Paolo Panerai per "MF - Milano Finanza"
EUGENIO SCALFARI CON SIGARETTANella ricostruzione delle lobby e del potere dell'informazione può avere un significato non marginale rettificare le parole di Eugenio Scalfari nell'intervista a Repubblica di martedì 21 per ricordare il fondatore e grande direttore di Panorama, Lamberto Sechi. Scalfari, che con il passare degli anni si sente sempre più filosofo che giornalista, travisa la realtà quando sostiene che l'armonia con Sechi era totale, sia pure essendo loro due avversari in virtù della concorrenza diretta fra Panorama e L'Espresso di cui Scalfari era l'anima.
Niente di meno vero. Sechi, e io ero al suo fianco, si oppose fermamente e con tutte le sue forze all'accettazione da parte della Mondadori guidata da Giorgio Mondadori e Mario Formenton alle avance di Scalfari e Carlo Caracciolo per la fondazione del quotidiano che poi si è chiamato Repubblica.
Non per l'idea, che era ottima come poi i fatti hanno dimostrato, ma per le modalità di finanziamento con cui Scalfari voleva realizzarla. Essendo allora la casa editrice dell'Espresso non proprio navigante nell'oro, Scalfari (più che Caracciolo) si era inventato il cosiddetto giardinetto di finanziatori, per ridurre o azzerare quasi l'esborso di investimenti.
PAOLO PANERAIDel giardinetto facevano parte più imprenditori, alcuni rispettabili, ma i principi che condividevamo a Panorama non potevano far accettare un simile miscuglio fra editori puri e finanziatori con interessi ben maggiori fuori dall'editoria. Tanto più che il finanziatore più importante del giardinetto era un tale Nino Rovelli con la sua Sir dai miliardari finanziamenti dello Stato per le cattedrali nel deserto della chimica. Sechi, con il mio aiuto, convinse Formenton a porre come pregiudiziale per l'avanzamento del progetto che neppure una lira di finanziamento provenisse da soci differenti dalla Mondadori e dall'Espresso.
Con grave scorno di Scalfari, che alla fine dovette accettare. Il verbale della famosa riunione fondante a Sommacampagna, nella villa di Giorgio Mondadori, è stato da me pubblicato su il Mondo negli anni 80 e testimonia qual era il progetto di Scalfari. Si capisce, allora, perché Scalfari nell'intervista in memoria di Sechi abbia sostenuto che la sottotestata di Panorama, I fatti separati dalle opinioni, a suo avviso fosse un'illusione e che l'informazione non possa essere che di parte.
Lamberto SechiE infatti l'informazione dell'Espresso e di Repubblica è sempre stata tale, mentre il successo di Panorama dimostrò (purtroppo oggi non più, nonostante la bravura del direttore Giorgio Mulè) che credere in una informazione obiettiva, indipendente, dove appunto i fatti, le notizie, siano separate dalle opinioni, anche fisicamente nella pagina, non fosse un'utopia.
scalfari caraccioloSe L'Espresso e Repubblica non avessero scelto la strada dell'informazione violentemente di parte, molto probabilmente l'Italia avrebbe una democrazia migliore e una vita politica meno avvelenata. Quando qualcuno grida a squarciagola anche gli altri per farsi sentire devono alzare i toni fino a creare una torre di Babele.
Berlusconi e Mario Formenton da _l'UnitaCaro Eugenio, ricordare e rendere omaggio a Sechi negando quanto per anni lui è riuscito a fare con onestà intellettuale assoluta e risultati concreti ottimi, portando in Italia il miglior giornalismo occidentale, per dire che voi eravate in perfetta sintonia amicale, che nella fondazione di Repubblica avevate marciato di comune accordo, vuol dire semplicemente affermare il contrario della verità e non riconoscere neppure nel momento della morte capacità o volontà che tu non hai avuto, pur avendo fatto grande Repubblica.