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1- \"TREMONTI MI HA TESO UN AGGUATO\": IL BANANA FURIOSO CON IL \"BIPARTISAN\" GIULIETTO 2- IL MINISTRO AVREBBE ACCETTATO LA NORMA SALVA-FININVEST PER POI AVVISARE IL COLLE 3- INFATTI IERI A GIANNI LETTA È STATO COMUNICATO DAL QUIRINALE CHE NAPOLITANO NON AVREBBE FIRMATO. LA MOSSA DI TREMONTI, CHE PRIMA FIRMA E POI NASCONDE LA MANO, AVEVA L’OBIETTIVO DI FAR FARE UNA BRUTTISSIMA FIGURA NON SOLO AL PREMIER MA ANCHE AD ALFANO. UN BEN SERVITO A COLUI CHE HA SCRITTO LA NORMA DEL FRODO MONDADORI E SI È PRESENTATO COME IL SEGRETARIO DEL \"PARTITO DEGLI ONESTI\"

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Amedeo La Mattina per "la Stampa"

il_ministro_tremonti_e_premier_berlusconi

Quando ha capito che al Quirinale la norma salva Fininvest non sarebbe passata, Berlusconi è andato in escandescenza, pronunciando parole di fuoco nei confronti del Capo dello Stato. «Mi vuole rovinare. Ma qui non gioca solo sulla mia pelle. Non si rende conto che non rischio solo io ma ci vanno di mezzo anche i lavoratori delle mie aziende. Si tratta di migliaia di posti di lavoro. E questi sarebbero i paladini del popolo? E' stata montata dalla sinistra una crociata indegna, assurda».

Non è un caso infatti che la dichiarazione con la quale ha comunicato il ritiro della «norma giusta e doverosa» si chiuda proprio con il riferimento ai lavoratori di «qualche impresa» che potrebbero ricordarsi di «questa vergognosa montatura».

ELLEKAPPA BERLUSCONI TREMONTI

Ma in tutta questa vicenda il premier ci vede anche il gioco sporco di Tremonti e di tutti quelli (pochi per la verità) che sapevano della norma-blitz inserita all'ultimo minuto nella manovra economica. Vertici della Lega compresa, che ieri hanno fatto sapere di essere stati tenuti all'oscuro, di avere scoperto solo a cose fatte che la norma era stata inserita. Quando invece (Berlusconi ne ha la certezza) Calderoli sapeva, eccome. Tanto che ieri in Transatlantico ha confidato di aver letto la manovra versione proFininvest dalla prima all'ultima riga.

BERLUSCONI TREMONTI

«La verità è che mi hanno lasciato solo, quasi nessuno nel partito e nel governo ha difeso la norma nel merito, norma giusta e sacrosanta. Ma è Tremonti che mi ha teso un agguato», si è sfogato il Cavaliere. A cosa si è riferito Berlusconi è presto detto. In sostanza la norma, su input di Palazzo Chigi, è stata scritta dall'ufficio legislativo del ministero della Giustizia e timbrata dal Guardasigilli.

GIULIO TREMONTI CON SILVIO BERLUSCONI INSTACCALATO

Il quale l'ha trasmessa al ministro dell'Economia che, secondo una certa vulgata, avrebbe prima opposto resistenza per poi cedere. Versione negata dallo stesso presidente del Consiglio: «Figuriamoci se Tremonti si fa imporre qualcosa che non condivide. Semmai è lui che impone le sue idee agli altri».

BERLUSCONI, TREMONTI

Ed ecco l'agguato: una volta messa la sua firma sull'ultima versione della manovra, il ministro avrebbe avvertito Napolitano della presenza della norma salva Fininvest, prendendone le distanze, dicendo di non saperne nulla. Ben sapendo che il Capo dello Stato si sarebbe messo di traverso.

Infatti ieri a Gianni Letta è stato comunicato dal Colle che il presidente della Repubblica non avrebbe firmato quella versione della manovra. La mossa di Tremonti, che prima firma e poi nasconde la mano, aveva l'obiettivo di far fare una bruttissima figura non solo al premier ma anche ad Alfano. Un ben servito a colui che si è presentato come il segretario del «partito degli onesti»; il preferito dal Cavaliere come successore.

UMBERTO BOSSI CON FEDELISSINI ROBERTO CALDEROLI ROBERTO CASTELLI

Che le cose siano andate veramente così non è dato saperlo. Questa è comunque la ricostruzione dei fatti da parte di un Berlusconi infuriato con Tremonti: l'avrebbe lasciato fare nella convinzione che il premier sarebbe andato a sbattere sui muraglioni del Quirinale. E così è successo. Rimane un punto interrogativo? Ma come è possibile che nessuno si sia preoccupato di sondare bene il Capo dello Stato prima di spedire lassù sul Colle l'ultima versione della manovra?

CALDEROLI BOSSI

Cosa ha fatto Gianni Letta mentre al ministero della Giustizia stavano scrivendo la norma? Non sapeva niente nemmeno lui? Sembra un po' una commedia dell'assurdo e degli equivoci. Sicuramente un gioco a scaricabarile e quando Berlusconi ha capito che era rimasto con il cerino in mano, insieme ad Alfano silente, ha ritirato il «lodo Mondadori». La decisione è arrivata nel pomeriggio di ieri a Palazzo Grazioli. Presenti Letta, Frattini, Alfano.

Tremonti e Gianni Letta Dal Riformista

«Il Capo dello Stato ormai dirà no su tutto, non ci farà passare più niente da qui alla fine della legislatura. Ma noi - ha detto Berlusconi - dobbiamo resistere e andare avanti». Andare avanti con la convinzione che sono in molti a remare contro, con Bossi sempre lì a tirare il filo della tensione. Ieri il «Secolo d'Italia» titolava in prima pagina «Ma qual è il vero volto della Lega». Intanto i leghisti hanno annunciato di voler cambiare la manovra in Parlamento e dicono basta alle leggi ad personam. Tranquilli, dice il ministro Matteoli, «la Lega si presenta come un partito movimentista nel territorio, poi a arriva a Roma e vota ciò che il governo decide...».

SILVIO BERLUSCONI ANGELINO ALFANO

I deputati si aspettavano che il capo si presentasse alla riunione del gruppo, ma lui non si è presentato. Forse per evitare di dire qualche parola di troppo oppure per non rubare la scena ad Alfano. E qui, dopo una giornata di silenzio, il segretario ha difeso la norma salva Fininvest: «Sacrosanta ma strumentalizzata perché riguardava Berlusconi, se non avesse riguardato il premier sarebbe stata giudicata diversamente».

 


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