1- DAGOREPORT
Da "Financial Times" e "The Guardian"
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Si mette male per lo Squalo. Il ministro della Cultura inglese Jeremy Hunt, quello che aveva dato il via libera all'acquisto della piattaforma satellitare BSkyB da parte della News Corp. di Murdoch, ha inaspettatamente aperto le porte a un intervento della Competition Commission.
L'opposizione, capeggiata dal laburista Ed Miliband, lo chiede dal primo giorno in cui lo scandalo News of the World' ha assunto portata planetaria. Le pressioni politiche sono andate crescendo e venerdì scorso la Ofcom (l'autorità inglese per le telecomunicazioni) ha scritto una lettera al Governo, dicendo di considerare l'apertura di un'indagine per valutare se la News Corp. sia o meno il "soggetto idoneo" a cui affidare una licenza di broadcasting.
Tutto questo ha spinto Jeremy Hunt a inviare a sua volta una lettera alla Ofcom e all'Office for Fair Trading (Oft), chiedendo se dopo le ultime rivelazioni e la conseguente chiusura del tabloid del magnate australiano (ieri è uscito l'ultimo numero del "NotW") il loro parere in merito all'operazione sia ancora favorevole o se non considerino opportuno un intervento della Competition Commission.
A giugno, i due enti regolatori avevano dato il via libera alla vendita di BSkyB, ottenendo da Murdoch l'impegno allo scorporo di SkyNews, per garantirne l'indipendenza dal gruppo e salvaguardare la pluralità dell'informazione. Un patto che aveva permesso alla Squalo di evitare la Competition Commission, accelerando notevolmente i tempi dell'operazione.
Ora, tuttavia, la bufera che ha travolto il suo impero mediatico potrebbe in qualche modo avere una ricaduta sulla fiducia accordatagli. In sostanza, Hunt chiede ad Ofcom e Oft se considerino ancora Murdoch un soggetto affidabile, in grado di mantenere le promesse fatte.
Intanto finisce sotto accusa anche il capo del Dow Jones e consigliere storico di Murdoch, Les Hinton. È sospettato di conoscere dal 2007 le proporzioni dell'hackeraggio messo in piedi dal News of the World'. Allora Hinton, che guidava News International, il ramo britannico di News Corp., affermò che la pratica delle intercettazioni illegali coinvolgeva un solo reporter del tabloid, precisamente Clive Goodman, il giornalista specializzato nei fatti di Buckingham Palace arrestato venerdì scorso insieme all'ex portavoce di Cameron, Andy Coulson. Secondo "The Guardian", però, lui sarebbe stato tra i cinque dirigenti di News International ad aver visto un rapporto da cui emergeva già chiaramente che l'hackeraggio era di vaste proporzioni.
2 - MURDOCH A RISCHIO L'AFFARE BSKYB LA PIATTAFORMA SATELLITARE
FRONTE COMUNE LABOUR-LIBDEM: BLOCCHIAMO IL TYCOON AUSTRALIANO UN ACQUISTO DA 10 MILIARDI
Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"
La bella villa e il verde del Sun Valley, nello Stato americano dell'Idaho, sono lontani. L'ottantenne Rubert Murdoch cala con un volo privato sulla pista dell'aeroporto di Luton e si precipita al quartier generale di News International a Wapping, l'Est londinese, poi nella sua casa a Mayfair. Si fa immortalare con una copia dell'ultimo News of the World, quella dell'addio, edizione numero 8674, 168 anni di storia bruciati. E scappa via. Non c'è il tempo per un riposino.
Lo aspetta un vertice col suo braccio operativo inglese, Rebekah Brooks, che abbraccia e difende: «Non la getto sotto le ruote di un autobus» . E lo assediano notizie poco rassicuranti. Il fronte politico e il fronte dell'inchiesta stringono Rupert Murdoch in una tenaglia alla cui stretta è poco abituato. Di solito è lui a comandare i giochi, con la sua potente flotta di giornali e televisioni.
Questa volta è costretto alla difesa. Pensava di avere già affondato il colpo della vita, assicurandosi la piattaforma satellitare di BSkyB nel Regno Unito, invece lo scandalo dell'hackeraggio gli sta mandando all'aria i piani. Adesso c'è in ballo una mozione parlamentare che tormenta l'editore di nascita australiana e naturalizzazione statunitense. I laburisti si sono svegliati da un lungo letargo e hanno preso la palla al balzo per incalzare la maggioranza, provando a scardinarla.
