Amedeo La Mattina per "la Stampa"
Marco-ReguzzoniHo dovuto inghiottire il rospo per amore di Bossi e della Lega, ma non finisce qui». Maroni lascia Montecitorio tra tutte le furie. Reguzzoni è stato da poco riconfermato alla guida del gruppo della Lega fino a dicembre. Il ministro dell'Interno non è riuscito a disarcionarlo perché così ha voluto Bossi, che ha dovuto mettere una toppa allo scontro violento che si sta consumando dentro la Lega. Il Senatùr non ha trovato la proverbiale «quadra» e per lui non sarà facile fermare l'Opa di Maroni sul Carroccio.
Scalata osteggiata dal cosiddetto «cerchio magico», che dalla malattia circonda il vecchio leader. E' stato Bossi a non volere che l'assemblea dei deputati votasse, ben sapendo che il suo «protetto» sarebbe andato giù e al suo posto sarebbe stato eletto Stucchi. Erano infatti 49 su 59 i leghisti che hanno firmato la richiesta di convocazione del gruppo per fare il ribaltone (primo firmatario proprio Maroni). Un blitz che doveva rimanere coperto fino all'ultimo minuto, ma è stato spifferato ai giornalisti con lo scopo di mettere Bossi nelle condizioni di fermare l'operazione.
Umberto Bossi«Hanno fatto il lavaggio del cervello al capo - affermavano ieri sera i maroniani -, ma Reguzzoni rimane comunque un capogruppo sfiduciato. Scade a dicembre come uno yogurt. Così - aggiungevano avvelenati e furibondi - Bossi avrà il tempo di trovare un posto al suo pupetto». Circola infatti l'indiscrezione che la sua destinazione potrebbe essere il ministero per le Politiche Comunitarie.
BOSSI COTA CALDEROLIDall'altra parte della barricata contrattaccano e dicono che sono voci messe in giro ad arte per screditare Reguzzoni. Il quale ieri cantava vittoria e ai suoi ha detto: «Maroni si è montato la testa...». In pubblico ha ricordato che «nella Lega c'è un solo leader, e io sono un bossiano integralista». Una stilettata a Maroni, che sta giocando una durissima partita dentro la Lega, senza mai mettere in discussione la leadership del Senatùr.
bossi maroni lap«Macché spiegano quelli del "cerchio magico" -, Maroni è sempre lo stesso, quello del 94: vuole fare un blitz e prendersi il partito. Solo che allora era appiattito su Berlusconi, ora invece si intesta tutti gli umori antiberlusconiani». «Veramente il blitz - rispondono gli avversari - lo stavano facendo loro: volevano tagliare la testa al segretario della Lombardia Giorgietti e metterci al suo posto Rosy Mauro, che è pure commissario in Liguria e in Emilia».
Rosi Mauro,47 anni,con Renzo Bossi,21 anni,e Umberto Bossi,68 anniIl Carroccio è diventato una forza politica litigiosa come tutte le altre. E' finita la favola dell'unico partito leninista in Italia. Bossi non lo controlla più e per la prima volta la sua decisione, quella di ieri, è contestatissima. La riunione del gruppo è stata molto tesa. Chiappori e Ranieri stavano venendo perfino alle mani. Lo stesso Bossi ha apostrofato i suoi deputati in maniera ruvida: «Siete stati dei coglioni a raccogliere le firme. Il capogruppo è e rimane Reguzzoni».
UMBERTO BOSSINon ha sopportato che i panni sporchi venissero messi in pubblico, i contrasti dati in pasto ai giornalisti («una figura di merda»). Reguzzoni ha chiesto una proroga di un anno, un anno e mezzo. Ma Maroni ha replicato che i patti non erano questi, che già un anno fa era stato deciso che ci sarebbe stato l'avvicendamento con Stucchi.
Renzo Trota Bossi a Pontida - Nonleggerlo«Umberto - ha osservato il ministro -, sappi che la tua leadership non è in discussione e che io non farò mai del male alla Lega, ma ci sono 50 deputati che vogliono votare il loro capogruppo». Niente da fare. Bossi si è opposto alla votazione e alla fine ha trovato una soluzione di compromesso che non piace ai maroniani. I quali temono un appiattimento su Berlusconi e il tentativo di una vendetta degli avversari. Temono pure che a dicembre si rinnovi ancora una volta il mandato del capogruppo.
«La Lega è unita, c'è solo Bossi, siete voi che fate supposizioni che non ci sono», si è sfogato Reguzzoni al termine dell'assemblea dei deputati. La nota ufficiale del gruppo parla di riconferma all'unanimità. E Bossi, lasciando Montecitorio, ha detto che si è votato «e ha vinto Reguzzoni: sono soddisfatto». La verità che di unanimità non c'è più traccia nel Carroccio e ieri non si è nemmeno votato: c'è stata solo la presa d'atto di Maroni che ha dovuto inghiottire il rospo. «Ma non finisce qua...».