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1- COME MR. WOLF DI “PULP FICTION”: “MI CHIAMO BISIGNANI E RISOLVO PROBLEMI” 2- DA LETTA A MAURO MORETTI, DALLA PRESTIGIACOMO A MONTEZEMOLO, DALLA CARFAGNA AL TREMONTIANO MARCO MILANESE, DA MASI A ROVATI, DA GELMINI A D’ALEMA: DESTRA, SINISTRA E CENTRO, TUTTI SI ATTACCANO ALLA RETE DEL FIGLIOCCIO DI ANDREOTTI 3- MONTEZUMA LO CHIAMA PER FAVORIRE LA NOMINA DI PUNZO IN CONFINDUSTRIA NAPOLI 4- BISIGNANI FA PARTE DI UN BLOCCO DI POTERE CENTRATO SU LETTA E GERONZI FORTEMENTE OSTILE A QUELLO DI MONTEZEMOLO-DIEGO DELLA VALLE, MA IMBOCCARE IL “GRANDE RACCORDO ANULARE DEL POTERE” FA COMODO A TUTTI, ANCHE AI SUOI NEMICI 5-LA PDL BIANCOFIORE SI AGITA PER METTERE NEI GUAI IL FIGLIO DI ILDA BOCCASSINI

Next: 1- CERTO, BOSSI È LA LEGA E LA LEGA È BOSSI, MA COSA SUCCEDEREBBE DOMANI SUL PRATONE DI PONTIDA SE DA QUALCHE ANGOLO SI LEVASSE SI LEVASSE QUALCHE PAROLA DI CONTESTAZIONE BEN INDIRIZZATA AL CAPO? CINQUE IPOTESI VARIE ED AVARIATE 2- LA CONTESTAZIONE POTREBBE ESSERE INNESCATA DALLA LEGA DI BELLERIO CONTRO LA LEGA DI GEMONIO, OPPURE POTREBBE VENIRE DALLA BASE DEL TUTTO CONVINTA CHE L’ABBRACCIO CON SILVIO B. SIA DIVENTATO MORTALE. MAGARI LA CONTESTAZIONE POTREBBE ESSERE CAVALCATA DALLOSTESSO BOSSI PER USCIRE DALL’IMBARAZZO DELLA LEALTÀ CON UN BERLUSCONI BOLLITO 4- NESSUNA CONTESTAZIONE IN DUE CASI: A) NON SI MANCA DI RISPETTO ALL’ACCIACCATO CAPO B) BOSSI ANTICIPA LA BASE E ANNUNCIA IL DIVORZIO A TEMPO DA SILVIO B., PONENDO CONDIZIONI MOLTO DURE. IN OGNI CASO SI AVVICINANO SEMPRE DI PIÙ LE ELEZIONI
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1- FANGO SULLA BOCCASSINI: QUELLA TELEFONATA A BISIGNANI
ANCHE MONTEZEMOLO BUSSA AL LOBBISTA
Antonio Massari per Il Fatto


Cercava di influenzare anche le nomine della Confindustria. Luigi Bisignani premeva sul suo amico all'Eni, Stefano Lucchini, responsabile Relazioni istituzionali dell'Eni e membro della Giunta di Confindustria Napoli , per favorire la nomina di un amico di Luca Cordero di Montezemolo. Parliamo del suo socio nella compagnia ferroviaria Ntv: Gianni Punzo. È un altro dei retroscena dell'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sulla P4. Un altro dettaglio che dimostra il potere del lobbista, intimo amico di Gianni Letta, che peraltro ha un figlio che lavora in Ferrari.

ELLEKAPPA SU BISIGNANI Luigi Bisignani

Ne aggiungiamo un altro: il 16 gennaio una parlamentare del Pdl viene intercettata mentre discute con Bisignani di un episodio piuttosto vecchio: la rissa che vide coinvolto, a Ischia, il figlio di Ilda Boccassini, la pm che si sta occupando a Milano del caso Ruby. I due ne discutono il giorno prima del pranzo, ad Arcore, tra Berlusconi e il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti, di Panorama Giorgio Mulé, presenti anche Mauro Crippa (capo dell'informazione Media-set) e Alfonso Signorini.

Praticamente tutta la batteria di "fuoco" (d'inchiostro) a disposizione del premier. Passano cinque giorni e il Giornale spara la notizia del 1997 in prima pagina chiedendosi se la Boccassini fece pressioni su qualcuno quando suo figlio Antonio finì sotto processo.

