Da Milano Franz Brambilla Perego per Dagospia
1- SCOLA LE SPINE!
Non troverà solo rose e fiori il nuovo cardinale Scola quando, a settembre, prenderà possesso della diocesi di Milano. Nel suo bouquet ci saranno anche delle spine.
Le spine hanno nomi. Primo nome monsignor Francesco Coccopalmerio, arcivescovo ausiliare fino al 2007, attualmente presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, è ancora influente nei corridoi di piazza Fontana.
Secondo nome monsignor Luigi Manganini, il potente arciprete del Duomo che sembra simpatizzare per la nuova giunta Pisapippa avendo questa promesso di non concedere più piazza Duomo a iniziative commerciali biecamente consumistiche come il negozio natalizio di Tiffany dello scorso anno.
Per di più Manganini, tutore del rito ambrosiano, ha fatto più volte muro di gomma nei confronti delle richieste di celebrare messa col rito latino della tradizione. Insomma, un pericoloso sovversivo. Uno che con Comunione & Fatturazione - di cui il nuovo cardinale è autorevole esponente - ha poco a che spartire.
Ma la spina più fastidiosa ha il nome del cardinale Gianfranco Ravasi, milanese aspirante al soglio di Ambrogio, sconfitto nelle segrete battaglie dentro le segrete stanze dei segreti palazzi vaticani. Autorevolmente promosso due anni fa ministro vaticano per la Cultura, voleva con tutto se stesso ricevere l'eredità di Dionigi Tettamanzi. Gli è andata male e ha fatto - almeno apparentemente - buon viso a cattivo gioco.
Ma continuerà a venire spesso a Milano dove ha mantenuto un forte legame con la "sua" Biblioteca ambrosiana, di cui è stato a lungo prestigioso e rispettato Prefetto. Lì c'è un suo uomo, monsignor Franco Buzzi; siccome il nuovo cardinale Scola è anche lui personalità dai forti connotati culturali, che fine farà il mite Buzzi? Se venisse esautorato o commissariato siamo proprio sicuri che l'elegante Ravasi continuerà a starsene zittto e quieto nei suoi affrescati appartamenti vaticani?
2 - UN NUOVO COORDINATORE REGIONALE DEL PDL?
Come da noi anticipato nei giorni scorsi, oggi il Nano di Hardcore prenderà in mano i due capponi litiganti di Milano, Guido Podestà e Mario Mantovani. Ma li prenderà separatamente, perché i due non sono capaci nemmeno di andare insieme a un appuntamento, nemmeno a quello con il Capo. Molti si augurano che ne escano spennati entrambi, con la nomina di un nuovo coordinatore regionale del Pdl.
Partito che intanto oggi continua a litigare anche in Comune, dove non si è ancora risolta la querelle tra il ciellino formigoniano Carlo Masseroli e il capogruppo uscente, il mantovaniano Giulio Gallera, che lottano per la nomina a capogruppo.
Su questa questione se ne innesta una terza, il rimpasto in Provincia preannunciato dal presidente Podestà per far fuori i mantovaniani, in primo luogo Silvia Garnero, nipote di Daniela Santanché, e l'assessore al bilancio Luca Squeri, oltre all'ex aennino Giovanni De Nicola assessore ai trasporti.
C'è vita a Milano, sembra di essere a Chicago negli anni 30.
3- VERTICE AD ARCORE TRA BERLUSCONI E PODESTÀ...
(Adnkronos) - Vertice questo pomeriggio ad Arcore tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Provincia di Milano Guido Podesta' per cercare di risolvere alcuni problemi legati alla gestione locale del partito anche se lo stesso Podesta' sottolinea come di fatto non sia cosi'.
"Ho chiesto un incontro con Berlusconi gia' la settimana scorsa -ha spiegato Podesta'- per problemi legati anche al partito ma si parlera' di aspetti inerenti all'Expo e all'amministrazione provinciale. Smettiamola con questo discorso dello screzio personale -ha sottolineato Podesta'- non e' questo. E' un fatto di natura politica".
Lo screzio in atto tra il presidente della Provincia e il coordinatore regionale Mario Mantovani sarebbe legato ai risultati elettorali. Nell'incontro di oggi dovrebbe esser presente anche il ministro Paolo Romani, per discutere anche del caso Monza-Brianza. Romani e' ancora assessore a Monza e l'incontro dovra' fare il punto sulla situazione brianzola dopo le accuse alla coordinatrice Elena Centenero di aver fatto alcune scelte sbagliate senza coinvolgere il partito.