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su, FATE I BRAVI con la p4 - la portavoce di tremonti e compagna di Milanese, Manuela Bravi, dice la sua sulla talpa Gdf: \"Mazzei (Presidente del Poligrafico) mi disse che c’era un appartenente alla GdF che lavorava con la procura di Napoli molto vicino a tale Lasco - capo della sicurezza di Terna ex ufficiale della Finanza... Lasco si circonda di gente con la quale non dovrebbe avere nulla a che fare: da Paolo Berlusconi, al Comandante Generale dei CC, al Capo di Stato Maggiore\" - GLI AFFARI DELLA FAMIGLIA COSENTINO, I DEBITI DELLA SANTAdeCHÈ, LA MINISTRA SPIONA...

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Marco Lillo e Antonio Massari per "il Fatto Quotidiano"

GIUSEPPE LASCO

Ci sono le cambiali di Daniela Santanché per i debiti con gli Angelucci, gli affari della famiglia di Nicola Cosentino e soprattutto i nomi dei finanzieri sospettati di avere passato a Bisignani la soffiata sull'inchiesta P4 e sulle sue intercettazioni. E non manca un verbale nel quale un testimone racconta di una ministra del Governo Berlusconi che, dopo essere stata interrogata dai pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, spifferava ad Alfonso Papa che lo stavano pedinando.

Il Fatto Quotidiano è riuscito a visionare i verbali integrali depositati nell'indagine P4 ed è inseguendo il senso nascosto delle parti coperte dagli omissis dei pm che si comprende quali sono i fronti caldi dell'indagine. A partire dalla fuga di notizie che l'ha bruciata.

tremonti e milanese

LE TALPE
Dopo i generali della Guardia di Finanza Vito Bardi (capo dell'Italia meridionale) e Michele Adinolfi (Capo di Stato maggiore) entrambi indagati per fuga di notizie e favoreggiamento nei confronti di Luigi Bisignani. Ora nei verbali emerge il nome di un altro personaggio: Giuseppe Lasco, ex finanziere e direttore per la sicurezza aziendale di Terna. Nei verbali omissati dai pm, Lasco viene descritto in stretti rapporti con i vertici di Finanza e Carabinieri, oltre che vicino a Paolo Berlusconi.

BISI

Terna è la società che gestisce l'intera rete elettrica nazionale e il ruolo di Lasco - responsabile della sicurezza - è uno dei più delicati. Di lui parla la compagna di Marco Milanese, braccio destro di Giulio Tremonti, ovvero l'uomo che ha accusato il generale Michele Adinolfi di essere la talpa interna alla Finanza che ha fatto avvertire Bisignani d'essere intercettato e indagato.

alfonso-papa-

Adinolfi smentisce. Manuela Bravi, la compagna di Milanese che lavora al Poligrafico dello Stato, dice la sua sulla talpa nella Gdf:

"Non ricordo con precisione il cognome del suddetto appartenente alla Gdf, ricordo che il cognome comincia sicuramente con la "M", ed è tipo Migliaccio, Migliacco o Marasco. (...) Parlando con Mazzei (Presidente del Poligrafico) della vostra indagine, e cioè dell'indagine su Bisignani (...), Mazzei mi disse che c'era un appartenente alla GdF che lavorava con la procura di Napoli molto vicino a tale Lasco - capo della sicurezza di Terna ex ufficiale della Finanza - il quale (Lasco) suppongo sia interessato alla indagine su Bisignani; il Mazzei mi disse anche il nome dell'"informatore" del Lasco (...)".

adinolfi-milanese

"Posso fornirvi un ulteriore elemento: un anno fa mi trovavo a cena con il mio compagno Milanese, con Lasco, con il prof. Cognetti, forse con il generale Adinolfi, con l'avvocato Fischetti e con altri. Durante la cena sentii parlare Lasco con altri commensali di un appartenente alla Gdf in servizio a Napoli loro "amico fidato" che doveva essere assunto in Terna. Non so se sia stato assunto (...).Mi risulta che il Generale Adinolfi insieme a Lasco e Fischetti sovente partono assieme per vacanze e fine settimana, per esempio in Sardegna (...). Vivono - secondo me - al di sopra delle loro possibilità.

