Francesca Gerosa per "Milano Finanza"
http://bit.ly/jYmy35
Giuseppe Rotelli
L'assemblea di RcsMedia Group ha dato il via libera alle modifiche statutarie prodromiche alla realizzazione del processo di semplificazione che prevede la fusione per incorporazione di una decina di società. In particolare i soci della casa editrice hanno approvato le modifiche degli articoli 2 (oggetto) e 19 (deleghe di poteri).
La modifica prevede un ampliamento in modo da includere, oltre all'attività di holding già presente, le attività legate al settore dell'editoria, dell'informazione, della pubblicità, dell'intrattenimento e attività comunque loro connesse o strumentali. Quanti non hanno partecipato alla delibera sul cambio dell'oggetto societario hanno un diritto di recesso a 1,163 euro per azione (0,796 euro per le risparmio).
"La semplificazione comporta forti risparmi nei costi di gestione e tanti altri vantaggi", ha dichiarato il presidente del Cda di Rcs, Piergaetano Marchetti, precisando che alcune società non sono comprese nella semplificazione o perché non sono possedute al 100%, ed è il caso dei Libri, o perché è la legge che chiede che certe attività siano in società singole, separate.
Antonello Perricone
Una modifica statutaria che per Giuseppe Rotelli, consigliere di amministrazione e primo azionista fuori dal patto di sindacato di Rcs Mediagroup, introduce dei cambiamenti "molto significativi nell'assetto di governo del gruppo, tendenti a costituire un unico organo di governo. Mi sembra questa una condizione indispensabile". Ovviamente per Rotelli non basta avere un organo di governo per avere un governo efficace.
Ma a tenere banco sono sempre le ipotesi di un cambiamento dell'assetto azionario, dopo che Milano Finanza ha riportato l'attenzione sul tema. In particolare, Diego Della Valle avrebbe nuovamente introdotto l'argomento della riduzione del peso del patto dal 63% al 51% durante la riunione del 16 giugno.
L'imprenditore marchigiano, a cui complessivamente fa capo il 5,5% di Rcs, oltre a dirsi pronto a comprare azioni sul mercato o a rilevare quote dai grandi azionisti intenzionati a ridurre la loro partecipazione, ha avanzato l'ipotesi di diluire il peso del sindacato al più contenuto 51%. Un suggerimento, peraltro condiviso da azionisti forti come Marco Tronchetti Provera (Pirelli, 5,4% in totale) e Fiat (10,5%), che ha lo scopo anzitutto di allargare il flottante e quindi di meglio valorizzare il titolo in Borsa.
PIERGAETANO MARCHETTI
In merito proprio alla volontà di Della Valle di incrementare la sua quota, oggi Giuseppe Rotelli (ha l'11% dei diritti di voto) ha detto che "è legittimo da parte di qualunque azionista, così come è legittimo disinvestire" e ha ribadito di voler salire anche lui nel gruppo editoriale: "in Rcs MediaGroup io sono acquirente, l'ho detto in tutte le lingue. Mi si è voluta attribuire l'intenzione malevola di dismissioni, ma non ho intenzione di ridurre, anzi sono intenzionato a incrementare la mia quota se questo rappresenta un valore aggiunto per l'azienda".
Il presidente Marchetti ha confermato di aver ricevuto un mandato dal patto di sindacato sul "possesso azionario o movimenti di azioni" nel gruppo, ma ha precisato che si tratta di una "ricognizione della disciplina giuridica", che non riguarda alcuna operazione concreta. E se il Cda di Rcs MediaGroup "non intende in alcun modo favorire il delisting", ha aggiunto Marchetti, riferendosi al diritto di recesso previsto per i soci contrari alla modifica dell'oggetto societario che potrebbe comportare una riduzione del flottante: prima "vedremo se e quanti saranno i recessi, e poi quali le prelazioni esercitate", la società, almeno per il momento, non ha intenzione di cedere i Periodici.