GIANNI LETTA E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO Della Valle - LETTA boyls

Nessuna pressione, come il Fatto Quotidiano verificò a gennaio, poiché suo figlio fu prosciolto nel giugno 1998. Resta un fatto: il giorno prima del summit ad Arcore, una parlamentare del Pdl parla con Bisignani dell'episodio e pochi giorni dopo la notizia, riesumata dal 1997, viene titolata in prima pagina dal giornale della famiglia Berlusconi. Le parlamentari e le ministre del Pdl, in costante rapporto con Bisignani, sono comunque più d'una. E spesso sono state intercettate dal nucleo della polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli, su delega dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio.

Tra queste c'è Stefania Prestigiacomo: il ministro dell'Ambiente, per esempio, è stata vittima di un'intercettazione ambientale. Sembra un gioco di parole, ma è invece un passaggio interessante dell'inchiesta, tanto che la Prestigiacomo nei mesi scorsi è stata interrogata dai pm della procura napoletana.

PRESTIGIACOMO-BERLU Foto veraPAOLO SCARONI PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI

La Guardia di finanza intercetta la voce della Prestigiacomo nell'ufficio di Luigi Bisignani. I due sono in ottima confidenza, parlano tranquillamente, senza immaginare che una cimice sta registrando la loro conversazione. Bisignani sembra preoccupato, forse proprio a causa delle indagini, ma la registrazione è per lunghi tratti incomprensibile e la stessa Prestigiacomo, interrogata, ha detto di non ricordare di cosa stessero parlando.

La ministra non è indagata, ma il suo nome compare nell'indagine, come quello dell'ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. La Gdf napoletana ha intercettato le telefonate di Bisignani mentre tesseva la tela che doveva portare il suo amico di vecchia data, Gianni Punzo, sulla poltrona di vicepresidente di Confindustria a Napoli.

cmt10 diego della valle gianni punzo Bocchino e Carfagna nel

Va notato che Bisignani fa parte di un blocco di potere centrato oggi su Gianni Letta (ieri anche su Cesare Geronzi) fortemente ostile a quello di Montezemolo-Diego Della Valle. Ma le conoscenze di Bisignani fanno comodo a tutti, anche ai suoi nemici . È Montezemolo in persona a chiamare Bisignani per chiedere di spingere sull'Eni, al fine di spostare il peso dell'azienda pubblica dell'energia su Punzo. La manovra comunque fallisce, il "Bisi", stavolta non basta.

Punzo, l'imprenditore che ha creato il Cis di Nola, teneva molto a diventare vicepresidente di Confindustria Napoli. Bisignani quindi chiama Lucchini e cerca di ottenere il voto dell'Eni in suo favore. Purtroppo per Montezemolo però Punzo perde e se ne va sbattendo la porta dall'Unione industriali. La spunta infatti una triade di vicepresidenti a cui è difficile opporsi, grossi calibri nazionali: l'amministratore di Trenitalia Mauro Moretti (molto ostile alla Ntv di Punzo-Montezemolo), Gabriele Galateri di Genola, attuale presidente delle Generali, allora in Telecom Italia, e Marco Forlani, responsabile relazione istituzionali di Finmeccanica e figlio del politico Dc, Arnaldo.

MARIASTELLA GELMINI

2- P4, TUTTI I NOMI FINITI NEL CALDERONE. DEPUTATI, MINISTRE, MAGISTRATI, IMPRENDITORI E MANAGER DI STATO: MOLTISSIMI I BIG FINITI NELLA RETE DEI PM NAPOLETANI GIÀ 120 I TESTIMONI ASCOLTATI
Gian Marco Chiocci-Massimo Malpica per Il Giornale

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA MAURO MORETTI

Anche per la P4 sono migliaia le pagine dell'accusa pronte a finire sui giornali. Sono contenute nella richiesta d'arresto, negli oltre 100 interrogatori dei testimoni, nei numerosi verbali di Luigi Bisignani, nelle intercettazioni telefoniche che in gran parte - secondo il gip - non debbono essere utilizzate. Un'inchiesta mastodondica, quella dei pm Curcio e Woodcock, che il giudice ha in gran parte ridimensionato facendo propri solo tre dei diciannove capi di imputazione.

Sono tantissimi i pesci grandi e piccoli, della politica e dell'imprenditoria, ad esser finiti nella rete dei sostituti napoletani. In cima alla lista, oltre a Luigi Bisignani, presunto «dominus» dell'associazione c'è Gianni Letta. Per i suoi rapporti con l'amico Luigi, per la vicenda della candidatura del deputato Papa, per quanto riguarda l'esistenza di una lobby massonica in capo a Bisignani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio era/è finito nel mirino dei magistrati che lo hanno interrogato a lungo l'8 febbraio scorso a causa di un presunto via-vai di informazioni riservate su indagini top secret che lo avrebbero riguardato.

