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1- DRAGO DRAGHI MORDE AL COLLO LE PRIME OTTO BANCHE ITALIANE ACCUSATE DI AVERE GAMBE PATRIMONIALI TROPPO DEBOLI PER DIMOSTRARE ALLA MERKEL DI ESSERE L’UOMO DEL RIGORE PER LA PRESIDENZA BCE (DUE IPOTESI SULLA NOMINA DI GRILLI ALL’ECOFIN: UN VIATICO PER BANKITALIA O UN CONTENTINO PER IL NIET A DRAGHI?) 2- ARRIVATO ALLE POSTE GRAZIE A FINI E AD ALLEANZA NAZIONALE, DUE REALTÀ CHE HA MESSO NEL DIMENTICATOIO PER OBBEDIRE COME UN SOLDATINO A GIULIETTO TREMONTI E AL CAVALIERE CON LA MANDIBOLA RIFATTA, ORA MASSIMO SARMI VA AL MINIMO 3- DOPO L’EGIZIANO SAWIRIS, L’INGLESE VODAFONE, LA SVIZZERA FASTWEB, I CINESI NON VEDONO L’ORA DI METTERE I PIEDI NEL MERCATO ITALIANO, PRONTI CON I SOLDI IN BOCCA A INVESTIRE NELLA LOMBARDIA DEL LEADER DI COMUNIONE&FATTURAZIONE, FORMIGONI 4- CHE I GIORNALISTI PREMINO I LORO COLLEGHI PUÒ APPARIRE PATETICO, MA UNA CENA AD AMALFI CON IL VECCHIO BIAGIONE AGNES NON COMPROMETTE LA CARRIERA

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MARIO DRAGHI

1- QUELLA STRETTA SADISTA DI DRAGO DRAGHI AL COLLO DELLE PRIME OTTO BANCHE ITALIANE ACCUSATE DI AVERE GAMBE PATRIMONIALI TROPPO DEBOLI PER DIMOSTRARE ALLA MERKEL DI ESSERE L'UOMO DEL RIGORE, GIUSTO PER LA PRESIDENZA DELLA BCE - DUE IPOTESI SULLA NOMINA DI GRILLI ALL'ECOFIN
Mario Draghi ha cominciato a buttar giù qualche appunto per la Lectio Magistralis che tra poco più di un mese terrà a Torino nello storico teatro Carignano.

L'intervento del Governatore è previsto nel programma della "Biennale Democrazia. Tutti. Molti" organizzata dal costituzionalista Zagrebelsky e prevede nella stessa serata una Lettura di Dante di Roberto Benigni. Quando parlerà Draghi in prima fila siederanno sicuramente i banchieri come Palenzona, Abramo-Bazoli e Corradino Passera che hanno sponsorizzato l'evento.

Angela Merkel

Per quella data i rappresentanti della finanza sperano che si sia allentata la morsa che la Banca d'Italia sta esercitando da alcune settimane nei confronti delle prime otto banche italiane accusate di avere gambe patrimoniali troppo deboli. Il grido d'allarme Draghi lo ha lanciato a Verona l'ultimo sabato di febbraio durante il tradizionale appuntamento del Forex quando, staccando gli occhi dal testo, ha fatto una smorfietta eloquente invitando gli istituti a patrimonializzarsi ancor prima degli stress test.

Adesso gli stress test, che negli ambienti della finanza internazionali sono considerati un'autentica bufala, stanno per cominciare e venerdì mattina a via Nazionale si terrà il primo incontro tecnico per avviare la procedura che deve controllare la solidità delle principali banche.

Gustavo Zagrebelsky foto La Presse

Da molte parti si cerca di capire la ragione per cui il Governatore atermico si scaldi tanto per questa prova della verità che in verità nell'esperienza precedente ha assolto generosamente quasi tutte le banche europee. Qualcuno sostiene che Draghi abbia indossato prematuramente i panni del presidente della BCE, e soprattutto voglia dimostrare ai tedeschi di essere l'uomo del rigore.

Terza Serata Sanremo Benigni

Se questa è la ragione del suo atteggiamento severo bisogna capirlo perché sulla pelle dell'uomo di via Nazionale brucia ancora l'articolo del giornale tedesco "Bild" dove si leggeva testualmente: "Secondo economisti e politici sarebbe un candidato ottimo se solo non fosse italiano...chi proteggerà il nostro euro adesso? per favore, non questo italiano!", e dopo aver ricordato per l'ennesima volta i suoi precedenti a Goldman Sachs, il testo finiva con queste parole: "mamma mia, per gli italiani l'inflazione è uno stile di vita come il pomodoro sulla pasta".