BARDI

"UN ATTEGGIAMENTO DA PAURA"
Il 21 aprile Manuela Bravi viene nuovamente convocata dai pm che le chiedono se ricordi un finanziere di nome Filippo, evidentemente un sospettato. "Non ho mai sentito chiamare un ufficiale della GdF a nome Filippo. (...). Vi ripeto che il Lasco, il Fischetti e l'Adinolfi hanno un atteggiamento "da paura" come chi ti fa capire "o con me o senza di me" (...). Questa è l'impressione che ho sempre avuto. Lasco (...) sorprende per i suoi contatti, si circonda di gente con la quale non dovrebbe avere nulla a che fare: da Paolo Berlusconi, al Comandante Generale dei CC, al Capo di Stato Maggiore (...).

PAOLO BERLUSCONI

Ribadisco che il Mazzei , commentando le notizie pubblicate su Bisignani, mi disse espressamente, in quel frangente, che v'era un appartenente, e più precisamente un ufficiale (non ricordo se un maggiore o un capitano) alla GdF di Napoli - di cui fece anche il nome che ora non mi sovviene - che era vicina al Lasco. Lo ricordo perfettamente, eravamo nel corridoio di piazza Campitelli, di fronte alla stanza della mia segretaria. Se non ricordo male, il nome (...) era lo stesso che ho sentito fare dal Lasco durante una cena (...) a proposito della persona stessa che il Lasco avrebbe voluto far assumere in Terna".

ROBERTO MAZZEI

Di Lasco - e della cena al ristorante Gallura di Roma menzionata dalla Bravi - parla anche l'imprenditore Alfonso Gallo. E si scopre che Lasco era interessato ad avere notizie dell'indagine sulla P4.

Roth

"Ho partecipato a una cena al Ristorante Gallura di Roma in occasione dei cinquanta anni di Lasco Giuseppe - ex ufficiale della Guardia di Finanza, oggi capo della sicurezza di Terna. Erano presenti il generale Gallitelli (comandante generale dei CC), il generale Adinolfi (capo di stato maggiore della GdF), l'avvocato Fischetti, Paolo Berlusconi, Marco Milanese, Giancarlo Capaldo (Procuratore Aggiunto di Roma), il generale dei CC Tommasone, il Generale Zarafana, Stefano Grassi (di Poste), Roth (Presidente di TERNA) e molti altri alti ufficiali dei CC e della Gdf; c'era ancora Catricalà; l'on. Lusetti insomma un parterre di eccezione; non c'era Flavio Cattaneo. Forse c'era anche Pippo Marra di Adn Kronos. (...). Mi chiedete se mi risulta che Lasco abbia fatto domande, anche a Matacena, sulle vicende oggetto di questo procedimento (...). Matacena mi ha detto che Lasco ha fatto alcune "strane domande" su questo processo (...)".

LUIGI MATACENA

ANGELUCCI E I DEBITI DELLA SANTANCHÉ
Nella parte finora inedita del suo verbale del 14 marzo 2011 Luigi Bisignani, assistito dai suoi avvocati Fabio Lattanzi e Giampiero Pirolo, racconta ai pm i rapporti economici triangolari tra il giornale Libero, la concessionaria di pubblicità di Daniela Santanché, Visibilia e la Ilte del duo Bisignani (manager) e Vittorio Farina (socio).

Lo spunto è la telefonata del 14 ottobre 2011, intercettata dalla Gdf di Napoli e pubblicata dal Fatto, nella quale Bisignani racconta a Flavio Briatore: "se non era per me .. gli Angelucci la facevano fallire per fatture false (...) se non fosse stato per il mio intervento, facevano fallire la società per bancarotta. Tant'è che lei ha dovuto addirittura pagare delle cambiali. Tre milioni e due di cambiali".

DANIELA SANTANCHE STILE GRAN GNOCC

Quando i pm chiedono a Bisignani di spiegare le sue affermazioni, il lobbista mette a verbale: "la Santanchè aveva preventivato un budget di pubblicità di Libero che non era stato rispettato; in secondo luogo, quando parliamo di cambiali, va precisato che il gruppo Farina è creditore di Libero, che non paga la stampa da tempo poiché non percepisce contributi; a fronte di tale debito gli Angelucci hanno girato al Farina degli effetti cambiari rilasciati da Daniela Santanchè per 3 milioni di euro a chiusura dei suoi rapporti con Libero (o meglio della chiusura dei rapporti tra Libero e Visibilia); su tali cambiali gli Angelucci hanno apposto una dicitura che ne rende impossibile lo sconto bancario".

