Pierre de Nolac per Italia Oggi
RENATA POLVERINI
Coatta: è l'epiteto che viene ripetutamente rivolto a Renata Polverini. Il governatore della regione Lazio, che non dimentica e non perdona, sa che pure nel mondo della moda questa parola poco elegante viene pronunciata: espressione che fuori Roma non vuol dire nulla, ma che nella capitale e nei suoi dintorni classifica un individuo «dal comportamento volgare ed arrogante», per stare a quanto scrive Wikipedia.
E che, come dicono a mezza bocca pure a via Cristoforo Colombo, negli uffici regionali, «non sa indossare un vestito di buona fattura, più per gusti personali che per mancanza di soldi nel portafogli».
la pesciarola POLVERINI
Dichiarazioni dettate dall'invidia, perché quando ne ha voglia Renata indossa abiti preziosi (come ha dimostrato a palazzo Venezia, per incontrare Silvio Berlusconi). Fatto sta che ora proprio il mondo della moda piange per la decisione del presidente Polverini di dare un bel taglio al contributo regionale alle sfilate: 700mila euro che mancheranno a AltaRoma, giusto alla vigilia della kermesse in programma dall'8 all'11 luglio.
RENATA POLVERINI
Ma è solo ascoltando le voci maligne, antipolveriniane, che si può dare torto alla decisione dell'ex sindacalista Ugl: il numero uno della Camera di commercio di Roma Giancarlo Cremonesi, pur con qualche distinguo, alla fine ha dato ragione a Polverini. La Ccciaa romana è azionista al 50% di AltaRoma, e per bocca di Cremonesi ha affermato che «i budget indicati dai soci devono essere rispettati, ultimamente sono sempre stati superati, con perdite e fornitori che devono essere ancora pagati».
RENATA POLVERINI
Per continuare così: «Capisco la posizione della regione e del presidente Polverini perchè è abbastanza inusuale che in una società i soci non vengano coinvolti nelle decisioni sulle strategie, sui progetti e sul budget. La moda è un settore sensibile e importante per l'economia romana e per il brand Roma». Ma «il dispiacere della Polverini per esser stata in qualche modo tenuta a margine è comprensibile. Con un po' di buona volontà credo che tutti i soci possano essere coinvolti e stare insieme in progetto condiviso».
GIANCARLO CREMONESI