo Nervo - afferma Minzolini -. Lo stesso Rizzo Nervo lo ha fatto rimbalzare su Il Fatto Quotidiano.

L'Idv (nuovo partito di riferimento del suddetto consigliere) ha presentato un esposto alla procura di Roma. L'obiettivo di Rizzo Nervo, però, non sono mai state le note spese. Come ha confidato ad un altro consigliere di opposizione alla vigila del 14 dicembre, cioé del giorno in cui secondo i desideri di qualcuno si doveva aprire quella crisi di governo che poi non c'é mai stata, la questione è un'altra: 'non ci possiamo permettere - e' il discorso che ha fatto in quell'occasione - di avere Minzolini al Tg1'. Insomma tutte le iniziative di Rizzo Nervo sono frutto della sua incommensurabile faziosità. A tanta faziosità è necessaria rispondere con un'iniziativa altrettanto clamorosa".

AUGUSTO MINZOLINI

4 - USIGRAI, SU MINZOLINI INERZIA AZIENDA INACCETTABILE...
(ANSA)
- "L'iniziativa del consigliere di amministrazione Nino Rizzo Nervo rompe un silenzio assordante ovvero un'inerzia inaccettabile da parte dell'Azienda intorno al caso delle note spese di Augusto Minzolini". Lo afferma il segretario Usigrai, Carlo Verna, commentando la lettera inviata da Rizzo Nervo al presidente della Rai, Paolo Garimberti.

"Dove sta il controllo interno di legalità? - prosegue Verna - Che ha fatto la Rai finora mentre le procure della Corte dei Conti e poi finanche quella della Repubblica si muovevano? Fino a quando dovremo sopportare che procedimenti disciplinari si aprano solo su piccole inadempienze di chi non gode di adeguate protezioni? Su Minzolini chiediamo che si valuti l'opportunità anche di un altro procedimento legato alle motivazioni con cui i giudici di secondo grado hanno stigmatizzato che la rimozione di Tiziana Ferrario dalla conduzione del Tg1 delle 20 sia stata caratterizzata da intendi ritorsivi".

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles