1 - "COSÌ BERLUSCONI HA PORTATO L´ITALIA SULL´ORLO DI UNA GUERRA"
Francesca Caferri per "la Repubblica"
«Il governo Berlusconi ha portato un Paese che chiaramente si opponeva alla guerra il più vicino possibile allo status di Paese belligerante». L´opinione dell´allora ambasciatore americano a Roma Mel Sembler è contenuta in un cablogramma classificato come "segreto" e inviato il 5 dicembre 2003 da Via Veneto al dipartimento di Stato di Washington.
«Senza la pressione del Vaticano, la dura opposizione di parte del mondo politico e dell´opinione pubblica alla guerra e il disagio all´interno della coalizione di governo di fronte alla prospettiva dell´uso della forza, avrebbe potuto fare anche di più» continua Sembler. «Stando così le cose comunque, l´Italia, pur non avendo mandato soldati sul terreno, ha contribuito molto nell´aiutare la coalizione a vincere la guerra in Iraq».
Il documento, che fa parte di quelli ottenuti da WikiLeaks e pubblicati in esclusiva per l´Italia da Repubblica e l´Espresso, racconta il contributo italiano a sostegno dell´operazione Iraqi Freedom e il quadro politico che lo ha circondato. L´Italia è stato un eccellente alleato degli Stati Uniti nella fase di preparazione e attuazione della guerra in Iraq.
WikileaksNonostante l´opposizione della popolazione e le perplessità dell´allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, il governo di Silvio Berlusconi ha fatto l´impossibile per sostenere gli alleati americani nello sforzo bellico, forzando la mano a Parlamento e Quirinale, arrivando ad autorizzare il passaggio di armi di distruzione di massa sul territorio italiano e rendendo, agli occhi dell´ambasciata di Via Veneto, Roma «un posto eccellente dove realizzare i nostri affari politici e militari».
Sembler racconta in dettaglio le manovre messe in atto dall´ambasciata Usa per conseguire questo traguardo. «Consultazioni regolari hanno mantenuto parlamentari potenzialmente non concordi in linea» scrive il diplomatico americano. «Le autorità di pubblica sicurezza hanno evitato che gruppi di manifestanti ben determinati fermassero treni e camion carichi di materiale statunitense. Il governo ci ha concesso l´uso delle piste aeree civili di Roma e Milano per i charter che trasportavano truppe e munizioni».
1md45 mel sembler moE infine: «Il supporto logistico è stato enorme: abbiamo ottenuto quello che abbiamo chiesto riguardo l´accesso alle basi, il transito, i voli e la certezza che le truppe potessero muoversi senza problemi attraverso l´Italia per arrivare in territorio di guerra. Le piste aeree, i porti e le infrastrutture sono state messe a nostra disposizione. Il porto di Augusta, in Sicilia, è diventato una base importantissima per i rifornimenti. Più di mille missioni sono state portate a termine da Sigonella e Aviano ha sostenuto il maggiore passaggio di C-17 da combattimento in partenza dal territorio italiano della storia».
Proprio su Aviano si consumò una crisi, finora rimasta segreta, fra Berlusconi e Ciampi: il presidente, in quel 2003, era molto perplesso di fronte alle scelte del governo, che avrebbero portato l´Italia - che secondo i principi fissati dalla Costituzione "ripudia la guerra" - vicinissima a uno stato di belligeranza. Per neutralizzare il Quirinale, il capo del governo non esitò a ricorrere all´aiuto degli americani, arrivando a chiedere che l´ambasciatore scrivesse direttamente a Ciampi.
Berlusconi e PutinRiassume Sembler: «Il governo italiano con il nostro aiuto ha fatto in modo che Ciampi non mettesse in discussione la costituzionalità dell´assistenza fornita». Il diplomatico poi illustra la vicenda nei dettagli: «Il presidente aveva raggiunto un complicato patto con l´esecutivo, che prevedeva che l´Italia non fosse coinvolta in "attacchi diretti all´Iraq". Quando ha visto in televisione che la partenza della 173sima brigata aviotrasportata da Vicenza per l´Iraq era descritta come un´operazione offensiva - e quindi di combattimento ndr. - il suo primo pensiero è stato che il governo aveva violato i patti. L´esecutivo a quel punto ha lavorato a stretto contatto con noi per mettere a punto tattiche per essere certi che Ciampi non mettesse in discussione la costituzionalità della partenza dei militari e ci ha chiesto una lettera con lo scopo di fermare un possibile intervento dello stesso Ciampi».