LA CENTRALE DELL'INCIUCIO E COSENTINO
C'è un capitolo finora inedito che è nato dall'inchiesta P4 ma punta sugli affari della famiglia di Nicola Cosentino nell'energia.

Il Fatto Quotidiano aveva già raccontato l'incredibile storia della centrale di Sparanise, Il 23 ottobre del 2009: "La storia della centrale", scrivevamo allora, "è un perfetto esempio della mala-politica che sacrifica la salute pubblica sull'altare dell'interesse privatissimo dei familiari e degli amici dei politici di destra e di sinistra. Tutto inizia nel giugno del 1999 quando la società Scr, vicina alla famiglia Cosentino, ma di proprietà di una fiduciaria (che ne scherma la proprietà) compra per 3 miliardi e 715 milioni di lire l'area industriale della Pozzi di Sparanise....La Scr vicina ai Cosentino incassa una plusvalenza di 10 milioni".

Famiglia Angelucci

Ora anche i magistrati di Napoli vogliono vedere chiaro nella storia dei terreni milionari della famiglia Cosentino.

Per questo Woodcock e Curcio hanno sentito lo svizzero Karl Keller, ex amministratore della Calenia S.r.l., società che avviò la costruzione della centrale. Keller spiega ai pm: "Inizialmente era prevista l'acquisizione di un'area più piccola. (...). Dovevamo acquistare soltanto 100 o 120 mila metri quadri (...)di proprietà della S.C.R., società sostanzialmente controllata dalla famiglia Cosentino. Ho avuto a che fare con Giovanni Cosentino. In effetti, il prezzo iniziale doveva essere pari a circa 60-70 euro al metro quadro, quindi calcolavamo un esborso di 6-7 milioni di euro. (....) Poi le cose cambiarono.

Mi era noto che Giovanni Cosentino fosse fratello di Nicola Cosentino, politico della zona di importanza nazionale con incarichi governativi. (...). A questo punto per noi di E.G.L. spendere 450 milioni o 454 milioni di euro, era quasi lo stesso".

Ben diversa la versione di Alfonso Gallo. L'imprenditore (sentito dai pm di Napoli per i suoi rapporti con Alfonso Papa) che ha costruito la centrale con la sua General Construction, ha detto: "Keller era molto preoccupato per la piega che le cose stavano prendendo. Mi disse che lui e la sua società si sentivano con le spalle al muro".

Nicola cosentino

IL GIALLO DELLA MINISTRA SPIONA
Alfonso Gallo racconta: "L'onorevole Papa, per mettermi paura, mi ha recentemente detto che io ero stato fotografato dalla vostra polizia giudiziaria, fuori al Parlamento, insieme a lui; mi disse anche che tale foto era stata fatta vedere ad una Ministra che voi avete interrogato e che poi glielo aveva riferito. Obbiettivamente vi dico che tale racconto mi inquietò non poco". Effettivamente al ministro Mara Carfagna fu mostrata dai pm una foto che ritraeva l'onorevole Papa con altre persone. Ma il ministro non riconobbe chi fossero.

2- LA SMENTITA DI LASCO (TERNA); ESTRANEO A FATTI, PRONTO A DENUNCIA...
(AGI)
- "Non ho mai conosciuto direttamente o indirettamente il dott. Bisignani, il dottor Papa e il dottor Mazzei e non mi sono mai interessato ne' tantomeno ho mai richiesto notizie, in nessuna veste, sul procedimento P4 oggi noto alle cronache". Queste le dichiarazioni di Giuseppe Lasco, responsabile della sicurezza di Terna, che appaiono oggi in una lettera pubblicata dal quotidiano 'Il Corriere della Sera' in merito alla vicenda P4.

MARA CARFAGNA

Nell'articolo di domenica del quotidiano si faceva riferimento a dichiarazioni di persone ascoltate sui fatti che citavano proprio Lasco. Lasco ribadisce di "non aver mai neanche in maniera indiretta, parlato di tale procedimento con Ufficiali e/o militari della Guardia di Finanza.

"Inoltre", aggiunge, "non e' vero che un presunto soggetto della Guardia di Finanza dovesse essere assunto in Terna, ne' io ho mai interceduto o mi sono interessato di tale questione: nessuna delle persone di Napoli citate e' stato assunto a nessun titolo". Lasco, infine, ha dato mandato ai suoi legali di verificare gli estremi per eventuali denunce.

 


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