1 - L'EDITORIALE DI MARCO DEMARCO, DIRETTORE DEL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO...
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2011/15-marzo-2011/croce-fonti-autorevoli-savianoecco-perche-caso-non-affatto-chiuso-190227312941.shtml
2 - CASAMICCIOLA PER SAVIANO
Carlo Tarallo per Dagospia
Il metodo storiografico croce e delizia di Roberto Saviano: la polemica tra Marta Herling, la nipote di Benedetto Croce, e il telescrittore, è un caso "non chiuso". Almeno per il direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco, che oggi dedica un editoriale all'argomento: è stato il "Cormezz" infatti a ospitare la lettera della Herling, che senza mezzi termini ha accusato lo scrittore di avere operato "una mistificazione della storia e della memoria", raccontando i tragici momenti del terremoto di Casamicciola del 1883 quando Benedetto Croce, all'epoca 17enne, vide morire davanti ai suoi occhi il padre Pasquale, la madre Luisa e la sorella Maria.
Benedetto Croce"Per molte ore il padre gli parlò, prima di spegnersi. Gli disse: Offri centomila lire a chi ti salva": questo il passaggio più contestato. Per la nipote di Croce, Roberto Saviano ha tratto questa ricostruzione "dalla sua mente di profeta del passato e del futuro, di scrittore la cui celebrità meritata con la sua opera prima, è stata trascinata dall'onda mediatica e del mercato editoriale, al quale è concesso di non verificare la corrispondenza fra le parole e fatti, o come insegnano gli storici, fra il racconto, la narrazione degli eventi, e le fonti, i documenti che ne sono diretta testimonianza".
ROBERTO SAVIANO CON IL SUO QUADRO BY PERICOLISaviano ha risposto attraverso un'intervista a Enrico Mentana: "Sono molto dispiaciuto per questa polemica - ha spiegato - e che Marta Herling abbia frainteso. Non ho mai parlato di mazzette, mai in tutto il monologo. Ho visto un po' di malafede in questa polemica". Saviano ha mostrato come fonte un articolo di "Oggi" del 13 aprile 1950, a firma di Ugo Pirro, "uno dei più grandi sceneggiatori europei, due volte candidato all'Oscar". Un articolo in cui è riportata la testimonianza di un cronista napoletano che riportò la famosa frase sulle 100.000 lire attribuendola allo stesso Croce.
Partita chiusa? No: Marco Demarco, infatti, riconduce la questione sul piano storiografico, e va diretto al punto: quanto è attendibile la fonte di Ugo Pirro? E già perché Saviano non cita lo sceneggiatore come fonte diretta, ma indiretta: a sua volta infatti Ugo Pirro riporta a sua volta un'altra testimonianza, questa volta di un anonimo "cronista napoletano", che avrebbe raccolto i ricordi dello stesso Croce. Una fonte anonima.
Marta Herling"Se il mondo - esordisce Demarco - si dovesse dividere in due, da una parte gli amici di Saviano e dall'altra i nemici, io non avrei dubbi: come ho già detto mille volte, starei con i primi. Ma vivaddio non siamo ancora a questo punto e dunque mi sento sciolto da un simile dualismo. Sto con Saviano spesso, anzi spessissimo, specialmente quando guida la rivolta civile contro i poteri criminali; ma non sempre. Sulla storia di Croce, tanto per esser chiari, io sono più vicino alle posizioni di Marta Herling che alle sue".
ENRICO MENTANA"Saviano - aggiunge il direttore del Corriere del Mezzogiorno - intervistato da Mentana, dice che quel particolare sulle centomila lire offerte tra le macerie e nel vivo di una ferita personale e collettiva, non è una sua invenzione, avendolo tratto da un articolo di Ugo Pirro, scrittore e sceneggiatore autorevolissimo, apparso sul numero di Oggi del 13 aprile 1950. Il che è assolutamente vero, come i lettori del Corriere del Mezzogiorno ben sanno, giacché è stato proprio su queste colonne che Giancristiano Desiderio ha rivelato dove Saviano avesse attinto per il suo racconto.
Enrico MentanaAlmeno su questo punto, dunque, si ammetterà che la lezioncina di Saviano sulla scorrettezza dei giornalisti a tutti può essere rivolta tranne che a noi. Sta di fatto, però, che lo stesso Pirro riporta quel particolare alla stregua di una voce e la fa risalire a un giornalista anonimo che al tempo del terremoto di Casamicciola girava tra gli ospedali e intervistava i feriti.
La stessa voce, a quanto si capisce, riferita nel libro citato dal nostro lettore. Che, per la cronaca, s' intitola Disastri, Ischia come Giava, edito nel 1883, di autore anonimo. Due anonimi: il giornalista citato da Pirro e l'autore del libro. Probabilmente la stessa persona. Francamente, un po' poco per non nutrire qualche dubbio".
Enrico MentanaMa non solo: "Tanto più - aggiunge Demarco - che lo stesso Pirro ricorda che, per le vittime di quel terremoto, il Papa stanziò ventimila lire per gli aiuti più urgenti. Ripeto: ventimila, e parliamo di Leone XIII, il cui nome è legato alla Rerum novarum alla dottrina sociale della Chiesa. Possibile che il papà di Benedetto abbia invece indotto il figlio a offrire cinque volte di più e solo per salvare se stesso?
Lo ha detto Pirro, dice Saviano. E allora? E poi, perché offrire tanto? Forse per indurre i soccorritori a salvare il giovane Benedetto prima di altri? Capite quale assurdo dubbio morale pone quel particolare apparentemente così irrilevante? E capisce, Saviano, perché Marta Herling sia rimasta tanto colpita?".
99 Bibli 14 UGO PIRROFinalino per Saviano e Mentana: "Saviano ha messo tutti sullo stesso piano: la Herling, i giornalisti che hanno scrupolosamente fatto il loro mestiere e quelli che, come si dice, ci hanno invece marciato per partito preso. Ma ripeto: il mondo non si taglia a fette. E meno male. Saviano e Mentana si sono meravigliati per il fatto che i giornalisti abbiano scritto di questa vicenda senza mai consultare lo stesso Saviano. Ma come? Possibile? Prima che qualcuno avverta puzza di fango, mi chiedo: ma Saviano ha forse consultato la Herling prima di scrivere su Croce? Non mi pare".
Fin qui il nuovo (ultimo) capitolo della querelle storiografica. Per una volta, non c'è un coro di approvazione "a prescindere" su quanto afferma lo scrittore di Gomorra. Viene in mente proprio Croce: perché una volta, almeno questa volta, possiamo non dirci Saviano...