1 - PER LUIGI ABETE C'è UNA NUOVA CANDIDATURA ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA ?
Luigino Abete continua a sudare e assiste con sofferenza allo scontro sull'accordo firmato dalla Marcegaglia e respinto al mittente da Sergio Marpionne.
Per l'uomo che ha guidato la Confindustria dal '92 al '96 la dialettica sindacale è un copione che conosce a memoria, più dell'elenco di cariche che è riuscito a collezionare nella sua vita.
D'altra parte non bisogna dimenticare che uno dei più importanti "Protocolli" firmati tra l'Associazione degli imprenditori, i sindacati e il governo fu quello del 23 luglio '93 quando a Palazzo Chigi c'era Carlo Azeglio Ciampi e si raggiunse un'intesa sulla politica dei redditi e dell'occupazione.
In quella vicenda Luigino nel ruolo di presidente di Confindustria, riuscì ad affermare il principio della concertazione, un metodo che durò fino al "Patto di Natale" del 1998 quando al governo c'era D'Alema. Ai tempi della sua presidenza Luigino aveva di fronte personaggi come D'Antoni, Larizza e soprattutto Bruno Trentin, la mente più attrezzata della sinistra operaia, ed è con questo tipo di personaggi che riuscì a firmare un protocollo storico senza essere condizionato dalla Fiat.
Adesso Luigino soffre perché vorrebbe far capire una volta per tutte alla Marcegaglia che questo Marpionne con i suoi ultimatum cerca ogni pretesto uscire dalla Confindustria e avere le mani libere nel drastico ridimensionamento degli stabilimenti italiani. C'è poi un altro problema che fa sudare l'ex-tipografo romano al quale piacerebbe che l'amico Luchino di Montezemolo decidesse una volta per tutte il suo destino politico.
marchionneE stavolta a farlo soffrire è la manovrina furbastra di Giulietto Tremonti sulla quale Luigino è profondamente deluso perché non riesce a trovare traccia di misure fiscali forti.
Eppure dagli uffici di Assonime, l'Associazione dove è stato eletto presidente nel giugno 2009 si è lavorato giorno e notte con i funzionari e il direttore generale Stefano Micossi per proporre una patrimoniale che avrebbe potuto dare un gettito di almeno 9 miliardi.
L'idea è caduta nel vuoto ma è servita a tirar fuori dalle nebbie l'Associazione che rappresenta le società per azioni e a riportare Luigino sulla ribalta.
In fondo è questo che gli interessa più di ogni altra cosa perché la paura dell'oblio rappresenterebbe la fine di una carriera gloriosa e vanitosa. Per fortuna c'è chi spende parole di apprezzamento per il suo lavoro all'Assonime e arriva addirittura a ipotizzare che l'imprenditore romano possa riemergere dallo scontro tra la Marcegaglia e Marpionne per una nuova candidatura alla presidenza di Confindustria.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOQuesta tesi appare oggi sul settimanale "Il Mondo" dove si legge che il presidente di BNL dopo 20 anni potrebbe ricandidarsi e rendere la vita dura ai vari Rocca, Squinzi e Regina che tra meno di un anno cercheranno di salire sulla poltrona di Confindustria. È un'ipotesi che fa sorridere e sembra francamente irreale, ma secondo il giornale del Gruppo Rcs dove siedono tra gli azionisti gli amici Della Valle e la Fiat, "potrebbe avere una sua ragion d'essere, soprattutto in vista di una stagione che dovrà essere fortemente riformista e innovativa".
Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright Pizzi2- ROMA-UNICREDIT: SI SONO PERSE LE TRACCE DELLO ZIO TOM E DEI SUOI FANTOMATICI SOCI PER CUI NON C'È DA STUPIRSI SE OGGI IL "SOLE 24 ORE" SCRIVE CHE LA "GIRATA DELLE AZIONI AVVERRÀ RAGIONEVOLMENTE ENTRO IL 15 LUGLIO, MA L'OPA SLITTERÀ A SETTEMBRE".
Ai piani alti di Unicredit non c'è alcuna voglia di commentare le telefonate intercorse tra Bisignani e l'anonimo funzionario Luca De Dominicis sul licenziamento di Alessandro Profumo.
A differenza della liquidazione-monstre di Mister Arrogance (38 miliardi di euro), per il presidente tedesco Dieter Rampl e l'amministratore Ghizzoni queste pagine del passato vanno chiuse e dimenticate. Nei giorni scorsi mentre passeggiava nel centro di Milano il 64enne Rampl ha detto a un giornalista zelante che la scelta di Federico Ghizzoni quale successore di Alessandro Profumo è stata la più giusta, e ha aggiunto: "Federico gode del pieno rispetto, supporto e fiducia da parte del consiglio di amministrazione. Tutto il resto sono chiacchiere".
E chiacchiere anche se un po' fastidiose sono quelle che circolano intorno alla vendita della As Roma al paffuto italo-americano Tom DiBenedetto che continua a non dare segni di vita fino al punto da costringere Unicredit a nominare Paolo Fiorentino presidente della squadra.
AURELIO REGINAQui va detto che anche i corrispondenti italiani dei giornali a New York non riescono ad avere traccia dello zio Tom e dei suoi fantomatici soci per cui non c'è da stupirsi se oggi il "Sole 24 Ore" scrive che la "girata delle azioni avverrà ragionevolmente entro il 15 luglio, ma l'Opa slitterà a settembre".
