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1- IL GIP DI NAPOLI GIORDANO NELLA SUA ORDINANZA FINALE HA CASSATO BUONA PARTE DELLE INTERCETTAZIONI INDIRETTE (SECONDO LUI NON LEGALI) EFFETTUATE DA CURCIO E WOODCOCK MA LA PROCURA LE HA DEPOSITATE EGUALMENTE AGLI ATTI. COMPRESI 133 SEGMENTI DI INTERCETTAZIONI AMBIENTALI FRA BISIGNANI E IL MINISTRO PRESTIGIACOMO 2- GLI SMS AL MIELE INVIATI AL BANANA DELLA SEGRETARIA DI PAPA, MARIA ELENA VALENZANO (NON INDAGATA): \"SEI LA VERA RIVOLUZIONE DI QUESTO PAESE CHE GRAZIE A TE PER LA PRIMA VOLTA È DIVENTATO CONSAPEVOLE DI SE STESSO. BACI, TI VOGLIO BENE\" 3- 14.952 PAGINE, 70 MILA TELEFONATE, 4.415.628 TRA ’’FILE’’, EMAIL, CHIAMATE EFFETTUATE VIA INTERNET: IL BILANCIO DELLE INTERCETTAZIONI SVOLTE DALLA POLIZIA GIUDIZIARIA 4- L’ULTIMO SCAMPOLO INTERCETTATO DAL GRANDE ORECCHIO. BRIATORE A BISIGNANI: \"DANIELA (SANTANCHè) SE C’È LA MAMMA DAVANTI TIRA GIÙ L’ACCELERATORE E LA FA DIVENTARE COME UNA SOGLIOLA. LA RUSIC MOLLA L’ACCELERATORE E CERCA DI EVITARLA...\"

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1- PIU' DI 4,5 MILIONI GLI ELEMENTI INTERCETTATI DAI PM NAPOLETANI
Almeno 70 mila le telefonate. E, in più, 4.415.628 tra «file», email, chiamate effettuate via internet. È questo il bilancio delle intercettazioni svolte dalla polizia giudiziaria nel corso dell'inchiesta napoletana sulla cosiddetta P4. Lo rivela Panorama, in un articolo che sarà pubblicato sul numero in edicola da domani, giovedì 30 giugno.

Il settimanale, analizzando le 14.952 pagine depositate agli atti dai due pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, ha dedotto i dati dai numeri progressivi di intercettazione relativi alle utenze telefoniche tenute sotto controllo, a partire da quelle dell'indagato Luigi Bisignani, e dai numeri progressivi collegati agli elementi raccolti dal sistema «Querela».

Questo è il virus informatico che i tecnici della procura napoletana hanno inoculato nel computer di Bisignani, trasformandolo in una macrospia: attraverso il Querela, infatti, di quel pc è stato possibile per gli inquirenti leggere tutte le email, ascoltare tutte le chiamate eseguite con il sistema Voip, ascoltare le conversazioni avvenute nelle vicinanze dell'apparecchio, nonché analizzare tutti i documenti che vi erano conservati.

Panorama aggiunge che l'operazione di intercettazione con il Querela è stata avviata nel dicembre 2010 e si è interrotta nell'aprile 2011. Il settimanale riporta anche una lettera, indirizzata il 16 aprile dalla Guardia di finanza ai due pm, dove un ufficiale, dopo un periodo d'inattività sul computer di Bisignani controllato, chiede ai magistrati di «valutare l'opportunità di cessare le operazioni, considerato l'elevato costo del sistema d'intercettazione telematico».

2- FURBATE NELL'INCHIESTA P4
Franco Bechis per "Libero"

Per sei volte nelle prime settimane di gennaio il gip di Napoli, Luigi Giordano, ha rigetto le richieste dei pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock che chiedevano di proseguire le intercettazioni telefoniche nei confronti di Luigi Bisignani e altri personaggi pizzicati al telefono con lui. Per questo si assottigliano e non di poco le telefonate e gli incontri registrati dai pm dalla metà di gennaio ad oggi.

Il gip ha rifiutato le autorizzazioni a proseguire in intercettazioni indirette nei confronti di parlamentari della Repubblica e anche di semplici indagati per cui secondo il giudice erano già evidenti le esigenze istruttorie senza bisogno di invadere ulteriormente la loro privacy.

