1- L'ARRESTATO PER TANGENTI PAGAVA PURE LA FONDAZIONE DI D'ALEMA
GLI INQUIRENTI LAVORANO SU PRESUNTI FINANZIAMENTI A SOCIETÀ E PERSONE PER 200MILA EURO
Roberta Catania per "Libero"
Due perquisizioni, nella sede della Gse S.p.A (Gestore dei Servizi Energetici) e in una società di sistemi informatici, la Rdz. La prima è una società per azioni interamente controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che esercita i diritti dell'azionista con il Ministero dello Sviluppo Economico, ieri è finita nel mirino della procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti venute a galla per un appalto Enac, quello dei collegamenti tra Roma, Pisa e Firenze con L'Isola d'Elba.
Una mossa che potrebbe avere a che fare con il fantomatico "pizzino". Un foglietto che vale duecentomila euro e sei poltrone. Quello sul quale l'imprenditore Viscardo Paganelli, finito in carcere martedì scorso insieme al responsabile del settore aereo del Pd Franco Pronzato, avrebbe appuntato le (presunte) tangenti da pagare a persone e società vicine ad aree politiche di vari spicchi del Parlamento. Stando ai sospetti degli inquirenti, è evidente che l'uomo d'affari volesse cadere in piedi chiunque potesse aiutarlo, a cavallo della sua Rotkopf, a vincere la gara per il trasporto aereo verso l'Elba.
DALEMA PRONZATO CONSORTE MORICHINI TEDESCO DAL FATTODa 48 ore la situazione si è rovesciata: il prezioso aggancio politico ed economico (trascritto su quel foglio insieme al prezzo che si suppone sia costato a Viscardo) traballa. Il rischio è che parta l'effetto domino: le indagini del Nucleo di polizia Valutaria della Guardia di finanza - dopo l'arresto di Paganelli e del figlio Riccardo, di Pronzato e di Giuseppe Smeriglio (uomo di fiducia dell'ex consulente di Pierluigi Bersani ai Trasporti) - ora puntano sui quattro nomi inediti affiancati da numeri.
Cifre che, sommate, sfiorano i duecentomila euro, e che hanno già trovato la prima conferma nella confessione di Vincenzo Morichini, già amministratore delegato di Ina Assitalia Roma. Morichini sta offrendo una «piena collaborazione» che finora - con sorpresa dello stesso gip - gli ha fatto guadagnare la libertà nonostante sia, per sua stessa ammissione, dominus del giro di tangenti.
Morichini è da sempre molto vicino a Massimo D'Alema e forse non è una coincidenza che nell'inchiesta compaia anche la Fondazione Italianieuropei, vicina al Lider Maximo. Sul foglietto al centro dell'attività istruttoria, dove ci sono 40.000 euro riferiti a Pronzato (il cui dazio è confermato da Morichini che ne avrebbe intascato la metà), ce ne sono altri 30.000 destinati alla Fondazione (che li ha registrati, poiché acquisiti come contributi perfettamente leciti).
MASSIMO DALEMAA questo punto i pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, e il generale delle Fiamme Gialle Leandro Cuzzocrea che comanda il Nucleo della Valutaria, ritengono affidabili anche gli altri quattro appunti riportati sul "pizzino". La prova del nove, però, arriverà solo tra qualche settimana, al termine degli accertamenti incrociati.
Nel frattempo oggi sarà interrogato per rogatoria Franco Pronzato, finito in manette in Liguria. Il componente del consiglio di amministrazione di Enac è detenuto nel carcere di Marassi, a Genova.
Domani, invece, a Regina Coeli, quindi a Roma, compariranno davanti al gip che ne ha disposto l'arresto i tre imprenditori: Viscardo Paganelli e il figlio Riccardo, rispettivamente direc- tor e amministratore della società Rotkopf Aviation Limited, controllante la Rotkopf Aviation Italia (società che ha partecipato alla gara di appalto), e Giuseppe Smeriglio, uomo di Pronzato.
Sono due gli episodi che saranno loro contestati: i 40mila euro destinati dai Paganelli a Pronzato per ottenere il certificato di operatore aereo (Coa), necessario per la partecipazione alla gara, e consegnati al dirigente tramite l'intermediazione di Morichini; e una fattura da 28mila euro per «operazioni inesistenti» riconducibile alla Rotkopf e per la cui liquidazione Pronzato avrebbe esercitato delle pressioni.
