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1- TELECOM SVALUTATION, LA7 FOR SALE: SULLA CESSIONE DI TI-MEDIA CALDEGGIATA DALLA MEDIOBANCA DI NAGEL, BERNABÈ SI STAREBBE CONSULTANDO ANCHE CON PALLENZONA, VICEPRESIDENTE UNICREDIT E TESSITORE DELLE TRAME SUL FUTURO DI MEDIOBANCA 2- FINMECCANICA, FINE GIOCHI? IL COMANDANTE SUPREMO GUARGUAGLINI E L’AD GIUSEPPE ORSI SEMBRANO VIVERE DA SEPARATI IN CASA, IN ATTESA DI UN CHIARIMENTO FINALE 3- MORETTI NON HA ANCORA CAPITO BENE SE IL COSTO FINALE DI 40 MILIARDI DI EURO PER QUANTO RIGUARDA LA TORINO-LIONE SI ABBATTERÀ SUL BILANCIO DELLE FERROVIE IMPEDENDOGLI DI PORTARE AVANTI IL PIANO INDUSTRIALE PRESENTATO POCHE SETTIMANE FA 4- I BANCHIERI RIUSCIRANNO A CONVINCERE TREMONTI AD ALLEGGERIRE UNA BATOSTA IRAP DA 888 MILIONI? C’È GIÀ CHI PARLA DI UN POSSIBILE CONDONO TOMBALE A FINE D’ANNO

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1 -IL COMANDANTE SUPREMO GUARGUAGLINI E GIUSEPPE ORSI, SEPARATI IN CASA IN ATTESA DI UN CHIARIMENTO FINALE
Ai piani alti di Finmeccanica c'è un'aria di attesa.

guarguaglini vola vola foto mezzelani gmt

Il comandante supremo Guarguaglini e Giuseppe Orsi, il manager piacentino che ad aprile è diventato amministratore delegato del Gruppo, sembrano vivere nella condizione dei separati in casa dove sulla base del fair play e del buon nome della famiglia, si mettono da parte le polemiche in attesa di un chiarimento finale.

La postura dei due capi-azienda non è aggressiva; entrambi entrano di primo mattino a piazza Monte Grappa con la testa alta, le mascelle rilassate e il pelo sul dorso dritto, poi una volta raggiunti i loro uffici al settimo piano drizzano le orecchie e si annusano a distanza.

GIUSEPPE ORSI

Una ventina di giorni fa sono andati negli Stati Uniti, ma hanno viaggiato per conto proprio e hanno avuto incontri distinti, e quando il 20 giugno hanno partecipato al Salone dell'aeronautica di Le Bourget, hanno voluto dare ai giornalisti un'impressione di unità e di armonia. Ieri pomeriggio la scena si è ripetuta durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità in un dibattito al quale oltre a Guarguaglini e a Orsi ha partecipato il cardinale Gianfranco Ravasi e Corrado Clini, il direttore generale del ministero dell'Ambiente che rappresentava la ministra Prestigiacomo.

Al cardinale è stato illustrato il contenuto delle 162 pagine del Bilancio che secondo Guarguaglini dovrebbe precedere "un codice etico globale" applicato da tutte le società.

Memore delle ultime vicende che hanno coinvolto il Gruppo, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura della Santa Sede ha manifestato apprezzamento per questo annuncio, mentre da parte sua Orsi ha insistito sulla necessità di lavorare per accrescere il valore del Gruppo.

Alessandro Pansa

Da quando è arrivato in Finmeccanica sembra essere questo il suo impegno che ha come obiettivo di aumentare l'efficienza delle aziende e alleggerire l'indebitamento di 4 miliardi che alla fine di marzo pesava sul bilancio. Qualcuno dice che il mandato ricevuto da Giulietto Tremonti è di usare le forbici anche a costo di vendere qualche gioiello della casa, ed è in questa logica che è stato venduto il 45% di Ansaldo Energia come preludio a un dimagrimento che dovrebbe portare presto a cedere altri asset per un importo di 700-800 milioni di dollari.

marco forlani pierfrancesco guarguaglini marina grossi e roberto alatri

In questo caso si parla di rami d'azienda della controllata americana Drs Technology che è stata acquistata da Finmeccanica per 3,4 miliardi, una cifra che Tremonti ha sempre considerato esagerata. Su questo tema lavora anche Alessandro Pansa, il nuovo direttore generale che ha sostituito il barbuto Zappa liquidato con la modica cifra di 15 milioni.

