Giuseppe Salvaggiulo per "La Stampa"
Resort Stella MarisIn Campania - dove ogni giorno spuntano sedici case illegali, una su tre di quelle costruite negli ultimi dieci anni è fuorilegge e i comitati che reclamano un nuovo condono si autodefiniscono «Amici del territorio» - i casi di abusivismo edilizio non fanno più notizia. Ma quello scoperto dalla Procura di Napoli nella zona flegrea a nord del capoluogo è davvero l'abuso perfetto, un abuso al cubo: un mega villaggio turistico sul mare costruito senza autorizzazioni, ottenendo finanziamenti pubblici indebiti con fatture false e per giunta in una zona boschiva tutelata, di proprietà della Regione Campania. Un capolavoro.
Il villaggio si chiama Stella Maris, è un quattro stelle e si presenta come «una scelta attraente per i turisti alla ricerca del comfort, amanti della calda ospitalità a Napoli».
Villaggio Stella MarisAvvolto in un bosco di pini e lecci di 20 ettari con Ischia e Procida all'orizzonte, non manca di niente: ristoranti, pizzerie, centro commerciale, beauty farm, campi sportivi, spiaggia attrezzata, discoteca, sala giochi, palestra, uffici, depositi, minimarket. Tre piscine: tropicale, olimpionica e per bambini con scivoli. Bungalow tra gli ulivi per la formula residence o due alberghi, dalle garden-room alle suite. In tutto un migliaio di posti letto. Valore complessivo: 25 milioni di euro.
Peccato che fosse illegale, stando a quanto accertato dalla Procura di Napoli, che ha chiuso l'inchiesta ordinando il sequestro del complesso per ipotesi di reato che spaziano dalla lottizzazione abusiva alla truffa aggravata, dal falso materiale e ideologico alla costruzione in assenza di autorizzazioni, più vari illeciti fiscali. Tanto per cominciare, il bosco in cui sono immersi bungalow, piscine con scivoli e negozi fa parte del demanio della Regione Campania «e quindi di natura e destinazione pubblica»,come spiega la Procura.
ANTONIO BASSOLINO - Copyright PizziL'intera area, appartenuta prima all'Opera nazionale carabinieri e passata nel 1979 alla Regione, «è tuttora gravata da vincoli paesaggistici, archeologici e ambientali». Vincoli che la società che gestiva il resort aveva baldanzosamente ignorato. Secondo i magistrati, che avevano cominciato l'indagine nel 2008, «tutti i lavori edili, consistiti nella realizzazione di 108 nuovi bungalow oltre ai 185 già esistenti, erano avvenuti in assenza di ogni autorizzazione e/o licenza edilizia.
Ancor più sorprendente è stato accertare che in realtà l'intero complesso turistico era stato realizzato abusivamente». Peraltro anche le attività alberghiera, commerciale e di ristorazione erano prive di autorizzazioni amministrative e sanitarie.
CALDORO STEFANONon contenti di aver tirato su un mega villaggio turistico abusivo in una zona boschiva di proprietà pubblica, gli ardimentosi imprenditori avevano chiesto e ottenuto dallo Stato un contributo economico per completare l'opera. E proprio dagli accertamenti sul finanziamento pubblico è partita l'inchiesta giudiziaria. Secondo gli inquirenti, la società Stella Maris ha percepito indebitamente attraverso fatture per operazioni inesistenti, perizie tecniche e autocertificazioni false 383 mila euro, di cui oltre 345 mila erogati, per l'ampliamento del villaggio.
Rosa Russo IervolinoIeri mattina, quando i finanzieri si sono presentati per mettere i sigilli al resort, c'erano alcune centinaia di turisti increduli, in gran parte stranieri, costretti a fare le valigie. I gestori hanno ricevuto la notizia alla Borsa Internazionale del Turismo che si sta svolgendo alla Fiera di Milano, dove avevano affittato uno stand per promuovere il villaggio, che nel 1996 era solo un camping ma aveva avuto uno sviluppo impetuoso, diventando tra i più noti del litorale campano.
«Benvenuti ad abusivopoli, dove tutto è possibile», commenta amaro Michele Buonomo di Legambiente. Questo sequestro giunge proprio nei giorni in cui governo e Parlamento stanno approvando, nel decreto milleproroghe, lo stop agli abbattimenti delle prime case abusive in Campania, già colpite da sentenza penali definitive. Un provvedimento molto controverso che potrebbe essere il prologo a un nuovo condono edilizio.