Ed ecco che Baffino ritorna anche qui. Non lui, per carità, ma la sua Fondazione e una vecchia inchiesta (la costola da cui è nata questa su Pronzato). Un anno fa al centro di un'altra indagine degli stessi pm e della stessa Guardia di finanza c'era Morichini, che all'epoca non era «pentito». A parlare era un altro, Pio Piccini, che aveva «conosciuto» l'assicuratore vicino a D'Alema «presso la Fondazione Italiani Europei». L'imprenditore spiegava di avere «finanziato, alla luce del rapporto instaurato con il Morichini, la Fondazione Italiani Europei con due contributi da 15mila euro cadauno, elargiti attraverso le società Omega e Temis».
VIGNETTA KRANCIC SU BERSANI E PRONZATOInoltre Piccini raccontava di avere «stipulato un contratto di consulenza con la Soluzioni di Business, dietro corrispettivo di 2.500 euro mensili, finalizzato alla ricerca di canali, in particolare con la Finmeccanica, necessari all'assegnazione di appalti per le pubbliche forniture. In questo senso», si legge ancora nella sintesi del verbale riportata nell'informativa, «gli accordi prevedevano il riconoscimento in favore della SDB di una percentuale sugli affari conclusi, in misura del 5,5% del fatturato, da ripartire, poi, in misura proquota tra la Società Soluzioni di Business , la Fondazione Italiana Europei e il Partito Democratico».
Precorrendo i tempi, Piccini diceva anche «di avere attivato contatti, sempre con l'intermediazione del Morichini, con soggetti responsabili delle Aziende ospedaliere in Umbria, finalizzati all'assegnazione di pubbliche forniture».
2- ITALIANIEUROPEI SCARICA LA RESPONSABILITÀ SULL'EX AMICO - TUTTA COLPA DI MORICHINI
Chiara Paolin per "il Fatto quotidiano"
Che sia semplicemente la declinazione del tafazzismo ai tempi della P4, o il pegno di sinistra all'eterna Italia da marciapiede, il clima nelle alte sfere dalemiane permane stoico: "Siamo a Bruxelles, parliamo di Europa. Per la Fondazione non ci sono novità, vi abbiamo già detto tutto due mesi fa".
Pronzato BersaniMostra distacco e pure un filo di insofferenza Daniela Reggiani, portavoce di Massimo D'Alema nonché addetta stampa di Italianieuropei, la fondazione finita nel vortice delle mazzette che il mediatore Vincenzo Morichini avrebbe ottenuto in cambio di un lobbyng serrato in area Pd.
L'imprenditore Pio Piccini coi magistrati sta parlando chiaro: davo soldi a Morichini per ottenere appalti, e anche la Fondazione era tra i destinatari. Infatti a registro risultano due suoi contributi da 15mila euro l'uno. Idem per i Paganelli, padre e figlio, interessati ai benefici lasciapassare Enac (vedi arresto Pronzato). Quanti altri tra i clienti di Morichini avranno omaggiato Italianieuropei di un obolo più o meno disinteressato? Di certo alcuni, e non solo Piccini, hanno avuto poderosi appalti pubblici, vivificando in tutta Italia la rete dell'affarista umbro.
Paolo IeloLa Reggiani sbuffa: "Per noi è tutto in regola, ogni donazione è stata registrata secondo i termini di legge. E se anche qualcuno avesse pagato pensando di ottenere non so quale vantaggio, la Fondazione non avrebbe alcuna responsabilità. Le carte sono a posto: andate in Camera di Commercio o in Prefettura a controllare, non abbiamo nulla da nascondere".
Eppure il nervosismo vibra tra i nomi eccellenti che l'istituto ha radunato in 13 anni di onoratissima attività. Basti dire che ben due capi di Stato, Napolitano e Ciampi, furono tra i fondatori. E che dietro l'attuale presidente, Massimo D'Alema, è schierato un bel po' del gotha di sinistra: Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Gianni Cuperlo, Anna Finocchiaro, Miguel Gotor, Enrico Letta, Ignazio Marino, Luciano Violante, Nicola Zingaretti. E ancora, l'intelligentia di taglio internazionalista: Remo Bodei, Luciano Canfora, Marc Lazar, David Miliband, Otto Schily, Margot Wallstrom. Tutta gente che ci ha messo la faccia. E, adesso, pure qualche dubbio: come funziona davvero la fondazione?
GIUSEPPE CASCINIL'organizzazione economica è affidata a un uomo forte dei cda, Andrea Pèruzy: Poligrafico dello Stato, Crédit Agricole, Astrim, Alenia, Finmeccanica i board che ha consigliato e/o presieduto di recente. Per Italianieuropei Pèruzy ha proposto una formula sicura: "Il format anglosassone offriva le migliori garanzie - spiega Matteo Orfini, responsabile culturale del Pd e fido dalemiano -. Per la raccolta pubblicitaria e per le sponsorizzazioni abbiamo deciso di affidarci a un professionista, separando il fund-rising dalle attività dell'istituto per evitare qualsiasi tipo di commistione".
