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C’HO UNO STRESS IN TEST DA ASSICURARE - 13 COMPAGNIE DI ASSICURAZIONI EUROPEE (IL 10%) NON HANNO PASSATO GLI STRESS TEST: SE LA CRISI PEGGIORASSE, NON AVREBBERO SOLDI PER RIPAGARE I PROPRI ASSICURATI - PECCATO CHE NON SI POSSA SAPERE QUALI SIANO LE COMPAGNIE - LE ISTITUZIONI CHE DOVREBBERO VEGLIARE SULL’ECONOMIA EUROPEA SONO IN MANO A PORTOGHESI E ITALIANI, OVVERO I PAESI SINONIMO DI INEFFICIENZA E CRESCITA STAGNANTE. MA CAMPIONI NELL’AGGIUDICARSI POLTRONE…

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1- DAGOREPORT: A CHE SERVONO ‘STI TEST?
L'autorità di controllo delle assicurazioni europee, Eiopa (European Insurance and Occupational Pensions Authority), ha pubblicato oggi i dati degli stress test sulle compagnie di Unione Europea, Norvegia, Lichtenstein e Islanda. Le stesse società erano state messe alla prova nel 2010, ma stavolta i requisiti sono più stringenti e includono le regole patrimoniali della cosiddetta Solvency II.

STRESS TEST

Il 10%, ovvero 13 compagnie, non ha superato i test. In caso di aggravamento della crisi, non avrebbero i soldi per ripagare i propri assicurati, a meno di raccogliere in fretta nuovo capitale.

Le ipotesi di crisi considerate erano 4: stallo dei mercati borsistici, crollo del mercato immobiliare, impennata dell'inflazione, improvvisa salita dello spread sul debito di uno Stato. (dettagli sul sito: https://eiopa.europa.eu/activities/insurance-stress-test/index.html )

Questi test presentano una serie problemi, che li rende più che altro una tardiva prova generale, un sondaggio per farsi un'idea del mercato in generale, e non uno strumento davvero incisivo:

- i risultati sono formulati in maniera aggregata. Non c'è modo di sapere (per ora) quale compagnia assicurativa (e sono 13) avrebbe seri problemi di solvibilità o capitalizzazione se si verificassero gli scenari ipotizzati. Al contrario, gli stress test bancari riveleranno i nomi degli istituti in difficoltà. Solo con questa minaccia, le banche europee - tra cui quelle italiane - si sono affrettate a ricapitalizzarsi in vista dei requisiti di Basilea III;

Eurotower

- tra gli scenari, non è stato incluso il default di uno stato sovrano, che è una possibilità sempre più concreta se si leggono i numeri del piano di salvataggio greco, che ha solo rimandato al 2014 (se non molto prima) il momento della verità per Atene;

- i risultati coprono solo il 60% delle società operanti nei mercati analizzati (58 gruppi assicurativi e 71 compagnie). L'obiettivo prefissato, e superato, era il 50%;

- i criteri adottati non sono stati universalmente riconosciuti come validi o attendibili, anzi. L'associazione degli assicuratori inglesi ha definito i test "una distrazione dalle riforme regolatorie che andrebbero approvate" (http://bit.ly/ig04ZN )

A che servono insomma ‘sti stress test? Non si capisce. Il capo dell'Eiopa, il portoghese Bernardino, dice che il settore è solido e una crisi sarebbe "gestibile". Ma se davvero si vuole arrivare pronti a una nuova crisi finanziaria, non si può prescindere dal settore assicurativo, e fare per due anni di seguito dei test che usano criteri insoddisfacenti e i cui risultati non avranno nessun effetto concreto sulle politiche delle assicurazioni o sull'opinione pubblica, sembra l'ennesimo spreco di risorse europee.

Gabriel Bernardino

Il 13 luglio, quando saranno presentati i risultati degli stress test sulle banche, si capirà cosa può succedere agli istituti finanziari che vengono messi alla prova e davvero mostrati al pubblico ludibrio. Finché non si porrà la stessa minaccia di fronte alle assicurazioni, non avranno nessun incentivo a mettere a posto i loro bilanci.