DIEGO DELLA VALLE
"Noi non abbiamo mai messo in vendita nulla, ma abbiamo identificato un perimetro di società con marginalità negative che potevano rappresentare un problema per il gruppo", ha spiegato l'Ad di Rcs, Antonio Perricone, puntualizzando che l'obiettivo è concentrarsi sulla verticalizzazione e precisando che la marginalità negativa dei Periodici in oggetto "non è tale da non poter essere recuperata".
Già dopo domani, mercoledì 22 giugno, è previsto un incontro con i direttori e i dirigenti di Rcs Periodici, per affrontare il tema delle testate in difficoltà, dopo la decisione del comitato esecutivo di non procedere alla vendita degli otto periodici. "È giunta dal comitato esecutivo un'indicazione molto precisa di inversione di tendenza", ha proseguito Perricone, negando contrasti con Marchetti riguardo il futuro delle testate periodiche e ricordando che il comitato esecutivo non ha escluso un'eventuale dismissione di tali testate.
Rcs ha annunciato lo scorso 16 giugno di aver esaminato delle dichiarazioni di interesse ritenute inadeguate su Astra, Costruire, Costruire Impianti, Il Mondo, Max, Novella 2000, Ok-La Salute Prima Di Tutto e Visto. Tutte testate che faranno parte appunto della semplificazione societaria prevista perché cronicamente in perdita. Era stato dato mandato a un advisor, Mediobanca, che ha fatto un'amplia esplorazione di mercato sia internazionale, che locale. Ha sottoposto al comitato esecutivo alcune proposte che però sono state ritenute inadeguate. Conseguentemente il comitato esecutivo ha dato incarico all'Ad Perricone di esplorare ogni possibile intervento che possa ristrutturare l'andamento di queste testate.
rcs
Rcs MediaGroup vuole anche valorizzare il patrimonio immobiliare, ma al momento "non c'è nessuna trattativa in corso", ha affermato ancora Perricone, anche perché consiglio di amministrazione e manager sono particolarmente attenti al mantenimento della tradizione per quanto riguarda l'immobile di via Solferino, sede del Corriere della Sera.
max0703 cover
A piazza Affari il titolo Rcs perde decisamente meno del mercato con un -0,57% a 1,224 euro. Sul primo semestre "non possiamo fornire dati quantitativi. A livello qualitativo andiamo meglio dei singoli segmenti di mercato. Andiamo bene nel web dove gli investimenti ci stanno premiando", ha concluso Perricone, preoccupato però sia in Italia che in Spagna per via del forte calo della pubblicità, anche a livello televisivo.
"Noi ci confrontiamo con un periodo, quello di giugno, per quanto riguarda la Gazzetta dello Sport, in cui il confronto è penalizzante perché c'erano i Campionati del mondo. Andiamo molto meglio dei singoli segmenti di mercato", ha proseguito Perricone, "e certamente il caso più eclatante è quello del Web, dove la decisione di investire sui prodotti legati al Web ci sta premiando, perché i numeri di pubblicità sono importanti e sempre di più stanno diventando una massa critica importante".
MARCO TRONCHETTI PROVERA - copyright Pizzi
Per quanto riguarda la Spagna la situazione è diversa, ma il dato è sostanzialmente allineato a quello dell'anno scorso, "con addirittura un piccolo segno più. Ma gli andamenti di mercato dei mesi di aprile e di maggio, e soprattutto in maggio e in particolare nel settore televisivo, sono particolarmente negativi".
John Elkann
Inutile dire che quello del calo forte della pubblicità televisiva "è un calo che ci preoccupa. Anche in Spagna il confronto con giugno è penalizzante". In ogni caso sono già stati messi in atto interventi sui costi e sull'efficientamento. In Spagna sono già stati lanciati da due mesi piani per aumentare l'efficienza. Il 23 ci sarà un Cda dove si parlerà di aspetti gestionali, ma non verranno date informazioni al mercato fino a luglio, quando verranno diffusi i risultati relativi al primo semestre 2011.