Tony Blair e Gordon Brown hanno avuto una lunga frequentazione con Rupert Murdoch, hanno beneficiato dell'appoggio dei giornali della sua scuderia (News of the World compreso), hanno condiviso feste e brindisi mondani con Rebekah Brooks e i manager di News International. Poi l'idillio si è rotto. Alle ultime elezioni Murdoch (spinto da Rebekah Brooks) ha cambiato casacca. E i laburisti, passati all'opposizione, hanno trovato un nuovo leader. Scrollata di dosso l'ombra delle vecchie complicità con Murdoch, Ed Miliband ha deciso di sbarrargli il passo.
La mossa che ha studiato è in effetti ben studiata: un voto trasversale della Camera dei Comuni che impedisca all'editore di scalare BSkyB. Ed Miliband sa che può contare sul sostegno dei liberaldemocratici e di alcuni loro ministri. Simon Hughes, il numero due del partito, e Chris Huhne, che regge il dicastero dell'energia, sono usciti allo scoperto: «Non escludiamo di appoggiare la mozione».
E sulla stessa lunghezza d'onda è da sempre Vince Cable, uno dei leader liberaldemocratici più influenti nonché «business secretary» , quello che da noi sarebbe il ministro delle attività produttive. Lui a Murdoch si è sempre messo di traverso.
Sarebbe toccato a Cable decidere sulla scalata di BSkyB, ma un suo giudizio poco lusinghiero sullo stesso Murdoch, intercettato da un microfono, determinò David Cameron a passare la pratica al conservatore, Jermey Hunt, ministro della Cultura. Forte di queste sponde liberaldemocratiche e di alcuni malumori nelle schiere dei tory (non sono pochi quelli che rimproverano a David Cameron l'assunzione come portavoce proprio di Andy Coulson, ex direttore di News of the World), Ed Miliband sta premendo sull'acceleratore: martedì o mercoledì a Westminster, alla Camera dei Comuni, potrebbe scattare la trappola finale. Laburisti e liberaldemocratici insieme, più nazionalisti scozzesi e gallesi, sulla carta, hanno i numeri per frenare lo «Squalo».
Ore decisive. I particolari che emergono dall'inchiesta sullo spionaggio telefonico illegale (ci sarebbero una dozzina di arresti in arrivo) non aiutano di certo Murdoch: è il turno di 2.200 email fra il 2003 e il 2007 (interne al gruppo News International), dalle quali emergerebbero tre circostanze. La prima: l'hackeraggio avrebbe avuto dimensioni ben più ampie di quelle fin qui conosciute.
La seconda: conterrebbero la prova dei pagamenti ai poliziotti di Scotland Yard in cambio di soffiate per gli scoop. Corruzione. La terza: che a conoscenza ne sarebbero stati i vertici della società. Anche James Murdoch, e Rebekah Brooks? Ieri il boss ha detto che la sua priorità, in questo momento, è Rebekah. Nel suo infinito cinismo, dopo avere sacrificato il News of the World potrebbe persino pensare di «immolare» anche il figlio. Pulizia nel gruppo a patto di avere disco verde per BSkyB. Troppo tardi?
3 - CRUCIVERBA AL VELENO PER REBEKAH
Dal "Corriere della Sera" - Parolacce crociate? Nell'ultimo cruciverba del News of the World ci sarebbe un messaggio velenoso della redazione indirizzato a Rebekah Brooks, l'ex direttrice del tabloid. Lo lascerebbero pensare alcune definizioni del puzzle che comprendono le parole «Brook» , «catastrofe» e «impresa criminale» . Lo ha notato su Twitter Oliver Wright, cronista parlamentare del quotidiano The Independent.
4 - HUGH GRANT IN PRIMA LINEA PER LA CHIUSURA DEL GIORNALE
Dal "Corriere della Sera" - L'attore Hugh Grant è diventato il paladino della campagna contro il News of the World. Oggi accompagnerà dal premier David Cameron i genitori di Milly Dowler, la tredicenne rapita e uccisa nel 2002: il giornale aveva violato il cellulare della ragazzina. Nel 2010 lo stesso Grant aveva scoperto di essere intercettato, strappando al giornalista Paul McMullan una confessione registrata con un microfono nascosto in un pub e passata al settimanale New Statesman. In questi giorni l'attore ha chiesto pubblicamente la chiusura del giornale.