1- A L'UNITA' DE GREGORIO IN USCITA, IN POLE C'E' CLAUDIO SARDO
(Adnkronos) - Cambio della guardia in vista alla direzione dell'Unita'. Sul futuro del quotidiano fondato da Antonio Gramsci si infittiscono le indiscrezioni che, secondo quanto apprende l'Adnkronos, danno per imminente l'arrivo di Claudio Sardo, notista politico del 'Messaggero' (e autore con Michele Gotor di un libro-intervista a Bersani, "Per una buona ragione") in sostituzione di Concita De Gregorio, il cui incarico triennale da direttore e' in scadenza.
In questo senso alcuni leggono anche la volonta' espressa nei giorni scorsi da De Gregorio, arrivata alla direzione de l'Unita' nell'agosto del 2008, di prendere un mese di ferie per concentrarsi sulla stesura di un nuovo libro. Il mese scorso si e' consumato intanto l'addio del condirettore della testata, Giovanni Maria Bellu, che ha accettato l'offerta di un team di imprenditori sardi per dirigere 'Sardegna 24', nuovo quotidiano in uscita nell'isola. Bellu era arrivato insieme a De Gregorio nell'agosto di tre anni fa.
PIERLUIGI BERSANISecondo i bene informati comunque non e' detto che l'avvicendamento sul ponte di comando de l'Unita' sia del tutto scontato: l'ultima parola sarebbe legata all'iter delle manifestazioni d'interesse che sarebbero giunte per l'acquisto del quotidiano, dopo che l'editore Renato Soru ha affidato all'advisor milanese Equita Sim il mandato per cercare possibili acquirenti.
SARDO GOTOR BERSANI - PER UNA BUONA RAGIONE
DAGOREPORT
L'agonia di Concita La Drita all' "Unità" ha seguito i dettami del catechismo cattolico, cominciando al concepimento prima ancora che alla nascita, in un lento hara-kiri che finirà il prossimo 30 giugno, quando lascerà la redazione per un futuro, si mormora, in politica.
Era il 28 maggio 2008 (http://archivio.dagospia.com/40000-40999/articolo_40788.html ) quando Veltroni, allora segretario del PD fresco di sconfitta elettorale, lancia la cronista di "Repubblica" al vertice del quotidiano fondato da Gramsci. Solo che lo fa dalle pagine del "Corriere", con un'intervista ad Aldo Cazzullo, che viene ricevuta malissimo dal direttore dell'epoca, l'attuale "fattista" Padellaro, e dalla redazione.
SardoSoprattutto perché i giochi non erano per niente chiusi. Seguono mesi di trattative tra l'editore Renato Soru, il direttore in uscita, i veltroniani, la redazione. Il clima è teso, e la situazione precipita quando Concita rivela i suoi piani per il futuro dell' "Unità" a "Prima Comunicazione", in cui annuncia di voler rivoltare il giornale come un pedalino.
SardoIl Comitato di Redazione dell' "Unità" scrive allora un comunicato al fiele contro la direttora in pectore di pollo, infarcito di frasi come "siamo all'intollerabile paradosso", "siamo all'annuncio del cambio di direzione 'via intervista'?", e "inammissibile mancanza di rispetto verso l'intera redazione, del direttore Antonio Padellaro cui va tutta la solidarietà dei giornalisti" ( http://archivio.dagospia.com/42000-42999/articolo_42227.html ).
Il 28 agosto 2008 prende dunque il posto di Padellaro, che fonderà l'anno dopo "il Fatto", successo editoriale che ha ampiamente pescato tra i delusi dal quotidiano nella versione di Lady Cecioni (cognome da maritata). La quale, appena arrivata impone collaboratori e giornalisti amici (come fa ogni nuovo direttore), scontrandosi con una redazione incazzata e sovietica nella sua organizzazione, che le metterà i bastoni tra le ruote a ogni occasione.
renato soru 0005 lapNon aiutano gli scazzi a volte violenti con il vice Pietro Spataro, e la scelta del secondo vice, che lei chiama da "Repubblica", Giovanni Maria Bellu. Bellu è un bravo giornalista e scrittore, ma non riesce a gestire il rapporto con la redazione. Invece di alleggerire la situazione e fare da cuscinetto tra direttore e giornalisti, si chiude in stanza e fugge dai conflitti.
Per molti, l'inizio della fine arriva subito, con la nuova veste grafica, che arriva in edicola il 25 ottobre 2008. Soru sgancia due milioni e mezzo per lo scherzetto, che fa sembrare il giornale un free press come ePolis, che possa entrare nella tasca-da-chiappa di una minigonna jeans, simbolo scelto da Oliviero Toscani per la campagna pubblicitaria (criticatissima perché sessista e, più banalmente, perché bruttissima copia della campagna di Toscani dei jeans Jesus, "Chi mi ama mi segua").
WALTER VELTRONISeguono la chiusura delle redazioni di cronaca di Bologna, Firenze e Roma. Tagli al personale. La fuga di Travaglio (che con Padellaro fonderà "il Fatto"), già ridimensionato a causa della nuova veste grafica di un giornale che vede l'ego di Concita al centro e gli altri a fare da contorno. Poi l'acquisto di Claudia Fusani, brava cronista che però non conquista la simpatia dei colleghi (forse anche a causa delle intercettazioni sull'intreccio tra stampa e servizi segreti: http://archivio.dagospia.com/25000-25999/articolo_25767.html )
GIOVANNI MARIA BELLUE ancora, il cambio di due diversi amministratori delegati in due anni, il tracollo politico-economico di Renato Soru, che da stella della new politics e della new economy, in un uno-due disastroso perde le elezioni regionali contro Cappellacci e si ritrova una società, Tiscali, piena di debiti.
L'elemento economico-politico è determinante (e giustifica in parte l'insuccesso della direzione De Gregorio). L' "Unità" doveva far da sponda all'ascesa di Soru nel panorama politico italiano, un'ascesa alimentata dalla cassaforte internettiana e dall'appoggio veltroniano. La sconfitta alle regionali del 2009 si porta dietro entrambe. Soru sparisce dal dibattito politico, intento a salvare il salvabile del suo ex impero mediatico. Veltroni deve dimettersi da segretario del Pd, e il progetto di creare il Berlusconi della sinistra fallisce miseramente.
Travaglio e Padellaro da Vanity FairDa quel momento, Soru non caccerà più un euro. Questo costringerà Concita a mandare via 40 collaboratori a contratto (dopo le infinite pippe - e prime pagine - sui poveri precari), e la direttora comincerà a passare più tempo da Michelone ad "Annozero", da Floris a "Ballarò", e da chiunque le mettesse un microfono davanti, che in redazione.
PADELLARO-TRAVAGLIOCosì, mentre Concita costruisce il suo personaggio televisivo e di massa, o prende lunghi periodi di ferie, il giornale continua a perdere copie, e in redazione si assiste a scene di panico, ira e disorientamento. Lei viene ribattezzata "Concita Il Sung", come il dittatore nordcoreano.
Finché, pochi giorni fa, Soru entra in stanza della direttora. Lei chiede una cospicua (cospicua) liquidazione. L'editore ride, sottolineando che il suo contratto, è in scadenza. E poi le pone il seguente indovinello-trabocchetto: "I libri che adornano questa stanza, sono stati inviati a te in quanto Concita De Gregorio o in quanto direttore dell' "Unità"? No, perché nel secondo caso, vorrei donarli alla biblioteca di Sanluri" (città natale di Soru).