È stato poi lo stesso giudice Giordano nella sua ordinanza finale a cassare buona parte delle intercettazioni indirette secondo lui non legali effettuate fra maggio 2010 e dicembre 2010 dai due pubblici ministeri. Ma la procura, ricorrendo al tribunale del Riesame contro le cesoie agitate dal gip, le ha depositate tutte egualmente agli atti. Fra queste ci sono centinaia di intercettazioni ambientali e telefoniche indirette con una decina di parlamentari: uno indagato, come Alfonso Papa (per cui si chiede l'arresto).

Tutti gli altri no: Daniele Capezzone, Italo Bocchino, Ignazio La Russa, Andrea Ronchi, Luca Barbareschi, Franco Frattini, Marco Milanese, Stefania Prestigiacomo, Mariastella Gelmini. Tutti questi colpevoli solo di essere stati al telefono- il più delle volte a commentare la situazione politica- con Bisignani. Agli atti sono state depositati anche 133 segmenti di intercettazioni ambientali fra lo stesso Bisignani e il ministro dell'Ambiente, onorevole Prestigiacomo. Tutti relativi ai giorni 15-18 e 22 novembre 2010 e al 2 dicembre successivo. Si tratta di conversazioni politiche o su argomenti privati della durata complessiva di 2 ore, 30 minuti e 58 secondi.

In modo ancora più difficile da giustificare per i pm ci sono anche 135 telefonate o sms intercettate ad altri quattro parlamentari. Tutti al telefono con Maria Elena Valanzano, ex collaboratrice di Papa e di Bisignani che non risulta fra gli indagati al termine dell'inchiesta. Il dossier Valanzano- contestato dal gip- è stato comunque depositato agli atti.

E in esso ci sono 10 contatti telefonici con il senatore Luigi Compagna, 24 contatti telefonici con l'onorevole Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, 40 contatti telefonici con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e 61 contatti telefonici con l'onorevole Papa. Discussi dal gip, ma comunque depositati agli atti, decine di pedinamenti (con tanto di scatti fotografici) dell'onorevole Papa compiuti da forze di polizia giudiziaria in violazione delle prerogative parlamentari.

I pm in qualche caso hanno scelto la strada consentita dal codice di proseguire con intercettazioni di urgenza da farsi convalidare successivamente dall'ufficio del gip, cosa che due volte è avvenuta senza coinvolgere Giordano. Altre volte hanno proseguito a compiere intercettazioni ambientali anche quando il gip aveva fatto chiaramente capire il suo no.

Giordano ad esempio aveva rigettato al richiesta dei pm di proseguire con le intercettazioni ambientali nell'ufficio di Bisignani attraverso il sistema della e-mail spia il 2 febbraio scorso. Il no era motivato proprio dalla documentazione depositata sulla Prestigiacomo : «nel corso delle precedenti intercettazioni del medesimo luogo è risultata la frequentazione da parte di una parlamentare. La parlamentare non è indagata, non essendo emerso alcun elemento di reato a suo carico. Per contro, questo giudicante ritiene che l'esame dei risultati delle captazioni durante un certo arco temporale (reputati peraltro nell'informativa significativi sostanzial mente solo nella parte relativa proprio alle conversazioni fra l'indagato e la parlamentare), il fatto che la parlamentare fosse stata presente nell'ufficio per quattro volte in due mesi sia elemento sufficiente a giudicare abituale o comunque ripetuta la sua presenza».

Così secondo il gip quella autorizzazione che lui ha negato avrebbe aggirato i limiti della legge «la cui ratio- si ribadisce- risiede nell'impedire che l'ascolto di colloqui riservati possa incidere sullo svolgimento libero del mandato elettivo e che sottende un bilanciamento di interessi compiuto dal legislatore e non rimesso al giudicante».

Verrebbe da dire: esiste un giudice a Napoli. Ma dopo questa staffilata del 3 febbraio le intercettazioni ambientali nell'ufficio di Bisignani sono comunque proseguite, almeno fino all'11 marzo scorso. Più rarefatte quelle telefoniche. Ma visto che Bisignani cambiava linea telefonica con una certa frequenza, per ogni intercettazione c'era il decreto ad hoc e le sue proroghe. Di fatto sono proseguite fino agli ultimi giorni di marzo su qualche linea telefonica, mentre per le sei per cui il gip aveva detto di no si è smesso.

