Bankomat per Dagospia
Il Governatore Draghi pare interessarsi molto, e con ragione, alla diffusione delle mafie e del malaffare che intossicano e sfruttano gangli non sempre ben presidiati del sistema economico e finanziario italiano. L'altro ha partecipato ad un convegno di Libera, di fianco a don Ciotti, parlando forte e chiaro. Anche a chi faceva finta di non sentire, secondo una arguta osservazione dello stesso don Ciotti che abbiamo còlto poi in tv dalla Bignardi.
"La criminalità organizzata può sfibrare il tessuto di una società, può mettere a repentaglio la democrazia, frenarla dove debba ancora consolidarsi". Lo ha affermato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenendo a un dibattito sugli aspetti economici delle mafie, all'università statale di Milano. Le banche devono essere vigili e mantenere "salde difese interne" contro il possibile riciclaggio finanziario.
"La Banca d'Italia - ha detto - utilizza tutte le leve a sua disposizione per valutare e stimolare la capacità delle banche di essere vigili sul fronte del contrasto al riciclaggio. Ho più volte ricordato quanto sia fondamentale per il loro buon nome che esse mantengano salde difese interne contro il rischio di farsi strumento di riciclaggio; ogni euro speso per rafforzarle è ben speso".
Così testualmente un passaggio dell'intervento di Mario Draghi, ripreso ad esempio dal sito de Il Fatto, l'11 marzo.
Chissà cosa avrà pensato mentre diceva queste cose il Governatore. Forse ai tanti dossier ispettivi che ha sul tavolo. Forse anche alla storiella che Bankomat ha cominciato a raccontare per gli affezionati di Dagospia la settimana scorsa, dove si narra di un tal Enrico Ceci e di un certo Banco Desio. Delle dichiarazioni di questo giovane impiegato del Banco, licenziato - sostiene lui - per aver denunciato varie irregolarità in filiale proprio sull'uso dei contanti, delle cassette di sicurezza e sull'inosservanza di varie norme relative all'antiriciclaggio.
Storie da ponderare, certo, ma che il Ceci aveva ritenuto di raccontare a più riprese anche alla Guardia di Finanza che indaga su certe vicende del Banco Desio, riscontrando interesse degli investigatori agli ordini del PM di Roma Dott. Cascini. Per ora, come già si diceva, querele e fastidi il Ceci le ha avute solo dal Banco Desio, mentre gli inquirenti sembra avessero apprezzato le segnalazioni.
Chissà allora se Draghi oggi pensava alla sua piccola filiale di Parma, alla quale il Sig. Enrico Ceci dipendente del Banco Desio a Parma aveva scritto il 15 luglio del 2009, raccontando varie ed interessanti cosette. Nella quale e-mail del 15 luglio 2009, alla Signora Vignoli di Bankitalia, egli riportava una sua raccomandata precedente a Draghi stesso, nonché un vero e proprio esposto alla Banca d'Italia, datato 27 gennaio 2009. E poi altre due missive a Draghi del 27 aprile e del 9 giugno. Anche nei giorni scorsi il Sig.Ceci ha scritto in Banca d'Italia, per aggiornarla sulle sue vicende. Tutto tace per ora.
Per la verità, in precedenza il dipendente (allora) del Banco desio si era determinato a tanto avendo prima denunciato le cose per via gerarchica ai suoi capi, in filiale e poi su su fino al Collegio Sindacale della Banca, il 20 ottobre 2008.
E cosa diceva il buon Enrico Ceci, pur fra mille altre cose narrate magari con entusiasmo e veemenza tipici della giovane età: una cosa non certo banale a leggersi, se io fossi Presidente dell'organo di controllo di una Banca. "Nella documentazione da me inviata a supporto è da me testimoniata in particolare la presenza di una "falla" nel Sistema Informativo Aziendale di Banco di Desio e della Brianza che potrebbe consentire a tutte le Filiali della Banca di poter gestire dei lunghi periodi di tempo in cui la giacenza fisica afferente la valuta estera non coincide con la giacenza informatica rilevata dalla Tesoreria Centrale di Banco di Desio. Questo fatto è evidentemente di una estrema gravità e, dalle verifiche da me fatte su altri importanti Istituti di Credito, peculiarità esclusiva di Banco di Desio e della Brianza".
Chiaro che man mano il buon Ceci si sia innervosito, insospettito, incazzato. Ha detto e scritto le stesse cose a Banca d'Italia e Guardia di Finanza. Certo, nessuno di questi organismi ha doveri di risposta specifica al cittadino Ceci, se non doveri di prendere buona nota e poi procedere come la Legge e la coscienza loro indicano...
Si deve dare atto che l'Area Vigilanza di Bankitalia, da Roma, l'8 maggio 2009, ha risposto con due pagine al Ceci, non certo argomentando che erano tutte stupidaggini e che si guardasse bene dall'importunare con fandonie codesto istituto, ma dandogli atto che i fatti segnalati sono oggetto "di attento esame da parte dell'Istituto".
La vicenda intera ha incuriosito anche il senatore Elio Lannutti, quello dell'Adusbef per intenderci, che il 1 febbraio 2009 faceva una interrogazione parlamentare al Ministro Tremonti sul tema della strana vicenda del Sig. Ceci.
Una piccola considerazione per così dire "di scenario" ci sorge spontanea: il presidente del Collegio Sindacale di Banco Desio, Eugenio Mascheroni, che si vede recapitare le denunce del Ceci enrico impiegato alla filiale di Parma, aveva suo fratello Carlo Maria come sindaco supplente del Banco Desio stesso, (già curioso, no? Un collegio di famiglia...).
E questo suo fratello era anche sindaco di Arner bank, la famosa plurindagata e discussa banca svizzera, commissariata in Italia. Quella del mitico Bravetti, quella con il conto n.1 intestato a Berlusconi, quella indagata per rapporti non chiari anche con ambienti di criminalità organizzata.
Quella oggetto, inter alia, di indimenticabili attenzioni del programma Report di Milena Gabanelli su Rai3. Ecco, diciamo che i Mascheroni - scelti come sindaci dalla Famiglia Gavazzi che da sempre controlla il Desio - sono persone altolocate, che fanno parte di certi ambienti e che probabilmente non amano troppo i guai che certe "ingenue" denunce interne di qualche impiegato giovane e zelante possono comportare. Sarà per quello che non gli hanno mai risposto.
gabanelliMa essendo professionisti di livello, avranno di certo e professionalmente preso atto delle denunce attivando controlli in Banca e sensibilizzando la Famiglia Gavazzi.
Pare intanto che al Carlo Maria Mascheroni, Sindaco Supplente del Desio e fratello del (vedi Bollettino di Vigilanza n. 7 luglio 2009) Banca d'Italia abbia comminato una sanzione di 10.000 euro a causa di irregolarità per "carenze nei controlli interni" di Arner Bank.
Banco Desio è stato recentemente colpito anche dalla inchiesta del pm Fadda di Como che segue di qualche mese quella del pm Cascini di Roma. Si configura una correità di Credito Privato Commerciale (la Banca Svizzera di Banco Desio) e di Arner Bank : associazione a delinquere, riciclaggio e contrabbando di oro e preziosi.
Speriamo che i due fratelli in banco Desio siano più solerti. E speriamo che Carlo Maria lo sia anche in Banca Sella, visto che i banchieri biellesi a settembre 2010 lo hanno nominato Consigliere e membro del Comitato investimenti di Banca Patrimoni Sella & c. Ma il comunicato stampa del Gruppo Banca Sella descrive il curriculum di Mascheroni omettendo la carica e l'infortunio in Banca Arner.
Chissà intanto che riunioni a casa Gavazzi per prendere misure rapide di maggior controllo al Banco Desio e rendersi rapidamente e meglio "compliant", come si dice in gergo, insomma mettersi in riga verso la Bankitalia di Draghi e la sua severità di controllo.
Comunque a Bankitalia la situazione del Desio sarà ben nota anche da altre fonti. Ad esempio, così scriveva la Reuters il primo aprile 2010, e non è un pesce d'aprile: "Milano, 1 aprile (Reuters) - Quattordici persone -- tra cui cinque funzionari del Banco Desio accusati di aver architettato un sistema per aiutare i clienti a trasferire all'estero somme guadagnate in nero -- sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per riciclaggio ed evasione fiscale internazionale.
Ne danno notizia le Fiamme Gialle, mentre non è stato al momento possibile ottenere un commento dall'istituto di credito. Gli ideatori del sistema, che la Gdf in una nota definisce veri e propri "esperti dell'alta finanza", si sarebbero mossi personalmente per raccogliere contanti in tutta Italia -- soprattutto a Roma, Milano, Firenze e Modena - e portarli in una filiale a Lugano per depositarli su conti "cifrati".
Bankomat non è un PM ma la storia del sig. Ceci e del Banco Desio appare sempre più interessante, e ci torneremo. Magari analizzando la imminente approvazione del Bilancio del Banco Desio, che ci attendiamo dia ampio riscontro agli azionisti ed al mercato circa le indagini di cui sopra. Tanto quella comasca quanto quella romana.