È una storia infinita che comunque non intacca l'armonia tra l'austro-germanico Rampl e il piacentino Ghizzoni. Entrambi ne daranno una dimostrazione concreta lunedì mattina quando a Palazzo Barberini si aprirà un forum sul tema "Una crescita competitiva per una migliore occupazione" promosso da Unicredit con la partecipazione di numerose personalità tra cui il presidente dell'Istat, il direttore della Banca Mondiale in Europa, Pierluigi Celli, Susanna Camusso e il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria.
BISIGNANIIl top del convegno sarà comunque rappresentato dalla partecipazione di Giuliano Amato e di Giulietto Tremonti che quando Profumo fu cacciato non mancò di esprimere il suo disappunto.
ALESSANDRO PROFUMO3 - ICE, VATTANI CHE DICE?
Nel palazzo dell'Ice all'Eur i dipendenti e l'ex-ambasciatore Vattani stanno valutando le proposte sul destino dell'Istituto contenute nella manovrina furbesca di Giulietto Tremonti.
All'ex-ambasciatore e presidente, Umberto Vattani, non piace l'idea di dover fare i conti con il suo vecchio mondo della Farnesina, ma la soluzione è comunque meno tragica dell'azzeramento di una struttura che gli ha consentito di girare il mondo e di mettere a frutto la sua esperienza diplomatica.
D'altra parte non si può dimenticare che dal gennaio 2002 il Cavaliere ha sempre proposto che gli ambasciatori diventassero testimoni dell'export e del made in Italy, quindi prima o poi una cura dimagrante era inevitabile.
Non è comunque la soluzione che voleva Confindustria quando nella convention di inizio maggio a Bergamo la Marcegaglia chiese la privatizzazione dell'Ice dichiarando che gli imprenditori erano pronti a fare la loro parte.
Federico Ghizzoni UNICREDITCon la riforma proposta da Tremonti i 600 dipendenti che lavorano all'estero dovranno appoggiarsi alla rete delle ambasciate e dei consolati. Una delle sedi più importanti è sicuramente quella di New York dove da una paio di giorni è avvenuta una piccola rivoluzione. Infatti negli uffici di Park Avenue è stato nominato console una donna, Natalia Quintavalle che guiderà il consolato insieme a due viceconsoli donne.
La Quintavalle, nativa di Pietrasanta e con esperienze all'Onu e in varie capitali straniere, prenderà le sue funzioni il 5 settembre mettendo fine alle voci che fino a un paio di mesi fa davano sicuro in quell'incarico Giuseppe Scognamiglio, l'intraprendente diplomatico che ha scelto di accasarsi alle relazioni internazionali di Unicredit.
DIBENEDETTO-GMT/ROSS4 - AUDIRADIO IN LIQUIDAZIONE
L'autodistruzione della Rai si è arricchita di un altro tassello.
In ballo questa volta non ci sono i contratti per i "comunisti", ma il futuro di Audiradio, l'organismo nato nel gennaio 1988 per sviluppare le indagini sull'ascolto radiofonico. Dal '96 Audiradio è diventato una srl alla quale hanno aderito associazioni rappresentanti del mondo pubblicitario, editoriale e della radiofonia privata.
Adesso Audiradio va in liquidazione. Il consiglio di amministrazione presieduto da Vincenzo Vitelli (vicepresidente Upa e presidente di Audipress) ha preso atto dell'impossibilità di garantire il funzionamento di Audiradio e dei suoi organi sociali decidendo di chiudere la struttura.
TREMONTIDa un anno e mezzo a questa parte infatti l'Ente non è stato più in grado di produrre i dati di rilevamento radiofonico e la causa principale viene attribuita al disinteresse totale del socio Rai. In questa situazione la voce più indignata è quella di Eduardo Montefusco, il patron di Radio Dimensione Suono e presidente di RNA-Radio Nazionali Associate, che denuncia le responsabilità della Rai e gli effetti negativi provocati per la raccolta pubblicitaria dall'assenza di dati sugli ascolti radiofonici.
5 - "ALEMAGNO, IMPERATORE DI ROMA" DEDICA A CREMONESI E ALL'ACEA PAGINE MEMORABILI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ieri intorno alle 18,30 le orecchie del presidente dell'Acea e della Camera di Commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi, sono state trafitte da sibilo insopportabile.
Nella stessa ora infatti in una saletta vicino al Circo Massimo una pattuglia di giornalisti romani ha partecipato alla presentazione del libro "AleMagno, Imperatore di Roma" che dedica a Cremonesi e all'Acea pagine memorabili.
EDUARDO MONTEFUSCONel corso della presentazione durante la quale la giornalista del "Sole 24 Ore", Laura Serafini, ha vivisezionato i conti di Alemanno e dell'utility capitolina, sono state ricordate ad alta voce le parole con cui Cremonesi (già presidente dei costruttori romani) si presentò nel 2009 ai manager e ai dipendenti dell'Acea. Vale la pena di rileggerle insieme: "sono contento e orgoglioso di essere stato chiamato a guidare una bella ditta come questa...e voglio cogliere l'occasione per fare i miei auguri a tutte le maestranze".
Roba da far rizzare i capelli.