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il vento greco soffia fino a hong kong - la quotazione DI PRADA nella borsa asiatica fa flop: Dall’Ipo non porterà a casa quei 2,6 miliardi di dollari che il prezzo massimo avrebbe permesso - \"Financial Times\" critico su tutta l’operazione: svantaggi fiscali - Fiato sospeso, in attesa che il 24 giugno suoni la campanella del via alle quotazioni...

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Federico De Rosa per il "Corriere della Sera"

MIUCCIA PRADA

La marcia di avvicinamento è stata lunga ma tutto è andato secondo i piani. Come dice un banchiere di lungo corso «Prada andrebbe esaurita anche se le azioni si vendessero su una bancarella fuori dalla Borsa» . Non è questo il caso, ovviamente, ma il tutto esaurito per la griffe milanese, che giovedì 24 debutterà alla Borsa di Hong Kong, c'è stato eccome. Patrizio Bertelli e Miuccia Prada hanno offerto agli investitori 423 milioni di azioni, ovvero il 16,5%di Prada, ricevendo richieste per quasi 1,5 miliardi di titoli, quattro volte di più. Quella di Hong Kong è una scelta singolare per un'azienda simbolo del Made in Italy, la prima a decidere di quotarsi solo sul mercato asiatico.

Mercato che per Prada, però, vale oltre 650 milioni di ricavi sui 2 miliardi di euro complessivi incassati ogni anno nel mondo. Si tratterebbe dunque di una scelta opportunistica per sfruttare al meglio la notorietà del marchio. Tanto più che l'incasso della quotazione verrebbe impiegato per ripagare parte del debito alle banche, 1 miliardo circa, e il resto per crescere in Asia. C'è anche qualcuno che parla di ragioni di riservatezza, e fa notare come in Italia non sia stato reso pubblico alcun documento sull'operazione.

borsa_valori_hong_kong

Visto l'indiscusso allure del marchio, in casa Prada non hanno comunque dubbi sull'esito della quotazione. Anche se qualcosa nell'aria devono aver fiutato se ieri Bertelli, che in passato ha mandato a monte per tre volte la quotazione in Borsa, avrebbe accettato di incassare 300 milioni di dollari in meno di quanto previsto (2,3 miliardi invece di 2,6). L'intervallo di prezzo delle azioni che verranno vendute, secondo voci rimbalzate da Hong Kong, sarebbe stato infatti ristretto dagli originari 36,5-48 dollari a 39,5-42,25 dollari.

Può aver influito il clima del mercato, che in questi giorni sta facendo un po' le bizze come ha avuto modo di verificare il colosso delle valige Samsonite, che ieri nel giorno del debutto a Hong Kong ha perso l' 8%. Oppure sono state le pressioni degli investitori. Rispetto a Tod's, Burberry, Lvmh, la griffe milanese è stata ritenuta infatti cara.

PRADA

Chissà se ha influito anche il colpo basso sferrato dal Financial Times, critico su tutta l'operazione, che ieri ha puntato l'attenzione sugli svantaggi fiscali legati all'acquisto delle azioni da parte dei cittadini dell'ex colonia britannica, indicati dalla stessa Prada nei documenti presentati a Hong Kong. Secondo il quotidiano della City l'applicazione delle aliquote italiane sui dividendi e sugli eventuali guadagni incassati rivendendo i titoli terrà lontani gli investitori. Secondo alcuni fiscalisti italiani, tuttavia, non sarebbe proprio così. Lo svantaggio vale sicuramente per i dividendi, tassati alla fonte al 27%.

Ma sul «capital gain» varrebbe l'eccezione prevista dalla normativa per i casi in cui a comprare azioni di società italiane quotate all'estero sono risparmiatori non residenti in Italia. Vale l'extraterritorialità quindi non si paga nulla. Si tratterà dunque di capire se gli investitori asiatici sono più interessati a Prada per la capacità di generare profitti, e quindi dividendi, come ha fatto negli ultimi tre anni riuscendo a raddoppiare gli utili, oppure per il potenziale rialzo del titolo. O, molto più semplicemente, per il glamour e il fascino esercitato dalla griffe milanese sui nuovi tycoon con gli occhi a mandorla.

2- NON È PIÙ UN LUSSO SBARCARE SULLA BORSA DI HONG KONG
John Foley per "la Stampa"

samsonite

Forse, tutto considerato, una quotazione in Borsa sul listino di Hong Kong non è così un lusso. Samsonite, il primo produttore mondiale di valigie, ha lasciato sul terreno l'11% nel primo giorno di contrattazioni. Questa performance deludente non è una premessa entusiasmante per Prada, la casa di moda italiana che sta preparando il proprio debutto sul mercato. E mette in dubbio la teoria che tra gli investitori orientali vi sia una domanda inesauribile di marchi occidentali di prestigio.

burberry-logo

Samsonite non avrebbe potuto prevedere i recenti tumulti del mercato. L'indice benckmark di Hong Kong ha ceduto il 7% rispetto ai massimi di giugno, e il 2% da venerdì 10, quando è stato fissato il prezzo per le azioni Samsonite. La crescita stagnante degli Usa, l'inflazione cinese fuori controllo e la corrosione dell'eurozona sono fattori deleteri per un'azienda il cui appeal sui consumatori si fonda sui viaggi e sul turismo di fascia alta. Senza dubbio è in Asia che risiedono i consumatori di prodotti di fascia alta. A maggio le vendite al dettaglio in Cina hanno fatto registrare un aumento di quasi il 17% anno su anno, mentre i consumi negli Usa sono rimasti fermi.

Ma i mercati azionari asiatici si dimostrano volatili quando emerge un'avversione al rischio a livello mondiale. I presupposti non sono dei migliori per Prada, azienda connazionale di Samsonite, che si sta preparando a collocare azioni a Hong Kong. La domanda di valigie è forse più durevole di quella di borsette e tacchi a spillo. In più, grazie a una generosa valutazione di circa 25 volte gli utili previsti per il 2011, e alla possibile applicabilità dell'imposta italiana sui capital gain, l'entusiasmo degli investitori retail per Prada si sta già raffreddando.

tod's

La domanda vera è se il boom delle Ipo nel lusso non sia esploso troppo presto in Cina. In fondo, il costo del capitale azionario per le aziende è più basso nei paesi dove esistono mercati stabili e ben regolamentati, e dove investitori e analisti sono numerosi. Questi fattori giocano senza dubbio a favore di Europa e Stati Uniti. Se i mercati asiatici non dovessero più offrire premi spumeggianti, la logica di queste quotazioni nel settore del lusso inizierebbe ad apparire un po' deboluccia.

 


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