Nell'indagine c'è finita, suo malgrado, anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e quella alle Pari opportunità Mara Carfagna. A quest'ultima, ascoltata come persona informata sui fatti, sarebbe stata mostrata una fotografia con il deputato Papa in compagnia di un soggetto misterioso, che anche la ministra ha dichiarato di non conoscere. Fotografia al centro di una più complessa interrogazione parlamentare firmata da numerosi esponenti del centrodestra su presunti pedinamenti (vietati per legge) di deputati e senatori.

SERGIO DOMPE MARIASTELLA GELMINI LUCA BARBARESCHI

Non ha trovato conferme nell'entourage del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini una sua convocazione in procura anche se il suo nome comparirebbe negli accertamenti della guardia di finanza. Di fronte ai pm napoletani è sfilato certamente il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, sfiorato in precedenza dall'inchiesta P3.

0gus52 luigi vietti mich bruni

Tra i politici presi a verbale c'è anche il finiano Italo Bocchino (accusato da Bisignani di avergli spifferato la notizia dell'esistenza dell'inchiesta P4), l'ex Fli-attore Luca Barbareschi (sfilato in procura il 24 febbraio 2011 per una questione inerente un teatro) e «mister centomila preferenze», Alfredo Vito, vicinissimo a Fli.

LAVITOLA

Poi ecco Michele Vietti, storicamente fedelissimo di Casini, oggi vicepresidente del Csm. L'elenco conta anche Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ma non Denis Verdini, coordinatore del partito citato nelle intercettazioni, convocato ma allo stato non ancora interrogato. Faccia a faccia anche per Valter Lavitola, editore dell'Avanti!, mentre da Palazzo Chigi sono arrivati al centro direzionale di Napoli il capo dipartimento Editoria, Elisa Grande, e Antonio Ragusa, capo del dipartimento Risorse strumentali.

A dispetto di quel che si è letto su alcuni giornali, mai è stata interrogata il sottosegretario Daniela Santanché, al contrario del consigliere regionale del Pdl campano, Fulvio Martusciello. Solo boatos, ma nessuna conferma, sul passaggio negli uffici giudiziari napoletani di Paolo Cirino Pomicino.

MAURO MASI CHANSONIER CON LITTLE TONY

Cambiando sponda politica è stato costretto a dare spiegazioni l'ex leader della Quercia, e attuale presidente del Copasir, Massimo D'Alema. In contatto, perché portato da Bisignani, con il direttore dell'Aise-Sismi, Adriano Santini. A sua volta sentito dai pm il 15 dicembre 2010, dopo l'interrogatorio (avvenuto il 2 dicembre) del generale dei servizi militari Giuseppe Santangelo. Anche Luca Cordero di Montezemolo spunta nelle carte. É lunga la fila dei manager di Stato interrogati. I più importanti ci sono tutti.

SANTANCHE

Dall'ex dg della Rai, Mauro Masi,a Mauro Moretti, ad di Fs, passando per Paolo Scaroni, ad di Eni (dai pm anche il responsabile delle relazioni esterne di Eni, Stefano Lucchini) fino al numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini (interrogato l'8 febbraio scorso), e al responsabile pubbliche relazioni della stessa azienda, Lorenzo Borgogni (ascoltato il 12 marzo). Sotto la lente d'ingrandimento dei pm sono finiti anche due ex consiglieri di Romano Prodi, Francesco Micheli (non indagato) e Angelo Rovati interrogato insieme all'amico Anselmo Galbusera, titolare della Italgo-Delta finita nell'inchiesta Why not per aver fornito utenze telefoniche proprio all'entourage di Prodi.

Woodcock e Sciarelli

E poi Roberto Mazzei, presidente del Poligrafico dello Stato. Sentiti anche molti magistrati ed ex magistrati. Il capo degli 007 di via Arenula, Arcibaldo Miller, l'ex presidente della corte d'appello di Salerno, Umberto Marconi, il «magistrato onorario» Pasquale Lombardi (indagato per l'inchiesta sulla P3), il capo della procura di Nola, Paolo Mancuso. A verbale, per un filone collegato, anche il vice di Tremonti, Marco Milanese.

Luigi Bisignani

Nell'indagine è finito anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, l'ex portavoce della Marcegaglia, Rinaldo Arpisella e quello del sindaco di Roma, Maurizio Basile, l'ex capo della security di Telecom, Giuliano Tavaroli. Per non parlare poi degli imprenditori Vittorio Casale, Marcello Fasolino, Luigi Matacena, Stefano Ricucci, Marcello Fasolino, Alfonso Gallo e Giuseppe De Martino, quello da cui tutta l'inchiesta ha avuto inizio. C'è spazio anche per il carneade Antonio Di Napoli, a tutti gli effetti, detenuto.

 


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