Bradley ManningDel resto, osserva Sembler, «Berlusconi ha fatto la scelta strategica di stare dalla parte degli americani e l´ha mantenuta. Altri avrebbero potuto farsi da parte sotto la forte pressione della loro stessa coalizione: lui non l´ha fatto». Tanto forte è la scelta del primo ministro italiano, che non esita a prendere una decisione inquietante: "Quando abbiamo chiesto al governo di usare Sigonella (NAS nel documento, Naval Air Station ndr) come pista secondaria per i voli che trasportavano campioni di armi di distruzioni di massa (wmd nel documento originale: weapons of mass destruction ndr.), la nostra richiesta è stata prontamente accettata».
Questo passaggio apre uno scenario fatto di interrogativi tutti da chiarire: a quali armi di distruzione di massa fa riferimento? A quelle - poi mai trovate - che gli americani cercavano in Iraq? A campioni che gli stessi americani avrebbero trasportato per analizzare eventuali similitudini? Ad armi che gli Usa trasportarono per rispondere ad un possibile attacco chimico? E soprattutto: sono mai passate per l´Italia, senza che il Parlamento ne venisse a conoscenza, queste armi, qualunque fosse il loro uso? Di certo il documento mostra che avrebbero potuto farlo.
wikileaks-manning, analista Pentagono che ha consegnatoi i codici di accesso ad AssangeDel resto in quei mesi il governo italiano lavorò "mano nella mano" con l´esercito statunitense e con l´ambasciata di Roma. Una collaborazione che spiega il giudizio entusiasta dell´alleato con cui Sembler chiude la sua missiva.
Ma che dice anche perché negli anni successivi, come altri cablogrammi di WikiLeaks hanno già messo in evidenza, gli Stati Uniti scelsero di passare sopra ai poco chiari rapporti fra Putin e Berlusconi e alle abitudini non sempre ortodosse del primo ministro italiano: «Ci si può fidare del governo Berlusconi per quanto riguarda la gestione di complicate questioni di sicurezza» conclude Sembler. «Se ci fosse stato un altro governo, in particolare di centro-sinistra, avremmo avuto di fronte una situazione ben più complicata. L´Italia è un posto eccellente per portare avanti i nostri affari politici e militari, anche se va sempre usata una buona dose di pazienza».
2 - CRITICÒ IL PENTAGONO: WIKILEAKS IL PORTAVOCE DI HILLARY SI DIMETTE
Da "La Stampa"
Dopo 48 ore di polemiche, il portavoce del Dipartimento di Stato Philip J. Crowley ha annunciato le sue dimissioni, già accettate «con rammarico» da Hillary Clinton. Due giorni fa, parlando con gli studenti del Massachusetts Institute of Technology, Crowley aveva detto che il trattamento riservato dal Pentagono a Bradley Manning - il soldato americano considerato la principale talpa di Wikileaks - era «stupido e controproducente». Alla domanda se quella frase potesse essere citata, Crowley aveva risposto ai giornalisti: «Certamente».
Manning è detenuto in un braccio di isolamento a Quantico, in Virginia. Secondo il suo avvocato, ogni notte viene spogliato e costretto a dormire in mutande. Gli vengono inoltre confiscati gli occhiali da vista, impedendogli di vedere chiaramente, e gli è stato imposto un «grembiule antisuicidio», che lui definisce particolarmente scomodo. Secondo il Pentagono, queste sono le misure di routine per i detenuti a rischio suicidio. Venerdì, rispondendo a una specifica domanda su questo punto, Obama aveva detto: «Al Pentagono mi hanno garantito che il soldato Manning viene trattato secondo gli standard appropriati».