Barbara Palombelli per "Il Foglio"
BARBARA PALOMBELLIAnni Sessanta a Roma. In una notte di mezza estate, si sente un'arietta antica per i vicoli e per le stradine buie della capitale. Il grande regista, Woody Allen, gira e si gode le sue vacanze romane. Si fionda sul pesce, crudo e cotto, di via Giulia. Delirio di paparazzi, di flash, di commenti alla Ennio Flaiano.
Un finto prete - tipo Alberto Sordi in uno dei suoi capolavori - svaligia la gioielleria in via Condotti. Un colpo da ladro quasi gentiluomo, almeno per le collane superfirmate, grande buon gusto. Le bande dei giovani violenti impazzano ovunque, con i loro tatuaggi ricordano i maledetti sulle moto dei film americani che certamente non hanno visto. L'estate romana - orfana dell'assessore alla Cultura - non esiste o quasi.
woody allen cannesCome negli anni della dolce vita di Arbasino si fugge, via al festival dei Due Mondi a Spoleto, mai così glamour e così affollato. Le élite si separano - come cinquant'anni fa - dal popolo. Restano, per i coatti di sempre, le domeniche a Ostia e Fregene. Tali e quali: sabbia, pesce, guance arrossate e code sulle strade del ritorno. Roma non è l'Italia. Qui da noi bastano un ponentino, una chiacchiera, un tramonto sull'Aventino, un cielo giallo. Tutto sfuma nella ricerca di un tavolino all'aperto.
ALBERTO ARBASINONon ci si rende conto mai dell'arrivo delle catastrofi. Nei millenni, i romani sono sempre stati colti di sorpresa, sempre con qualcosa in bocca, magari anche un bicchiere di vino in mano. I barbari? I lanzichenecchi? Ancora c'è chi si deve riavere dallo choc (documentato, come fosse ieri, dalle devastazioni e dalle iscrizioni sui muri antichi). Figuriamoci l'attualità politica. Sai che impatto. Le cronache dal palazzo annunciano cadute di regimi, condanne di banchieri, scontri fra vertici dello stato.
Alberto SordiAl nord, in Val di Susa, scontri a fuoco. Qui ci si annoia facilmente di tutto. Alla vigilia di un nuovo possibile Sessantotto - i sintomi ci sono tutti, ma i ragazzi sono pigri e troppo firmati - sembrano più ostentate che mai le ricchezze di chi ancora ce l'ha. Vero segno di decadenza imminente, lo spreco abbaglia chi deve invece onorare il mutuo e il prestito.
I poteri forti non hanno mai convinto: i nuovi ricchi comprano da sempre ville con i ruderi, appartamenti storici, sognano di prendere il posto di un'aristocrazia immobile eppure eterna, che li guarda con curioso disprezzo e poi li butta via. Entrano ed escono le comparse della politica, la cornice resta immutabile. Il senso dei tremila anni che abbiamo alle spalle sterilizza ogni passione.
susa bigSul colle più alto, due settimane, fa la principessa Pallavicini ha offerto un ricevimento assolutamente trasversale nel villino Rospigliosi. Centinaia di persone hanno sfilato educatamente prima nei saloni del palazzo, poi nei giardini pazzeschi. Uscendo, le massime autorità istituzionali misuravano la loro pochezza davanti alla maestà dei secoli.