Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

SANTACROCE E DELIZIA - LA PAZZA PROVOCAZIONE DI ISABELLA SANTACROCE DI METTERE ALL’ASTA LA PROPRIA AUTOBIOGRAFIA - UN testo di 120 pagine, dieci copie numerate, strette in una fascia di raso color viola liturgico con la stella di David, racchiusE in una bara di legno con incisioni a fuoco - la prima copia della sua autobiografia è stata battuta all’asta per euri duemiladuecentoventi...

$
0
0

Camillo Langone per "Libero"

ISABELLA SANTACROCE

Isabella Santacroce è la risposta italiana al fenomeno degli e-book. Non perché lo imita ma perché fa l'esatto contrario: anziché vendere i suoi libri a novantanove centesimi di dollaro, come fanno tanti autori americani di ovvio, facile successo, lei li vende a duemiladuecento euri.

E ho arrotondato per difetto: la prima copia della sua autobiografia è stata battuta all'asta per euri duemiladuecentoventi, a voler essere precisi. Non è la Bibbia di Gutenberg, non è il manoscritto perduto dei Canti orfici di Dino Campana, è un libro contemporaneo stampato su una stampante qualsiasi.

E allora il prezzo come si giustifica? Con il limitatissimo numero di copie, dieci, e col nome dell'autrice, l'ultima diva della letteratura italiana. Fossi un bibliofilo danaroso come Umberto Eco, Marcello Dell'Utri o Franco Maria Ricci non me la farei scappare questa bibliofollia. Però prima di procedere all'intervista devo confessare il mio conflitto d'interessi, se di interessi si può parlare: io amo Isabella Santacroce.

La amo a prescindere dai suoi libri, che spesso non capisco, e dalle sue iniziative, che mi lasciano tra lo stupefatto e il perplesso. Tutto è cominciato nell'ormai lontano 1995, quando per la prima volta presi in mano ''Fluo'', libretto dalla copertina fucsia che mi fulminò sulla strada di Riccione. Da allora non sono più riuscito a liberarmene: in sedici anni neanche un minuto di non Isabella.

A mia parziale discolpa posso addurre che nella sua trappola ci sono caduti in tanti, anche critici letterari di prim'ordine: da Cesare Garboli che la definì «prosatrice d'arte di altissima qualità, ipnotica, incantatoria, uno dei cinquanta autori più rappresentativi della seconda metà del Novecento» a Renato Barilli secondo il quale V. M. 18 è uno dei libri più importanti del nuovo millennio.

ISABELLA SANTACROCE

Ma come ti è venuta in mente quest'idea dell'asta?
«Mi è venuta come mi sono venute in mente tantissime altre idee, io ho sempre fatto cose che nessun altro scrittore ha mai fatto».

Nessuno nessuno?
«Che io sappia nessuno ha mai scritto un'autobiografia non per pubblicarla con un editore ma per venderla direttamente all'asta».

Hai ragione. Però spiega meglio come si presenta l'oggetto, visto che in libreria non si trova.
«È un testo di 120 pagine stampato con la mia stampante proprio per non farlo leggere a nessuno, nemmeno al tipografo. Sono in tutto dieci copie numerate, personalizzate con una mia dedica autografa e strette in una fascia di raso color viola liturgico con la stella di David».

Perché la stella di David?
«Non lo so».

Come sarebbe a dire "Non lo so"?
«Non lo so. Il mio numero è il cinque ma non so perché, il mio colore è il verde ma non so perché: la vita è un mistero e tutto è talmente incomprensibile».

IO NON SO CHI SONO AUTOBIOGRAFIA DI SANTACROCE

Infatti l'autobiografia si intitola "Io non so chi sono". E oltre la fascia di raso color viola liturgico c'è un cofanetto, uno scrigno?
«C'è una bara».

Una bara?
«Il libro è racchiuso in una bara di legno con incisioni a fuoco, realizzata da un falegname di Riccione. Perché scrivere un'autobiografia è come celebrare il funerale dei propri ricordi che è bene stiano dentro una bara».

Certo.
«Non dire "certo", non trattarmi come una matta».

Ma che dici, secondo me i veri matti sono quelli che comprano ‘Caro Papa, ti scrivo' di Piergiorgio Odifreddi. Tu non sei una matta, tu sei un'artista.
«Io sono uno scrittore puro, io sono il mio nome, non faccio altro che fare il mio nome: Isabella Santacroce».

Credo sia faticoso essere tutti i giorni e tutto il giorno Isabella Santacroce.
«Molto faticoso. Penso che poche cose si possano scegliere nella vita, anzi nessuna. È così, non serve ribellarsi: io vivo in una prigione di parole, neanche volendo potrei mai dimenticarmi di essere Isabella Santacroce».

biografia di isabella santacroce

Tornando all'asta, duemiladuecento euri per una sola copia sono una bella cifra, con quest'idea ci stai facendo dei bei soldi.
«Non ho voglia di parlare di soldi, i soldi in questa storia dovrebbero apparire nei titoli di coda: l'importante è l'idea, un'idea che non è mai venuta a nessun altro».

Visto che sei così abile nell'autopromozione ha mai pensato di autoprodurti pubblicando un e-book scavalcando le case editrici, come cominciano a fare in America?
«Io non farò mai gli e-book. Non hanno nessun valore, mancano di qualsiasi bellezza, non mi interessano e non so se sono una risposta alla crisi dell'editoria, io della crisi dell'editoria non sapevo niente fino a quando qualcuno mi ha detto che la mia asta poteva essere una risposta alla crisi dell'editoria. Io sono sempre altrove, magari il mio prossimo romanzo uscirà in due copie scritte a penna».

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles