Paolo Bracalini per Lettera43.it
MASSIMILIANO FUKSASUna super parcella che inizia con 17 milioni di euro (già fatturati, a quanto ci risulta), per la prima nuvola che non vola ma sta attaccata a terra. Siamo in pieno Fuffas, come il memorabile personaggio di Crozza in versione archistar (quello che voleva «soppalcare Napoli» e «impiantare 900 milioni di alberi a Milano» sradicandoli da Brescia).
INFRASTRUTTURE O DESIGN?
Solo che stavolta è tutto vero, in carne, ossa e vetroresina. Massimiliano Fuksas, il grande genio del design soffice , e il suo progettone, la Nuvola, potrebbero diventare l'effige architettonica della politica romana (da Veltroni ad Alemanno): maxi spese, maxi fuffa.
La domanda è: ma in una città dove le strade sono cosparse di buche, profonde come voragini, e dove non esistono parcheggi (se non in terza fila), non era meglio spendere in infrastrutture piuttosto che in progetti faraonici da capitale del design (alle cotiche)?
il progetto della Nuvola di FuksasLa domanda se la sta facendo un esponente del centrodestra cittadino come Fabio Rampelli, deputato Pdl e architetto. «L'operazione Fuffas è l'esempio più chiaro di come non si deve progettare la trasformazione urbana», attacca Rampelli .
IL NOVELLO MICHELANGELO.
«Anche se gli amministratori capitolini dal 2000 a oggi hanno scambiato l'architetto-stregone per un novello Michelangelo», presegue il politico, «dovrebbe essere nota la necessità di iniziare dalla realizzazione delle infrastrutture e non dall'oggetto architettonico. Invece non si riesce a correggere questo vizio, che significa non avere alcuna considerazione per i cittadini».
I sindaci vogliono lasciare tracce del loro passaggio ai posteri (manco fossero Traiano e Nerone), e quindi si capisce perché puntino alle grandi opere (spesso non proprio necessarie) invece che alle piccole manutenzioni domestiche (indispensabili).
GIANNI ALEMANNODA VELTRONI AD ALEMANNO. Il "segno" architettonico della stagione Walter Veltroni sindaco (e poi anche di Gianni Alemanno, perché rischia di inaugurarla proprio lui nel 2013) sarà probabilmente questa Nuvola di Fuksas, ovvero il nuovo centro congressi dell'Eur, un'area di 27 mila metri quadrati che, nelle mani di Fuffas e con 250 milioni di investimento, diventerà un simbolo universale.
«La Nuvola», ha sospirato l'archistar, «rappresenta l'arte che guarda la pace e non la guerra, perchè un'opera si fa pensando alla pace».
(Fuksas però è pacifico solo quando sta con amici o committenti danarosi. Diventa invece bellicoso se al ristorante entra Guido Bertolaso. In quel caso può prendere una formaggiera e lanciarla in faccia al nemico, chiamandolo «ladro, pezzo di m...», come successe l'anno scorso a Roma quando l'ex capo della Protezione civile era stato appena travolto dallo scandalo P3).
WALTER VELTRONISOSPIRI DI AMMIRAZIONE.
Ancora più estasiato fu Veltroni nel marzo 2006 alla posa della prima pietra: «È uno dei progetti più belli del mondo. Me ne accorgo quando sento i sospiri di ammirazione di chi vede i disegni su carta. L'opera sarà il simbolo dell'architettura della città moderna, oggi c'è bisogno di leggerezza, e la nuvola è l'emblema della sublimazione. Sarà straordinario tenere un congresso in una nuvola, farlo qui diventerà uno status symbol».
Peraltro Veltroni previde che saremmo «entrati nella Nuvola entro tre anni», cioè nel 2009. Nel frattempo le cose si sono un po' complicate e la data si è leggermente spostata (ma con sublime leggerezza) al 2013.
FuksasUN PROGETTO STRAVOLTO.
Peccato però che ci siano parecchi problemucci, secondo l'architetto Rampelli. «Il progetto originario è stato stravolto. L'effetto sospensione è venuto meno, il che ha costretto a modifiche progettuali che hanno riportato il "maestro" con i piedi per terra. Ora la Nuvola è volgarmente poggiata su pilastri, come una qualunque altra mortale struttura. È diventata un "palloide". Ma resteranno proibitivi i costi di esercizio, in testa quelli per climatizzare il buffo oggetto di cristallo gettato, a dispetto, tra le bianche simmetrie dell'Eur».
Ma il danno non finirebbe qui. «L'albergo che dovrebbe sostenere economicamente il peso della gestione dello scarabocchio, una lama di cemento che cresce ogni due mesi di un piano, creerà un diaframma artificiale tra il laghetto e il pentagono di fortissimo impatto ambientale».
CHI PAGA LE INFRASTRUTTURE?
E ancora: «Non è chiaro chi metterà i soldi per realizzare le infrastrutture necessarie a non far deflagrare il quartiere razionalista. La nuvola di Fuksas si doveva e si poteva fermare. Se fossimo in un Paese serio verrebbe impedita fisicamente l'inaugurazione di qualunque struttura non accompagnata dalle relative infrastrutture».
E Alemanno? Non si discosta un millimetro dal solco veltroniano, anzi promette fondi per l'opera e aspira a tagliare lui il nastro per inaugurarla.
Un po' come i velleitari annunci, appena insediato, tipo «abbatteremo la Teca dell'Ara Pacis e il mostro di Corviale». Slogan finiti nel cassetto di Alemanno. Un sindaco sempre più tra le nuvole. Di Fuffas.