La calma piatta che regna al settimo piano di piazza Monte Grappa non sembra scossa nemmeno dalla notizia che ha preso a circolare negli ultimi giorni sull'ingresso nel Gruppo di un volto noto al pubblico televisivo. Negli ambienti giornalistici si dice che Andrea Natini, l'esperto di strategie militari che dirige la "Rivista Italiana Difesa", avrebbe un gran desiderio di affiancare Orsi nel settore della comunicazione, ma per adesso le mascelle rilassate di Guarguaglini e del piacentino amministratore delegato non lasciano intravedere la volontà di sostituire l'attuale capo ufficio stampa, Marco Forlani.

2 - MAURO MORETTI NON HA ANCORA CAPITO BENE SE IL COSTO FINALE DI 40 MILIARDI DI EURO PER QUANTO RIGUARDA LA TORINO-LIONE SI ABBATTERÀ SUL BILANCIO DELLA SUA AZIENDA IMPEDENDOGLI DI PORTARE AVANTI IL PIANO INDUSTRIALE PRESENTATO POCHE SETTIMANE FA
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie sono colpiti dal silenzio sempre più forte del loro capo, Mauro Moretti.

Dopo la pubblicazione delle telefonate di Bisignani che lo chiamavano in causa in maniera pesante, l'ex-manager di Rimini è diventato sempre più taciturno e gli uscieri non hanno ancora capito se la minaccia di azione legale ha avuto seguito.

Mauro Moretti

Ad appesantire il clima si sono aggiunte poi le vicende di D'Alema e dei compagni di merenda rispetto ai quali Moretti non può evitare rigurgiti di nostalgia, e nemmeno la notizia che Luchino di Montezemolo vorrebbe intentare una colossale causa per danni nei confronti di quel sito disgraziato di Dagospia riesce a sollevargli l'umore.

Da parte loro gli uscieri non capiscono per quale ragione il presidente della Ferrari e socio di Ntv dovrebbe chiedere i danni a un sito che ha contribuito a renderlo sempre più popolare tra i passeggeri dei treni che non vedono l'ora di viaggiare a bordo delle nuove vetture "Italo". A Moretti queste miserie sembrano secondarie perché forse la sua preoccupazione prevalente è rivolta alla battaglia per la Tav e a un altro paio di questioni che stanno sul suo tavolo.

susa big

Per quanto riguarda la Torino-Lione il capo delle Ferrovie non ha ancora capito bene se il costo finale di 40 miliardi di euro si abbatterà sul bilancio della sua azienda impedendogli di portare avanti il piano industriale presentato poche settimane fa. Allo stesso modo cerca di capire (ecco la seconda questione) come andrà a finire la vicenda che riguarda gli arbitrati tra Rfi (Rete ferroviaria italiana) e i general contractor dell'Alta Velocità Torino-Napoli. Anche in questo caso ballano milioni di euro perché se il contenzioso che vede in campo la Fiat nel ruolo di general contractor dovesse portare ragione alla Casa torinese, si tratterebbe di scucire 502 milioni a fronte della richiesta di 280 formulata da Trenitalia come penale per il ritardo sui lavori.

susa big

C'è infine un'altra questione molto importante che è stata sollevata nel momento in cui quel sito disgraziato di Dagospia ha rivelato che le compagnie aeree associate alla IATA starebbero premendo per introdurre norme e sistemi di sicurezza dentro le stazioni tali da rallentare le procedure di imbarco e sconvolgere gli orari.

Quando è uscita la notizia Moretti ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori di cercare il nome della società di consulenza che ha affiancato le compagnie aeree nell'azione di lobbying a Bruxelles. Finora la cerchia dei fedelissimi è riuscita soltanto ad appurare che per il progetto "check-in nelle stazioni europee" è stato costituito un gruppo di lavoro multinazionale e che il primo affondo sarà tentato sulle stazioni di Parigi e Londra.

In questa operazione i francesi e i tedeschi sembrano avvantaggiati mentre le Ferrovie dovrebbero trovare risorse enormi per adeguare gli accessi ai treni secondo le nuove norme che l'Unione europea vorrà introdurre.

Così si spiega il silenzio preoccupato dell'ex-sindacalista di Rimini.

