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TAVAROLI SPEAKING - L’ULTIMO INTERROGATORIO DEL SUPERSPIONE TELECOM: “TRONCHETTI NON DOVEVA ESSERE INFORMATO DI COSE CHE POTEVANO METTERLO IN IMBARAZZO, MA SUI DATI CARPITI ALLA KROLL ACCETTÒ L’IDEA DI CANCELLARNE L’ORIGINE ILLECITA” - ANCHE IL DOSSIER ANTI-DS DELL’OAK FUND “MI FU CHIESTO DIRETTAMENTE DA TRONCHETTI” (CHE NEGA) - L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”? “IL GIORNALISTA FA CONFUSIONE E CITA DEI NOMI COLLEGANDOLI A FATTI NON CORRELATI... AD ESEMPIO IL DS NICOLA ROSSI”...

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Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

TELECOM tronchetti tavaroli dall Espresso

In «un rapporto ipocrita» tra manager e Security, «in Pirelli ho cercato di rispettare il principio per cui il capo non deve essere informato di cose che possono metterlo in imbarazzo», anche se «più dettagliate erano le notizie fornite e più era implicito fossero acquisite con mezzi illeciti».

A 5 anni dall'inizio dell'inchiesta sui dossier illegali della Security di Pirelli e Telecom, Giuliano Tavaroli resta in bilico anche nell'ultimo interrogatorio (sfociato nell'archiviazione sua e di Marco Tronchetti Provera per la finta microspia del 2001 nell'auto di Enrico Bondi) il 13 dicembre 2010 ai pm Robledo, Piacente e Civardi. Solo per i dati carpiti alla Kroll, tramite un hacker russo, Tavaroli aggiunge che l'idea di cancellarne l'origine illecita, simulando un invio anonimo per posta a Tronchetti fu ideata da due legali d'azienda, e «il presidente la accettò».

nicola rossi lap

Sul dossier Oak Fund che accreditava interessi offshore dei Ds, Tavaroli insiste che «mi fu chiesto direttamente da Tronchetti», anche se poi «in una riunione a gennaio 2006 in Telecom negò l'evidenza: era molto preoccupato in quanto sapeva che il dvd di Cipriani in possesso della Procura conteneva pratiche sensibili come su Brancher e Oak Fund».

Enrico Bondi

È nota la diversa versione di Tronchetti: «Tavaroli venne a dirmi che, se volevamo, poteva avere informazioni su un fondo che faceva capo a D'Alema e altri. Io gli dissi che non mi interessava; e comunque, qualora le trovasse rilevanti, di portarle in Procura».

Su Oak Fund Tavaroli ripudia infine «la non intervista» del luglio 2008 («furono 5-6 incontri in inverno, c'erano molti errori, rappresentazioni inesatte») in cui Tavaroli, secondo Repubblica, riferiva un conto estero al senatore ds Nicola Rossi (che, estraneo ai fatti, ha fatto causa): «Alcune cose sono proprio sbagliate, il giornalista fa confusione e cita dei nomi collegandoli a fatti non correlati... ad esempio Nicola Rossi».

Il pm Civardi obietta: «È un po' clamoroso» . E Tavaroli: «Ho capito, ma se lui scrive delle cose mica è colpa mia?» .

 


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