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BASTA CON I \"BASTARDI\" - LA CAMERA APPROVA LA LEGGE CHE EQUIPARA I FIGLI NATURALI A QUELLI LEGITTIMI, EQUIPARANDO DIRITTI E GARANZIE (COME L’ACCESSO ALL’EREDITÀ, ALLARGAMENTO DELLE PARENTELE E DIFESA DEL COGNOME MATERNO) - SONO 100 MILA I BAMBINI NATI OGNI ANNO ‘NEL PECCATO’ (E CON IL CALO DEI MATRIMONI SONO DESTINATI AD AUMENTARE) - IL DISEGNO DI LEGGE (RELATRICE LA DUCIONA) HA RIPRESO IL MANTRA DI FILUMENA MARTURANO: “I FIGLI SO’ FIGLI”, SEMPRE E COMUNQUE…

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1 - ADDIO FIGLI "NATURALI" SARANNO TUTTI UGUALI
Paola Simonetti per "la Stampa"

ALESSANDRA MUSSOLINI

I figli sono figli. In qualunque condizione li si concepisca, fuori o dentro il matrimonio, restano detentori di diritti inalienabili e vincolanti per genitori e intero nucleo familiare collegato; nessuna etichetta potrà più marchiarli e, dunque, di fatto discriminarli. Le legge che equipara i figli «naturali» (18% delle nascite) a quelli «legittimi», approvata ieri alla Camera all'unanimità, getta una luce di completa svolta sul diritto di famiglia, e dei minori, in Italia.

La proposta legislativa bipartisan, composta di quattro articoli, ma frutto dell'unificazione di sei disegni di legge sia di maggioranza che di opposizione (tra cui una del governo) e la cui relatrice è stata Alessandra Mussolini (Pdl), ora passa al Senato per il via libera definitivo. La rivoluzione che ha coinvolto il Codice civile cancellando il termine di «figlio naturale» e introducendo un unico «status» di figlio senza ulteriori denominazioni; un particolare che appare come tutt'altro che una sfumatura: la cancellazione della parola rappresenta un ampio allargamento delle garanzie per i figli, consentendo ad ogni minore di essere portatore di un corollario di diritti fondamentali.

ROSY BINDI

Così come strutturato, il testo attuale del provvedimento sancisce che i figli, compresi quelli adottati, «hanno lo stesso stato giuridico», il che comporta il diritto «di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori nel rispetto delle sue capacità delle sue inclinazioni naturali e delle su aspirazioni», così come, e questo si configura come una delle novità più salienti, quello «di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti».

Non è tutto. Con un emendamento del Pd si è inoltre stabilito che il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo a quella della madre, se la paternità è stata riconosciuta successivamente. Il cognome della madre, comunque, non potrà mai essere sostituito da quello del padre.

L'approvazione unanime della proposta di legge, che ha saputo almeno in questa fase parlamentare compattare maggioranza ed opposizione, ha visto «la più viva soddisfazione» di Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, che ha sottolineato il cambiamento culturale e sociale dovuto, fra l'altro al capitolo del cognome: «La madre che riconosce per prima il figlio ha dichiarato - non vedrà cancellato il proprio cognome se in un secondo momento il bambino verrà riconosciuto dal padre».

Il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casellati definisce l'approvazione «un grande principio di civiltà: da oggi i figli sono figli e basta. Oggi, con questa approvazione, il nostro Paese scrive una bella pagina». Plaude anche la presidente del Pd Rosy Bindi, che ricorda come un provvedimento di questo tipo, attui il «principio costituzionale di uguaglianza», un via libera che, dunque, «rimuove le discriminazioni tra figli e supera l'arcaica e ipocrita distinzione tra quelli definiti legittimi e quelli definiti naturali, affermando una cosa semplice e giusta: tutti i figli, quelli nati da coppie sposate, quelli adottati e quelli nati da coppie che non hanno contratto matrimonio hanno tutti gli stessi diritti, le stesse tutele e le stesse opportunità».

sophia-loren-sara-filumena-marturano-72122

2 - «GLI "ILLEGITTIMI" NON SUBIRANNO PIÙ DISCRIMINAZIONI»
Paola Simonetti per "
la Stampa"

Una svolta epocale». Non ha dubbi l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione matrimonialisti italiani. «In Italia ci sono ogni anno 100mila figli "naturali", una fetta cospicua di popolazione che cresce visto il costante calo dei matrimoni».

Dunque, una legge necessaria.
«Quella differenza terminologica è uno sconcio e comporta, differenze anche nelle competenze giurisdizionali: i figli "naturali" sono sottoposti alla giurisdizione del giudice minorile, quello che si occupa del disagio, mentre i "legittimi" a quella del giudice ordinario. Una discriminazione: si considera la condizione del bambino nato fuori dal matrimonio come "disagiata" a prescindere».

Qual è il cuore del cambiamento?
«Si allarga il diritto del figlio nell'ambito dell'eredità, che prima non aveva in modo automatico. Un fratello "legittimo" aveva il potere di liquidare il fratello estromettendolo dall'eredità di un immobile. Ora il possesso di una casa, o di qualunque altra proprietà, si dividerebbe a metà.

sophia-loren-sara-filumena-marturano-72122

C'è poi l'allargamento delle parentele.
«Elemento nodale, perché si consente al figlio nato fuori del matrimonio di avere zii, cugini. Fino ad ora non è stato così: da uno zio senza figli e dunque eredi diretti, un figlio "naturale" non poteva ereditare. Oggi questo sarebbe possibile».

E poi c'è la novità del cognome.
«Cruciale il fatto che il cognome della madre non possa essere cancellato nel caso di riconoscimento tardivo del padre. Un diritto riconosciuto anche alle madri».

 


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