BAZOLI

Da quel momento il sangue ha ripreso a circolare nelle arterie del Governatore che non vuole fare sconti alle banche italiane prima che a qualcuno venga in mente di tirar fuori dalla dispensa della massaia, Angela Merkel, un altro candidato tedesco per la BCE piuttosto che un olandese.

Dalla sua parte si è schierato Giulietto Tremonti e le forze politiche sembrano esprimere un consenso unanime nei confronti della sua candidatura all'Eurotower. L'unico prurito per Draghi è arrivato nei giorni scorsi con la nomina del pallido Vittorio Grilli a presidente del Comitato Economico e Finanziario della Ue che ha il compito di preparare i lavori dell'Ecofin.

GIULIO TREMONTI

È chiaro che la nomina di Grilli è stata caldeggiata da Tremonti per spianare la strada della Banca d'Italia al 54enne direttore generale del Tesoro, ma va anche detto che ai piani alti di via Nazionale qualcuno teme che con questa nomina l'asse franco-tedesco abbia voluto dare un contentino al Paese del pomodoro e della pasta.

Se così fosse la strada di Draghi sarebbe tutta in salita.

Massimo Sarmi postino


2- ARRIVATO ALLE POSTE GRAZIE A FINI E AD ALLEANZA NAZIONALE, DUE REALTÀ CHE HA MESSO NEL DIMENTICATOIO PER OBBEDIRE COME UN SOLDATINO A GIULIETTO TREMONTI E AL CAVALIERE CON LA MANDIBOLA RIFATTA, ORA MASSIMO SARMI VA AL MINIMO
Massimo Sarmi si può definire un manager con la tristezza attaccata al corpo.

Quando parla non provoca brividi di piacere e riesce a nascondere le sue ambizioni sotto le orecchie generose. Bastava vederlo ieri pomeriggio su Sky dove ha dialogato per circa mezzora sul futuro delle Poste e del suo destino. Lo sguardo era fisso e il tono della voce più monotono di una cantilena funebre, e nemmeno quando ha elencato i successi raggiunti dopo nove anni al vertice dell'azienda, le corde vocali si sono infiammate.

GIANFRANCO FINI

Questo atteggiamento marmoreo può essere anche ammirevole se confrontato agli strilli che si sentono in questi giorni nell'arena della finanza dove presidenti e azionisti si scambiano rasoiate sulle gengive che provocano urla tremende.

Per il 63enne ingegnere di Malcesine le Poste rappresentano un formidabile modello che va adattato alle esigenze del tempo. D'altra parte stiamo parlando di un'azienda che è nata 149 anni fa ed è - come ha sottolineato il suo Capo - il più grande datore di lavoro in Italia. Quando il discorso è caduto sulla Banca del Mezzogiorno il buon Sarmi non ha usato toni trionfalistici e ha detto di essere pronto con i 4.500 uffici postali del Sud a decollare dopo le autorizzazioni della Banca d'Italia.

SAWIRIS

Invano il giornalista di Sky ha tentato di portarlo su un terreno più personale per cercare di capire se considera chiusa l'esperienza alle Poste, ma Sarmi che sarà pure triste e ambizioso, ha fiutato l'insidia di un pronunciamento azzardato. Lui è arrivato alle Poste grazie a Gianfranco Fini e ad Alleanza Nazionale, due realtà che ha messo nel dimenticatoio per obbedire come un soldatino a Giulietto Tremonti e al Cavaliere con la mandibola rifatta.

ROBERTO FORMIGONI

Così di fronte al tentativo di tirarlo nella mischia delle poltrone che scadono in primavera (prima fra tutte quella di Telecom dove ha lavorato fino al 2001), il postino di Malcesine ha detto con lo sguardo fisso: "spero di continuare nel mio lavoro alle Poste". E per finire ha fatto omaggio alle migliaia di donne che lavorano dietro gli sportelli e senza tradire alcuna emozione ha concluso: "il cuore delle Poste è prevalentemente donna".

BIAGIO AGNES


3- DOPO L'EGIZIANO SAWIRIS, L'INGLESE VODAFONE, LA SVIZZERA FASTWEB, I CINESI NON VEDONO L'ORA DI METTERE I PIEDI NEL MERCATO ITALIANO, ENTUSIASTI E PRONTI CON I SOLDI IN BOCCA A INVESTIRE IN LOMBARDIA, PER LA GIOIA DEL LEADER DI COMUNIONE&FATTURAZIONE, ROBERTO FORMIGONI
Il leader di Comunione&Fatturazione, Roberto Formigoni, è alle prese con una bella grana nella sua Lombardia.