Una delle ultime telefonate agli atti è del 28 marzo scorso, e al telefono c'erano Bisignani e Flavio Briatore, con al centro del colloquio la possibilità che Elisabetta Gregoracci tornasse a lavorare qualche mese in Rai e alcuni giudizi non proprio entusiasti sulla comune amica Daniela Santanchè, che veniva valutata comparativamente con Rita Rusic, stabilendo che certamente la prima era più determinata, fredda e aggressiva della seconda.

È l'ultimo scampolo intercettato in questa inchiesta sulla P4. Briatore sostiene che ad esempio se alla Santanchè e alla Rusic si affida una macchina chiedendo di portarla fino in fondo, la prima lo fa saltando qualsiasi ostacolo. La seconda frena e cerca di evitarlo, perdendo il tragitto: «Daniela se c'è la mamma davanti tira giù l'acceleratore e la fa diventare come una sogliola. La Rusic molla l'acceleratore e cerca di evitarla...». Da questa battuta, che sicuramente ha scarso rilievo giudiziario, si chiude il grande orecchio con cui il tribunale di Napoli intercettava la fantomatica P4.

3- GLI SMS RUBATI AL CAV: «BACI, TI VOGLIO BENE»
INTERCETTATA LA SEGRETARIA DI CALDORO: NEANCHE L'OMBRA DI UN REATO, SOLO TANTE CONVERSAZIONI (PRIVATE) COL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Fosca Bincher per "
Libero"

Maria Elena Valanzano per due anni è stata assistente dell'onorevole Alfonso Papa. Nell'inchiesta sula P4 non risulta oggi indagata. È entrata nel mirino dei magistrati per avere ricevuto un contratto di consulenza da mille euro al mese da un imprenditore che l'aveva offerto solo per fare un favore al Papa. Lei però dopo un po' ha protestato perché non le andava di essere pagata per non fare nulla e il contratto è stato risolto anticipatamente.

Per i magistrati di Napoli la Valenzano è un teste-chiave, sia per i rapporti con Papa che per quelli con Luigi Bisignani, con cui ha avuto un rapporto personale stretto per oltre un anno. Prima di chiarire l'episodio della finta consulenza, la Valanzano è stata a lungo intercettata. Lei ha la passione per la politica. Cercò di farsi candidare alle europee del 2009, ma fu una delle tre ragazze restate fuori dopo la rottura fra Silvio Berlusconi e Veronica Lario. Bella, bionda e assai vivace, la Valanzano non era una velina come altre.

Ma è finita in mezzo a quel gruppo e ne è restata scottata. L'anno dopo è stata candidata alle regionali in Campania: prima delle non elette. Essendo avvocato, è stata comunque recuperata nello staff legislativo del presidente della Regione, Stefano Caldoro. Intercettando i suoi telefoni, i magistrati hanno intercettato anche parlamentari. Fra loro il presidente del Consiglio, che aveva un rapporto stretto sia con Maria Elena Valanzano che con la sorella Barbara, che fa l'attrice. Ecco alcune intercettazioni agli atti fra le 40 che accomunano Maria Elena e Berlusconi.

LA SEGRETARIA
3 gennaio 2011 - Maria Elena Valanzano cerca il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al suo numero privato. Fa suonare per sei secondi e la linea cade. Riprova. Il numero è staccato. Riprova una terza volta, ma per 27 secondi il cellulare suona a vuoto e poi la linea cade. Sono le 14 e 43. Alle 15 e 35 prova con la segreteria di Berlusconi. Annota la guardia di Finanza: "Valenzano Maria Elena chiama la segreteria del presidente (trattasi di Berlusconi), presentandosi come l'avvocato Valanzano e chiedendo all'interlocutrice la possibilità di vedere il presidente. L'interlocutrice riferisce alla Valanzano che il presidente era in partenza, per cui lei si poteva organizzare in merito. Si salutano.

