Lino Ventura per http://www.lettera43.it
bossi maroni lapC'è sempre il ministro dell'Interno Roberto Maroni a dettare la linea in casa della Lega Nord di Umberto Bossi. In attesa del raduno di Pontida il 19 giugno, all'interno del Carroccio stanno cercando di perfezionare il discorso che il Senatùr farà di fronte ai militanti, sempre più infuriati dopo la sconfitta sui referendum del 12 e 13 giugno. E Bobo, al solito, è uno degli unici a parlare.
«Nel programma di governo», ha spiegato il capo del Viminale, «il primo punto era un fisco per le imprese, il secondo un fisco per la famiglia. Quindi questo è il momento di fare le cose, perché ci sono difficoltà, c'é la crisi economica e oltre alla prudenza ci vuole coraggio».
IL CARROCCIO BRANCOLA NEL BUIO
L'invito al coraggio è riferito al ministro dell'Economia Giulio Tremonti che secondo alcuni, se si dovesse trovare l'accordo prima di domenica 19 giugno sulla riforma fiscale, potrebbe persino partecipare al raduno sullo storico pratone di Pontida. Ma al momento, come spiegano gli stessi leghisti a microfoni spenti, si «brancola nel buio», tanto che più che alla verifica di governo del 22 giugno, in molti si aspettano che l'ultimatum sia giovedì 30, quando il parlamento dovrà ratificare le missioni all'estero.
Del resto, la situazione non è cambiata. La riforma fiscale sarebbe già pronta, ma al momento mancano gli 80 miliardi di euro necessari per coprire i costi del debito pubblico italiano. Tremonti presenterà i suoi studi sull'argomento il 18 giugno, alla vigilia Pontida.
LE APERTURE DEL MINISTRO DELL'ECONOMIA
Qualche spiraglio di apertura sembra essere arrivato dal numero uno di via XX settembre anche all'assemblea di Confartigianato di martedì 14 giugno, ma il tempo stringe e far collimare le istanze delle parti non è semplice.
Tremonti ha annunciato una riforma composta in questo modo: con un codice di 'principi unificanti', accorpamento degli scaglioni a non più di cinque imposte e tre aliquote, tenendo conto che «le aliquote più basse sono il migliore investimento per ridurre l'evasione fiscale».
Intanto la Lega Nord vorrebbe dare un taglio netto al welfare per le categorie a più alto reddito. Insomma, l'obiettivo è colpire gli invalidi con redditi molto alti, per la maggior parte dislocati nel Sud Italia. Basterà?
CALDEROLI FIAMMETREMONTI E BOSSI TORNANO A PARLARSI
A quanto pare, quindi, il Carroccio e il super ministro avrebbero ricominciato a parlarsi. Anche se per saperne di più bisognerà però attendere la prossima riunione dei colonnelli leghisti che si terrà venerdì 17 giugno in via Bellerio a Milano, sede della Lega.
Già lunedì 13 giugno sono state messi a punto alcuni provvedimenti che potrebbero essere presentati al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi prima della verifica di martedì 21.
Ma c'è un'altra data che inizia a far tremare i palazzi Romani: il 30 giugno, quando si dovranno finanziare le missioni all'estero. Se la Lega dovesse mettersi di traverso si scatenerebbero immediate le ire del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Roberto Calderoli a Pontida 2009IL SENATÙR PENSA AL RITIRO DALLA LIBIA
Bossi e Maroni, infatti, dovrebbero muoversi in perfetta sintonia, con il primo che dal palco di Pontida toccherà la pancia dei militanti con la proposta di ritirarsi dalla guerra in Libia. Mentre il secondo insieme con il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli starebbe trattando con Tremonti sulla riforma fiscale da presentare il giorno della verifica in Senato.
La vicenda però è molto intricata. Un economista del Carroccio vicino al sottosegretario al Bilancio Giancarlo Giorgetti, a precisa domanda di Lettera43.it su come sarà organizzata la riforma del fisco ha risposto: «Bella domanda, aspettiamo Pontida che è meglio».
GHEDDAFI IN TVSegno che in via Bellerio non hanno ancora la minima idea su come trovare i soldi necessari per abbassare le tasse e rilanciare l'economia del Paese. Non solo. Non è detto che Tremonti alla fine ceda, dopo che nelle scorse settimane ha tenuto duro di fronte alle richieste sia del Cavaliere che del Senatùr.
PER LE MISSIONI CONTRO GHEDDAFI, L'ITALIA HA SPESO OLTRE UN MILIARDO DI EURO
I leghisti in questi giorni stanno attingendo idee in ogni angolo della sede della Lega per reperire fondi necessari alla riforma fiscale. Qualcuno dell'Italia dei valori fa notare che basterebbe effettuare dei tagli sulle Province, contro cui una volta la Lega si opponeva, ma che poi occupate hanno iniziato a fare comodo. Per questo motivo il punto su cui Bossi vuole insistere è proprio la guerra in Libia.
«Ritiro immediato», dirà con tutta probabilità il leader del Carroccio, convinto che i soldi della missione contro Gheddafi possano tornare utili alle casse dello stato. D'altra parte, secondo quotidiani stranieri, solo la prima settimana di guerra in Libia è costata ai Paesi occidentali intervenuti oltre 600 milioni di euro.
In una settimana la spesa italiana è stata di circa 12 milioni, di cui 10 per l'aviazione. I Tornado hanno eseguito infatti 32 missioni ciascuna del costo di 300 mila euro escluso. E a quasi tre mesi di distanza dalla scelta dell'Italia di partecipare ai bombardamenti, secondo stime di governo, i costi dovrebbero aver superato il miliardo di euro.
L'IMPORTANZA DI TRATTARE CON UN GOVERNO LIBICO
«Auspichiamo che si concluda rapidamente la fase delle bombe e si passi a quella del negoziato perché, in materia di contrasto all'immigrazione è indispensabile che di là ci sia un governo con cui trattare, altrimenti non possiamo fare altro che alzare le mani e aspettare che la guerra finisca».
Lo ha detto sempre Maroni apprezzando la notizia della bocciatura da parte della Camera dei rappresentati Usa alla richiesta del presidente degli Stati Uniti Barack Obama di fondi per le operazioni in Libia. «È una notizia molto importante, perché adesso si tratta di capire che cosa succede alle operazioni della Nato se gli Stati Uniti si ritirano», ha osservato Maroni.