Stefania Tamburello per il "Corriere della Sera"
Draghi tra Saccomanni e GrilliIl colpo d'acceleratore non ha funzionato. L'obiettivo enunciato qualche giorno fa dal premier Silvio Berlusconi di fare presto nello scegliere il sostituto di Mario Draghi al vertice della Banca d'Italia si è infatti ridimensionato. Il segnale del rallentamento dei tempi è arrivato dal consiglio superiore della Banca, a cui la legge chiede di dare un parere sul candidato alla nomina di governatore, che non ha accolto l'invito del premier a prendere la scorciatoia nelle procedure previste.
Quelle procedure il cui rispetto puntuale e temporale è stato richiamato dal capo dello Stato per arrivare a una scelta del nuovo inquilino di Palazzo Koch trasparente ed efficace. Come si siano svolte le cose lo ha spiegato lo stesso consigliere anziano Paolo Blasi in apertura della riunione a Palazzo Koch.
Blasi in sostanza ha detto di aver ricevuto nei giorni scorsi una lettera da parte del presidente del Consiglio nella quale si chiedeva genericamente di porre all'ordine del giorno della seduta del consiglio il punto relativo al parere sulla nomina del governatore, di cui all'art. 17 dello Statuto della Banca d'Italia che riporta il dettato della legge sul risparmio.
il_ministro_tremonti_e_premier_berlusconiA tale proposito Blasi ha osservato che poiché la richiesta di Palazzo Chigi «non reca indicazioni di possibili candidati in ordine ai quali rilasciare il previsto parere» , ha ritenuto che «non sussistessero i presupposti» per deliberare il parere. Che richiede quanto meno l'indicazione di un nome. E non si può certo limitare al disegno di un identikit o all'indicazione dei criteri per individuare il candidato ideale.
Ovviamente Blasi e il consiglio hanno espresso la più ampia disponibilità a esaminare «nell'ambito dei poteri ad esso attribuiti dalla legge e dallo Statuto» , le proposte di nomi di possibili candidati provenienti da Berlusconi. La riunione del consiglio così è proseguita sulla base dell'ordine del giorno stabilito da tempo. La prossima convocazione è per il 19 luglio. Ma forse non bisognerà aspettare quella data per una seduta in sede straordinaria, presieduta dal consigliere anziano e non dal governatore Mario Draghi, per dare il parere sul prossimo nuovo capo della Banca d'Italia.
Sempre che ovviamente Berlusconi faccia la sua proposta e avvii così le procedure per la nomina che prevedono oltre il parere del consiglio superiore, la delibera del Consiglio dei ministri e la firma del decreto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Evidentemente il premier non ha ancora fatto la sua scelta oppure non è ancora pronto a presentarla alla Banca d'Italia, il cui verdetto ha cercato di bypassare con la richiesta di un parere generico, e a Napolitano, passando per il Consiglio dei ministri.
IL CONSIGLIO SUPERIORE DI BANKITALIA DAL CORRIEREI candidati in lizza continuano a essere due, con il sempre possibile ingresso nella rosa di Lorenzo Bini Smaghi: il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, sostenuto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti che avrebbe ottenuto il placet di Berlusconi ma non ancora evidentemente la sua determinazione ad andare avanti, e il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, preferito dalla struttura della Banca e anche dal consiglio superiore, che vede nella continuità della successione una garanzia per l'autonomia e l'indipendenza della Banca. Quell'indipendenza più volte evocata anche dal capo dello Stato, Napolitano.