1 - "LE NOTIZIE LE CERCO DA ME" CRESCE INTERNET, IN CALO I TG
IL CENSIS: PER LA PRIMA VOLTA PIÙ DEL 50% SUL WEB. BOOM DEI "PALINSESTI INDIVIDUALI"
Raffaello Masci per "la Stampa"
Non mi fido dell'informazione ufficiale, le notizie me le cerco da me (con tutti i rischi del caso, beninteso). Sembra essere questo l'approccio ai mass media maturato dagli italiani, specie under 30, negli ultimi anni. Siamo a quelli che il Censis chiama - nel suo nono «Rapporto sulla comunicazione» - «palinsesti individuali», cioè un fai da te dell'informazione che sa tanto di democrazia ma che ha anche una sua intrinseca fragilità, in quanto affidarsi a Internet e ai blog può voler dire prendere per oro colato ogni notizia. Salvo poi attenderne la smentita, ma solo dopo che ha fatto il suo corso.
Comunque - rileva il Censis - «cresce l'utenza Internet, che nel 2011 sfonda la soglia del 50% della popolazione» (53,1%, +6,1% sul 2009) e che si impone come nuovo grande soggetto mediatico. Sono soprattutto i giovani a farlo progredire, ma cresce la quota anziani.
Per contro gli italiani non ne possono più dei loro Tg e dei loro talkshow percepiti come troppo contigui al potere. I giornalisti, in tutto questo, ne escono malissimo: non tanto per carenza di professionalità (sono apprezzati nell'80,9% dei casi) o di competenza (71%), quanto perché vogliono essere loro la notizia, sono cioè dei narcisi (76,3%) e parte di un sistema di potere rispetto al quale dovrebbero essere terzi.
INTERNETDa qui discende il fatto che «in una scala che va da 1 (minimo) a 10 (massimo), televisione e carta stampata non raggiungono il punteggio della sufficienza in termini di reputazione, secondo l'opinione degli italiani: 5,74 è il voto medio di credibilità della televisione e 5,95 è il voto dato ai giornali. Maggiormente credibili radio (6,28) e Internet (6,55), percepito come un mezzo più libero e disinteressato».
Ciò non toglie che 97 italiani su 100 accendono ancora la tv almeno una volta al giorno, anche se poi il 35,2% preferisce quella satellitare e un 17,8% sceglie addirittura quella via web. Si va, dunque, dal mezzo generalista verso quello di nicchia. Analogo il discorso per i Tg: sono ancora il mezzo più frequentato (80,9% degli italiani) ma in caduta libera, tant'è che tra i giovani il dato scende al 69,2%, avvicinandosi molto al 65,7% raggiunto dai motori di ricerca su Internet e al 61,5% di Facebook.
RADIO E SMARTPHONE
Se la Tv scende, la Radio non sale, ma tiene le posizioni e il prestigio: la sentono otto italiani su 10, sempre di più in auto (65,2%) e perfino via Internet (8,4%). In tempi di crisi, invece, il cellulare tradizionale (telefonate e sms) batte la fiacca: -5,5% in due anni, mentre c'è «una migrazione dell'utenza dagli apparecchi basic agli smartphone (+3,3%)».
Complessivamente i lettori sono diminuiti del 7% in due anni e la quota di italiani che si informa attraverso questi mezzi è scesa sotto la metà (47,8%), sia pur con molte differenze tra testata e testata, a indicare una forte dinamica di rinnovamento. Non vanno neppure i giornali gratis (+1,8% dell'utenza) mentre i settimanali (soprattutto quelli femminili) resistono a fatica a quota 28,5% di utenza.
webMa quello che preoccupa è il trend: mentre un 54,4% della popolazione usa più mezzi di informazione, Internet compreso, il restante 45,6% (due anni fa era il 39%) non si accosta più a nulla di cartaceo. «Si attenua il digital divide - dice il Censis - ma aumenta il press divide. I giovani vivono abitualmente in rete (l'84,6%) e sono proprio loro, con una quota del 53,3%, ad abbandonare maggiormente la lettura di testi a stampa» (nel 2009 quest'ultima percentuale si fermava al 35,8% della popolazione giovanile). Con una eccezione: il libro, che ha raggiunto il 56,2% dell'utenza, anche se in questo universo ci sono gli italiani da un libro l'anno e quelli oltre i 20.
2 - STAMPA E TV NON VI SOPPORTO PIÙ. LA METÀ DEGLI ITALIANI È WEB DIPENDENTE...
Piero Vietti per "il Foglio"
Chi la dava per spacciata, tramortita da Twitter-che-vince-le-elezioni-e-fa-le-rivoluzioni, dovrà tenersela ancora per un po'. Secondo l'ultimo rapporto del Censis/Ucsi, uscito ieri, su "I media personali nell'era digitale", la televisione è ancora il medium preferito dagli italiani, con percentuali bulgare di utilizzo del mezzo (97,4 per cento). Seguono radio, quotidiani e siti web.
IL PAPA CON L'IPADCome sempre però i numeri da soli dicono poco, e un'analisi più approfondita dei risultati pubblicati dall'istituto di ricerca svela un'amara verità: se più o meno i media tradizionali reggono (la radio addirittura aumenta il suo pubblico), la carta stampata arranca. Meno del 50 per cento degli italiani acquista un quotidiano in edicola, con un calo complessivo di lettori di quasi il 20 per cento negli ultimi quattro anni.
Lettori che non per forza vanno sul sito internet del giornale che hanno smesso di sfogliare, se è vero che le testate giornalistiche on line sono cresciute negli ultimi due anni solo dello 0,5 per cento. Per abusare di un doppio luogo comune, Internet non solo è il futuro, ma anche il presente. Già e non ancora, per dirla in modo alto. Negli ultimi anni si è superata la soglia del 50 per cento della popolazione che ha accesso alla rete, e sempre più persone usano il Web per informarsi (a discapito della carta, non di radio e tv).
WALL STREET JOURNAL SU IPADSpesso si dimentica però che se non ci fossero notizie, opinioni e fatti scritti dai giornali, navigare su Internet sarebbe come andare al luna park quando piove: tante cose divertenti ma in fondo inutili. Curiosità: i telegiornali sono ancora considerati fonti tra le più affidabili (ma al contempo la televisione, assieme alla carta stampata, è percepita come un medium poco credibile), e nelle preferenze degli italiani prima di Google viene addirittura il Televideo.
FINANCIAL TIMES SU IPADSintomo, quest'ultimo, di un'altra verità che emerge dal rapporto: l'Italia è spaccata in due, giovani e istruiti da una parte, anziani e poco istruiti dall'altra. I primi sono quelli che navigano con più facilità sul Web, sono almeno su un social network (e lo considerano "strumento di democrazia"), e non leggono un giornale nemmeno della free press.
Suona sempre più obsoleta la distinzione, per la stessa testata, tra on line e cartaceo, anche se nelle redazioni italiane è ancora sentita con forza (l'inglese Guardian ha cominciato a pensare le notizie prima per il Web e poi per l'edicola, quando succederà da noi?).
kindleLeggendo il rapporto del Censis si può dedurre che l'informazione di qualità giocherà un ruolo decisivo: in un mondo sempre connesso vincerà chi offre notizie, opinioni e spunti originali in modo veloce e non confuso; la stessa percentuale di gente che ritiene Internet strumento di libertà di espressione (83 per cento) lo considera anche un luogo pieno di spazzatura: selezionare il meglio e offrirlo ai lettori in modo nuovo e semplice può essere una strada. Senza temere di far pagare i contenuti: già oggi più del 25 per cento degli italiani lo farebbe.