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VIENI AVANTI, RENATINO! - SPOSARSI A MEZZANOTTE. COME DUE RICERCATI. DUE TESTIMONI (SACCONI E CICCHITTO) E QUATTRO PARENTI CON IL RISO IN MANO. NON DEVE ESSERE STATO POI COSì FANTASTICO IL MATRIMONIO DI TITTI & BRUNETTA - DEVE ESSERE DURA PER L'"ENERGUMENO TASCABILE" COMPRENDERE CHE L'ARIA CHE TIRA è QUELLA DELLA CRISI ECONOMICA, DELLA DISOCCUPAZIONE, DEL TIRO DI SASSI E MOLOTOV, ALTRO CHE POMPE E TROMBETTE....

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Fabrizio Roncone per il Corriere della sera

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

Cielo stellato, il profumo struggente dei gelsomini. Poche parole: «Amo Titti più di tutto» . Matrimonio ricco di colpi di scena per Renato Brunetta. Il ministro della Funzione pubblica avrebbe dovuto pronunciare il fatidico sì che lo ha legato alla sua Titti a Villa Rufolo (a Ravello), ieri alle 19.30. Ma l'annunciata presenza di precari, operatori televisivi e giornalisti ha consigliato di anticipare la cerimonia alla mezzanotte di sabato. E così, circa centocinquanta contestatori ieri sono rimasti beffati.

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

«Mhmm... Mhmm... E allora... E allora cambiamo programma!» . (Sono le 17 di sabato scorso. Sapete com'è il ministro Renato Brunetta quando perde la pazienza, l'avrete visto alla tivù un mucchio di volte: decide d'istinto, è rapido, furbo, non s'arrende. E ora la pazienza l'ha persa sul serio. Vogliono rovinargli il matrimonio con Titti. Con l'adorata Titti. Un ufficiale dei carabinieri gli ha appena comunicato che su, in piazzetta, davanti al cancello di Villa Rufolo, i precari ci saranno davvero.

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

Una ciurma di «fannulloni» con i tamburi e le trombe. Contesteranno, fischieranno, canteranno. Dio solo sa cosa oseranno cantare. Rischia d'essere una domenica pomeriggio tremenda. Brunetta si consulta con Titti. Siedono in giardino. C'è un mare piatto e azzurro come in certi film francesi. Ci sono le cicale che cantano. Loro, due innamorati che stanno decidendo di sposarsi con un giorno di anticipo. Titti è dolcissima: «Renato, tesoro, va bene, certo, d'accordo... sposiamoci prima. Ma quando?» .

Il promesso sposo ha già architettato un piano. Telefona ai suoi testimoni, Maurizio Sacconi, che sta a Positano, e Fabrizio Cicchitto. «Ehm... ehm... dovreste salire a Ravello stasera... eh eh!... gli facciamo uno scherzetto ai precari....» . Il piano è semplice (e, a ripensarci, sabato pomeriggio Brunetta era un po' troppo elegante per essere uno che doveva andare solo a sentire un concerto a Villa Rufolo: tutto perfettino, con la camicia bianca immacolata e i pantaloni blu con la riga ancora calda).

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

Comunque. Renato e Titti vanno a sentire un concerto a Villa Rufolo. Poi, con un gruppo di ventiquattro persone - i parenti stretti, i testimoni e il ministro Angelino Alfano con la moglie - scendono al ristorante «Salvatore» . Una grigliata di pesce, vino bianco. Alle 23, il gruppo si alza e, da un ingresso secondario, nella penombra, rientra a Villa Rufolo, un gioiello medioevale con i giardini a picco sul mare.

È previsto il rito civile: e a celebrarlo è Secondo Amalfitano (ex sindaco di Ravello, presidente di FormezItalia e attore dal talento straordinario: capace, per oltre ventiquattro ore, di raccontare un mucchio di bugie a decine di giornalisti, arrivando al punto di confessare d'essere ancora incerto sull'abito da indossare). Cerimonia sobria, raccolta, sotto le volte alte e in pietra.

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

Cielo stellato, il profumo struggente dei gelsomini. Brunetta dice poche cose: «Amo Titti più di tutto. E però amo anche Ravello. Per questo ci sposiamo con qualche ora di anticipo. Per non creare problemi a nessuno» . Poi Titti si china. E lo bacia. Applauso. Cicchitto commosso (è un socialista dei vecchi tempi, ne ha viste tante, ma gli è rimasta una vena di grande sensibilità). Titti raggiante. Renato si volta e ordina: «E ora si torna al ristorante per il brindisi! Champagne per tutti!» (poi il gruppone tirerà tardi a parlare in un bar della sentenza sul Lodo Mondadori).

A questo punto arriviamo a ieri, domenica. I fotografi che cominciano a ronzare intorno a Villa Rufolo cercando la postazione migliore per rubare qualche scatto, Sky ha mandato una fly, le agenzie di stampa battono la notizia che Ravello è un delizioso paesino in stato d'assedio.

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

Giù, lungo la strada che sale dalla Costiera Amalfitana, la polizia a cavallo. Qui, in piazzetta, carabinieri del reparto anti sabotaggio e agenti in tenuta anti sommossa. Che, alle 17 in punto, si stringono in cordone davanti all'ingresso della villa. I precari, infatti, stanno entrando nella piazzetta e portano uno striscione su cui è scritto: «L'Italia peggiore siete voi» . Un centinaio di persone. Cantano: «Siamo l'Italia peggiore/ma abbiamo un sogno nel cuore/Brunetta a San Vittore/Brunetta a San Vittore...» .

A poche decine di metri, intanto, innanzi al cancello principale di Villa Rufolo preme una piccola folla di curiosi. Immaginate la scena: funzionari di polizia con le trasmittenti. Facce tese. In realtà, stanno tutti recitando. Uomini della polizia di Stato e dell'Arma coinvolti in una grande sceneggiata. Fingere che Renato e Titti e i loro 300 invitati stiano per arrivare.

CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA

La sceneggiata è perfetta quando si presenta il presidente della Regione, Stefano Caldoro. Che, a passo deciso, entra nella villa (deserta) e sparisce in fondo al vialetto (dove lo aspettano due agenti che, immediatamente, lo portano su per un vicolo). E dove finisce il vicolo? All'Hotel Caruso. Lì, di nascosto, mentre la piccola folla urlante ed eccitata è giù che aspetta in piazzetta, sta cominciando il festone.

BRUNETTA E TITTI resizer

Con gli invitati che escono sulla terrazza e avanzano verso il buffet. C'è una pizza margherita squisita, c'è una mozzarella di bufala fantastica (paletta: voto 10), i dolci sono della leggendaria pasticceria De Riso. Ecco il presidente del Senato Renato Schifani in compagnia di sua moglie Franca, ecco i ministri Gelmini e Meloni (la Meloni era la più elegante al matrimonio Carfagna, e anche stasera è scicchissima). C'è Mara Carfagna. Musica, lieve brezza, bella atmosfera. Nessuno s'accorge di quei «fannulloni dei precari» che, laggiù, sull'ultimo tornante, marciano tristi in ritirata.

 


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