Giuseppe Mussari

3 - MUSSARI E I BANCHIERI RIUSCIRANNO A CONVINCERE GIULIETTO AD ALLEGGERIRE UNA BATOSTA IRAP DA 888 MILIONI? C'È GIÀ CHI PARLA DI UN POSSIBILE CONDONO TOMBALE A FINE D'ANNO
C'è un altro personaggio che in queste ore ha l'aria tesa e preoccupata.

È il boccoluto Giuseppe Mussari, il penalista calabrese che è riuscito a scalare MontePaschi fino a diventare il più giovane tra i grandi banchieri italiani. Sotto la ciocca dei capelli i due occhi di Peppiniello (così lo chiamano gli amici) tengono d'occhio due diversi problemi. Il primo riguarda l'aumento di capitale da 2,4 miliardi che la banca senese porterà a compimento per rafforzare le gambe patrimoniali.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

E qui non dovrebbero esserci problemi anche se Mussari non ha esultato per la decisione della Fondazione MontePaschi che ha ridotto la sua quota nel capitale di Rocca Salimbeni dal 55 al 50%. L'operazione comunque andrà in porto anche se un po' di mal di testa lo ha provocato una settimana fa l'azionista e vicepresidente Caltagirone che nello stesso giorno ha venduto 22 milioni di azioni MontePaschi per 10,7 milioni e ne ha comprate per altri 20 milioni per un controvalore di 9,7 milioni. In questo modo Caltariccone si è divertito a fare trading, ma ha alleggerito la sua quota dentro la banca di Mussari di un paio di milioni rispetto alla situazione iniziale.

I giochetti dell'imprenditore romano non compromettono la volontà di sottoscrivere l'aumento di capitale, e Mussari non vede l'ora che l'operazione si chiuda per tranquillizzare la Banca d'Italia e frenare il calo del titolo in Borsa.

La questione ben più importante che lo vede impegnato con il secondo occhio riguarda la batosta sulle banche prevista dalla manovretta di Giulietto Tremonti. E qui scatta il ruolo di Mussari come presidente dell'Abi che oggi riunisce a Palazzo Altieri il Comitato esecutivo per dare una risposta unitaria al ministro dell'Economia.

TREMONTI

Ieri mattina uscendo dall'Assemblea delle Compagnie di assicurazioni che si è svolta all'Auditorium di Roma, il boccoluto calabrese ha detto che le banche italiane hanno già la tassazione più elevata del mondo e con un certo scoramento ha aggiunto "non ce la facciamo più. Siamo al punto di non ritorno in termini di tassazione".

Dietro questo lamento al limite della disperazione c'è la valutazione dell'impatto dell'Irap sul sistema bancario che secondo le previsioni dovrebbe arrivare il prossimo anno a superare 888 milioni. È una batosta che porterà le banche ad aumentare i costi a danno dei clienti, ma ciò che più temono gli istituti è che per colpa di questa "patrimoniale occulta" si ripeta il copione già visto in altri tempi della fuga dei capitali all'estero.

FRANCO BERNABE

È molto probabile che oggi durante la riunione del Comitato esecutivo si parlerà di questo pericolo rispetto al quale non è immaginabile replicare la "vergogna" dello scudo fiscale che ha sollevato un'infinità di polemiche. E mentre i banchieri tenteranno di convincere Giulietto ad alleggerire la batosta, c'è già chi parla (come avvenuto ieri durante una trasmissione del canale televisivo CNBC Class) di un possibile condono tombale a fine d'anno.

Fabrizio Palenzona

4 - TELECOM SVALUTATION, LA7 FOR SALE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che i soci di Telco, la scatola che controlla TelecomItalia, sono entrati alle 11,30 in Consiglio per decidere la svalutazione in bilancio del titolo dell'azienda guidata da Franchino Bernabè.

ALBERTO NAGEL

All'ingresso della riunione, presieduta dal vicedirettore delle Generali, il 65enne calabrese Aldo Minucci, le facce dei partecipanti non sprizzavano entusiasmo. L'insieme delle loro partecipazioni sarà svalutato per circa 1,2 miliardi e l'onere più grosso ricadrà sulle spalle degli spagnoli di Telefonica.

È probabile che nella riunione si parlerà anche della cessione de "La7" e di TelecomItalia Media caldeggiata da Mediobanca e dallo stesso Bernabè che secondo un'indiscrezione pubblicata da "Repubblica" si starebbe consultando su questa operazione anche con Fabrizio Pallenzona, l'ex-camionista vicepresidente di Unicredit e tessitore delle trame sul futuro di Piazzetta Cuccia".

 


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