La Valanzano si mette a caccia. Chiama Francesco Bigliardo, assistente di Nicola Cosentino, e gli racconta la sua vana caccia a Berlusconi: "Maria Elena dice di avere provato sul cellulare. Squillava, ma a suo avviso forse non lo aveva neanche lui, ma qualche guardia del corpo (...) Maria Elena riferisce al suo interlocutore che lei aveva il cellulare di Alfredo che l'interlocutore della Valanzano definisce «il suo maggiordomo» (di Berlusconi), per cui tramite Alfredo poteva vedere per contattarlo. La Valanzano riferisce all'interlocutore che lei voleva fare soltanto una visita di affettuosità, ma a suo avviso non era il momento, visti i casini che questa persona (il Presidente) aveva a livello politico.

OCCHI SU MICCICHÈ
4 gennaio 2011 - La Valanzano chiama l'onorevole Alfonso Papa. "Maria Elena gli dice una cosa in anteprima, e cioè che Miccicchè si sta muovendo in Campania e Maurizio Iapicca sta facendo la sponda perché glielo ha chiesto il Presidente. Alfonso dice che è la Carfagna che se ne andrà con Miccichè e le dice di non dire a nessuno (...)

5 gennaio - Valanzano al telefono con Bigliardo. "accennano al fatto che il Presidente è stato ad Arcore. L'uomo dice che ci sta qualcuna che gli sta rompendo le scatole e Maria Elena gli chiede il nome, ma lui risponde - scherzando - che per telefono non farà il nome. L'uomo dice che è una donna che probabilmente diventerà deputata.

6 gennaio - Altra telefonata fra Valanzano e Bigliardo. La Valanzano commenta una intervista su Il Fatto di Daniela Santanchè contro Giulio Tremonti. Lei annota: "Tremonti si sente o si sentiva spesso con quella persona, Gigi (Bisignani), in quanto nel mese di luglio quando lei si sentiva spesso con questa persona, lui diceva sempre che era al telefono con Giulio..."

9 gennaio, ore 19 e 37 - La Valanzano dopo due squilli a vuoto al telefonino di Berlusconi, gli invia un sms: "Caro Presidente, pur lasciate diverse chiamate anche in segreteria non ho purtroppo avuto il modo di sentirTi. Ma spero e credo che non mancheranno altre prossime. Divenuta ora la prima dei non eletti in Campania inizio l'anno ancor più attenzione ed impegno, augurandomi di potere continuare con sempre maggiore impegno ed entusiasmo questo affascinante percorso intrapreso. Seppur forte nelle sensazioni che trasmette, in questo periodo mi sto confrontando quotidianamente con Alfonso che sta subendo vari attacchi. Gli sono molto vicina moralmente e umanamente. La Tua idea delle cose mi dà questa forza. Speriamo a presto. Un forte abbraccio con immenso bene. Maria Elena"

IL CAVALIERE RICHIAMA
Berlusconi riceve l'sms e prova a fare una chiamata. La linea cade subito. La Valanzano riprova lei a chiamare. Sette volte, ma senza successo, fra le 19 e 39 e le 20 e 49. Una sola volta la linea è libera, fa squillare per 42 secondi ma non risponde nessuno. Riproverà senza successo alle 22 e 55 e il mattino successivo alle 7 e 52, alle 8 e 45 e alle 9 e 18.

13 gennaio - La Valanzano non riuscendo a contattare Berlusconi ci prova con Denis Verdini. Invia un sms: "domani arrivo a Roma alle 19 e vi rimango fino a domenica. Credi ci sarà occasione per salutarci? Mi farebbe piacere. Un bacio. Maria Elena".

14 gennaio - Sms della Valanzano a Silvio Berlusconi. Il messaggio si interrompe a metà perché non c'è più credito nel telefonino. La Valanzano fa la ricarica di emergenza di due euro e riprende. Ecco il testo integrale: "Sono bellissime le foto che ora guardo su Chi. Arriva la serenità che solo chi ha un animo profondamente, autenticamente perbene e buono riesce a trasferire. Tutto passa ma non il bene perché è sinonimo di bello e di armonia. Senza retorica, mio Caro Presidente, sei la vera rivoluzione di questo Paese che grazie a Te per la prima volta è diventato consapevole di se stesso. Baci con immenso bene. Maria Elena".

 


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