Purtroppo il professionista in questione è Morichini, un signore che secondo la squadra mobile di Roma aveva uno stile tutto suo nel trattare affari. Le intercettazioni raccontano di conversazioni con una gentile maitresse interessata a produrre una rivista per Alitalia e disposta anche a qualche sacrificio notturno pur di ingraziarsi i Morichini boys. "Io ho fatto la brava bambina - lo stuzzica la donna al cellulare - mentre Franco e Roberto, con le mie amiche, hanno fatto i cattivi...".
Roberto De Santis, imprenditore, e Franco Mariani, manager statale, sono pugliesi e legati a D'Alema, dal veliero Ikarus e non solo. Per questo la signora, certa del sostegno in team per la sua buona causa, così sentenzia alla vigilia del contatto tra Mariani e il responsabile delle pr Alitalia, Zanichelli: "Ma questi so' pazzi , ma che stiamo scherzando? L'Alitalia che dice di no a D'Alema! Ma non esiste, non è possibile...".
GIULIANO AMATOInsomma Morichini è uno che, a volte, vola basso. Come mai fu scelto proprio lui per gestire gli introiti della nobile fondazione europeista? "É sempre stata una persona seria, affidabile - allarga le braccia Orfini -. Un amico, direi. Pranzi, cene. Non so cosa salterà fuori davvero dalle indagini, ma per me è una sorpresa assoluta. Se verranno confermate le accuse, è chiaro che abbiamo commesso uno sbaglio".
Cenere sul capo anche per Gianni Cuperlo, responsabile Pd della comunicazione e sostenitore di Italianieuropei: "Attendiamo l'esito giudiziario, speriamo sia tutto smentito, ma in un Paese come il nostro occorre la massima attenzione nel selezionare le persone. A D'Alema non rimprovero nulla: siamo tutti noi, sono io a dover garantire più trasparenza e serietà a chi crede nella Fondazione. E nel Pd".
Luciano ViolanteMa l'idea lanciata dal Fatto quotidiano di mettere online bilanci (non aggregati, cioè leggibili nel dettaglio) e l'elenco dei donatori? "Diciamo che rifletteremo sulla vostra proposta" concede la portavoce Reggiani dopo lunga disamina. Anche gli dei dell'olimpo dalemiano possono scendere in terra.
3- PERQUISITA UNA SOCIETÀ DEL TESORO MORICHINI NEL MIRINO...
Estratto dall'articolo di Flavio Haver per il "Corriere della Sera"
Gli appalti sulle fonti rinnovabili. E su forniture informatiche di altissimo livello tecnologico. Sono i due nuovi filoni d'indagine aperti sulla scia di quello sull'Enac per i collegamenti aerei con l'Isola d'Elba che ha portato in carcere per corruzione l'ex collaboratore dell'allora ministro dei Trasporti Pier Luigi Bersani, Franco Pronzato, e gli imprenditori Viscardo e Riccardo Paganelli.
La Guardia di Finanza ha perquisito nella sede del Gse (Gestore dei servizi energetici, società per azioni interamente controllata dal ministero dell'Economia) l'ufficio dell'amministratore delegato Nando Pasquali e di un altro funzionario, Mauro Rossini. E lo stesso è accaduto in un'azienda milanese, la Rdz sistemi. Al centro delle verifiche una serie di rapporti sospetti tra il faccendiere Vincenzo Morichini e soggetti politici e con ruoli istituzionali che avrebbero potuto favorire il buon esito di gare a cui erano interessati imprenditori in contatto con lui.
FONDAZIONE ITALIANIEUROPEINell'inchiesta dei pm Stefano Cascini e Paolo Ielo non ci sono nuovi indagati, ma le verifiche del nucleo di polizia valutaria delle Fiamme Gialle sembrano destinate a produrre sviluppi a breve: sarebbero stati rinvenuti documenti decisivi per dare nuovo impulso agli accertamenti. L'inchiesta ruota attorno a Morichini (è l'ex amministratore del consorzio di agenzie Ina Assitalia di Roma ed è legato a Massimo D'Alema), ritenuto dagli investigatori al centro di una serie di operazioni sospette.
Tutto nasce dalle dichiarazioni dell'imprenditore umbro Pio Piccini (ex presidente del gruppo Omega), che ha parlato della «natura lobbistico-affaristica dei rapporti intrattenuti con Morichini» . E il gip Elvira Tamburelli nell'ordinanza di custodia cautelare ha sottolineato come Piccini abbia raccontato di 2.500 euro versati ogni mese a Morichini (accusato di corruzione) per la sua attività di intermediario, oltre «ad una percentuale del 5 per cento del valore degli affari procacciati suddivisi tra Morichini e la sua società Sdb, la Fondazione Italianieuropei e il Partito democratico».