NOTA DI COLORE: è piuttosto comico il quadro dei regolatori finanziari europei e mondiali. La Banca Centrale Europea passa di mano da Trichet (ovvero Lussemburgo, un imbarazzante paradiso fiscale al centro dell'Europa) a Mario Draghi (ovvero Italia, il paese con la più alta evasione fiscale e il secondo debito pubblico - dopo la Grecia), che è anche capo del Financial Stability Board creato in seno al G20. E in questo passaggio di consegne non si può scordare la figuraccia globale fatta dall'Italia con l'attaccamento alla sua poltrona BCE di Lorenzo Bini Smaghi.

Ma ci sono altre tre istituzioni chiave nella gestione della crisi finanziaria globale, che ora si sta concentrando sull'Eurozona.

Oltre alla Commissione Europea con Barroso, anche l'authority europea delle assicurazioni è capitanata da un portoghese (Bernardino, citato qui sopra), nonostante il Portogallo abbia un'economia minuscola e soffra di una lunghissima stagnazione, ormai diventata crisi nera.

banche europa stress test

L'autorità europea delle banche (EBA, che si occupa degli stress test sugli istituti finanziari), è in mano a un altro italiano, ex Banca d'Italia, Andrea Enria.

Ci lamentiamo di essere sottorappresentati all'estero? Ma soprattutto, ci stupiamo quando tedeschi, scandinavi, olandesi, paesi "virtuosi" e non spendaccioni, si incazzano perché le poltrone dei posti chiave finiscono sempre in mano a paesi dell'Europa del Sud?

Morale: le cinque istituzioni più importanti nella risposta alla crisi finanziaria sono in mano a due paesi che sono sinonimo di bassa crescita, evasione fiscale, inefficienza, e spesa pubblica fuori controllo. Forse non sapremo come tenere a posto i bilanci, ma di sicuro sappiamo come tenere il culo sulle poltrone.


2- ASSICURAZIONI EUROPA, CIRCA 10% SOCIETÀ NON SUPERANO STRESS TEST
(Reuters) -
Quasi il 10% delle compagnie assicurative europee avrebbero bisogno di raccogliere capitali freschi in caso di un duro shock economico accompagnato da un forte calo dei corsi azionari, dei tassi di interesse e un crollo del mercato immobiliare.

Andrea Enria

Lo sostiene l'autorità di controllo del settore assicurativo europeo Eiopa che ha svelato i risultati di un stress test volto a misurare la capacità di resistenza del settore in condizione di shock economico.

DRAGHI

Secondo l'Authority, in questo scenario, tredici società di assicurazione si troverebbero con un deficit patrimoniale complessivo di 4,4 miliardi di euro rispetto al livello minimo di capitale richiesto dai requisiti patrimoniali di Solvency II.

L'Eiopa, che non ha pubblicato i nomi delle società , ha comunque sostenuto che lo scarso ammontare di capitale necessario stimato in uno scenario di stress rispetto ad un eccesso di capitale complessivo di 425 miliardi, dimostra che il settore ha un profilo di patrimonializzazione complessivamente solido.

Bini Smaghi

"Questo dimostra che nel complesso il settore assicurativo europeo ha una posizione patrimoniale in grado da garantire un buon assorbimento in caso di shock" ha detto ai giornalisti il presidente dell'Eiopa, Gabriel Bernardino.

barroso

"Adesso ogni azienda potrà disporre di un'analisi delle aree in cui sono più esposte e potranno prendere provvedimenti", ha aggiunto. Secondo l'Eiopa, inoltre, sei compagnie si troverebbero ad dovere affrontare un deficit patrimoniale di 2,5 miliardi di euro in uno scenario di un secondo shock accompagnato da un balzo dei rendimenti dell'emissioni sovrane.

Tuttavia, l'esposizione del settore ai bond emessi da paesi periferici della zona euro indebitati in modo critico è "gestibile", ha detto Bernardino.

 


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