Corinna De Cesare per il "Corriere della Sera"
LORENZO SASSOLI DE BIANCHI UPALa galassia Gutenberg lascia spazio alla galassia Zuckerberg. La provocazione viene dall'Upa, l'associazione degli investitori pubblicitari, che ieri, in occasione dell'assemblea annuale al Teatro Strehler di Milano, ha riunito una platea di cinquecento imprenditori ed esponenti dell'editoria. Il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi ha colto l'occasione per diffondere i trend della raccolta pubblicitaria attesi per quest'anno. «Crescita zero- ha premesso- ma per noi sarebbe un obiettivo già positivo.
TV CONTRO INTERNETSe ripartirà l'economia, la prima cosa che gli italiani faranno sarà quella di ricostituire il risparmio» tralasciando insomma la parte dei consumi, a cui si rivolgono gli investimenti pubblicitari. Investimenti che nel 2011, secondo le previsioni Upa, tenderanno a confermare i dati del 2010. I budget delle aziende destinati alla pubblicità saranno sempre gli stessi (circa nove miliardi) ma diminuiranno sui mezzi tradizionali, a vantaggio di Internet, dove è atteso un incremento della raccolta del 18%.
LA FINE DELLA TVIn calo invece il cinema (-7%), la radio (-7,1%), i quotidiani (-3%), i periodici (-2,5%) e la tv (-1,5%). Le previsioni Upa, parlano di una frenata degli investimenti nel settore delle telecomunicazioni, contro una sostanziale tenuta del comparto alimentare e dell'industria automobilistica. Crescerà invece la pubblicità nel settore cura della persona. Previsto un trend negativo per le banche, le assicurazioni e tutto il mondo finanziario.
gutenberg«La galassia Gutenberg di cui siamo tutti culturalmente figli - ha spiegato Sassoli- sta lasciando lentamente il posto alla galassia Zuckerberg della quale i nostri figli sono già quotidiani abitatori. La frammentazione può essere un'interessante opportunità di reinvenzione del marketing, purché non sia dettata dall'elemento disgregatore dell'indifferenza. Ma non sarà così, i media tradizionali si stanno già adeguando con investimenti in tecnologia e innovazione».
MARK ZUCKERBERGEppure, se è vero che da una parte il web continua ad attrarre un numero crescente di investitori, dall'altra, come mezzo di raccolta pubblicitaria, occupa ancora una fetta di mercato dell' 11%. Contro il 52%della tv, il 14% dei quotidiani, il 9,5%dei periodici. Superata invece la radio (6%).