Dal gennaio scorso sul suo tavolo c'è un dossier di "Finlombarda" che contiene le linee strategiche per un piano di digitalizzazione della Regione. Da tempo il verginale Formigoni si batte per fare di Milano e delle altre provincie l'avanguardia nella modernizzazione dell'apparato pubblico, ma per mettere in piedi questo progetto gli servono il consenso e i soldi dei principali gestori di telecomunicazione.

ENRICO MENTANA

L'idea originaria, elaborata dal project manager Raffaele Tiscar, prevede la costituzione di una holding a capitale prevalentemente pubblico nella quale aziende come Wind, Fastweb, Vodafone e TelecomItalia intervengano per una cifra che si aggira tra i 72 e i 96 milioni di euro. A mettere poi la fibra ottica e a cablare il territorio dovrebbero provvedere altre sei società fornitrici di tecnologie tra cui Alcatel-Lucent, Ericsson, NSN e due aziende cinesi.

Purtroppo per Formigoni il progetto è in stallo per le divergenze tra i grandi player di telecomunicazione e TelecomItalia che sembra essersi defilata dall'operazione.

Roberto Napoletano

Che cosa succederà adesso è difficile da immaginare, ma secondo un articolo molto puntuale di una giornalista esperta del settore che si chiama Mila Fiordalisi (alla quale ieri è stato assegnato il premio Anfov per la sua attività), potrebbero scendere in campo con forza le società cinesi.

La principale di queste è certamente Huawei che è sbarcata in Lombardia con intenti molto aggressivi. Nell'ottobre scorso il verginale Formigoni aveva incontrato a Shanghai i top manager di questa Huawei Technologies che dal 1988 è il principale produttore di apparati di telecomunicazioni in Cina, e a Milano, dove il Gruppo straniero conta di assumere al più presto 100 dipendenti, il dialogo è continuato con Renato Lombardi, responsabile di Huawei Italia.

MASSIMO FRANCO

In questa situazione gli unici a dichiararsi entusiasti e pronti con i soldi in bocca a investire in Lombardia per il primo stadio dell'operazione sono i cinesi che dopo l'egiziano Sawiris, l'inglese Vodafone, la svizzera Fastweb, non vedono l'ora di mettere i piedi nel mercato italiano.


4- CHE I GIORNALISTI PREMINO I LORO COLLEGHI PUÒ APPARIRE PATETICO, MA UNA CENA AD AMALFI CON IL VECCHIO BIAGIONE AGNES NON COMPROMETTE LA CARRIERA
Anche tra i giornalisti c'è un arzillo vecchietto di 83 anni che considera la vecchiaia una risorsa del Paese.

Stefano Lorenzetto

È Biagio Agnes, per gli amici Biagione, l'uomo che è entrato in Rai nel 1958 e dopo aver creato il telegiornale delle 13,30 con i giornalisti in video, nell'82 è diventato direttore generale dell'azienda, poi nel '90 della Stet. Biagione, storico amico di De Mita e grande nemico di Prodi, non ha alcuna intenzione di passare il suo tempo ai giardinetti e da alcuni anni ha messo in piedi il Premio Internazionale dell'Informazione.

WALTER VELTRONI

Inizialmente le varie edizioni si svolgevano nel più grande hotel delle Terme di Ischia, poi l'iniziativa si è sposta ad Amalfi dove si terrà anche quest'anno (il 18 giugno) davanti al magnifico Duomo dell'anno Mille.

La messa solenne dell'ex-boiardo dell'Iri sarà celebrata in compagnia dei cardinali Cesarone Romiti, Pellegrino Capaldo, Gianni Letta e altri giornalisti che fanno parte del Comitato dei Garanti e della Giuria. A ricevere l'Amalfi Coast Media Award 2011 saranno in prima linea Robert Fisk, il giornalista inglese del "The Independent" che è considerato il più famoso corrispondente estero del suo Paese, Enrichetto Mentana, Roberto Napoletano, Massimo Franco e Stefano Lorenzetto.

GIORGIA MELONI

Una medaglietta sarà attaccata anche al petto di WalterEgo Veltroni e Giorgia Meloni che riceveranno il premio "Il giornalista nel Parlamento" e "Il giornalista nel Governo". Nessun premio speciale sarà dato a Mauro Masi, l'uomo che è riuscito a far rimpiangere la Rai di Agnes e Bernabei, due boiardi-doc che sapevano il loro mestiere.

Che i giornalisti premino i loro colleghi può apparire patetico, ma una cena ad Amalfi con il vecchio Biagione non compromette la carriera.

 


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