1 - RAI: DOMANI NIENTE NOMINE IN CDA...
(ANSA) - Niente nomine domani in consiglio di amministrazione della Rai. A quanto si apprende, non sarebbero arrivate sul tavolo dei consiglieri le proposte di avvicendamenti da parte della direzione generale entro il termine delle 24 ore dalla riunione convocata per il pomeriggio.
Le nomine sarebbero state rinviate - a quanto si apprende - in assenza di un quadro condiviso, anche con l'opposizione.
La 'pausa di riflessione' sarebbe stata decisa anche per consentire all'azienda di concentrarsi sulla partita contratti e sull'appuntamento con gli sponsor della Sipra per la presentazione dei palinsesti autunnali, il 20 giugno a Roma e il 22 giugno a Milano. Il cda si occuperà domani di contratti e gestione ordinaria. Ma non è escluso che si parli anche della situazione informativa del Tg1.
antonio verro2 - CHE COMBINAZIONE SU RAITRE: «IL CAIMANO» IN PRIMA SERATA...
Da "il Giornale" - Inizialmente ci aveva provato, invano, Serena Dandini: nello scorso febbraio si era battuta per mandare in onda, durante il suo programma «Parla con me», gli spezzoni finali del film di Nanni Moretti «il Caimano». Pochi minuti della pellicola dove Silvio Berlusconi- interpretato dallo stesso Nanni Moretti- entra nell'aula di tribunale per presenziare alla lettura della sentenza di un processo che lo condannerà a 7 anni di reclusione, solo, senza alleati e senza poteri.
L'allora direttore generale, Mauro Masi, aveva replicato che l'azienda lo avrebbe trasmesso quando lo avrebbe ritenuto «necessario». Ora, con un tempismo quasi preoccupante, RaiTre ce l'ha fatta: «Il caimano» andrà in onda in prima serata domenica 19 giugno. Sarà per il vento che cambia, come qualcuno da sinistra s'è prontamente preso la briga di annunciare nelle scorse settimane; sarà per quella voglia matta di azzannare una preda che gli occhi appannati di una sinistra euforica per l'esito di amministrative e referendum vedono ormai morente: resta il fatto che in un delicato momento politico la tv di Stato non ha perso tempo per mandare in onda un nuovo spot anti-Berlusconi. L'ennesimo.
3 - «MASI NON DISTINGUE UN TELEVISORE DA UN ASPIRAPOLVERE ORA VOGLIO FARE IL DG»...
Antonio Signorini per "il Giornale"
Per una scrivania dirigenziale, Michele Santoro è disposto persino a rinunciare al «suo microfono». A quel ferro del mestiere che cercò con tutte le forze di riconquistare quando decise che fare l'europarlamentare era di una noia bestiale. Per annunciare la candidatura a direttore generale della Rai, ha scelto una conferenza stampa con i vertici della Fiom. Era stata convocata per presentare la festa delle tute blu Cgil e relativo spettacolo in stile «Rai per una notte», ma si è prevedibilmente trasformata in uno show santoriano.
«Sto pensando che voglio candidarmi a fare il direttore generale. Una candidatura con tutti i crismi, col mio curriculum. Sento che Bersani e altri cominciano a pensare che vadano trovati amministratori competenti, quindi credo che troverò il modo di avanzare la mia candidatura».
Guai però a considerare il suo come un pressing sul Pd e la sinistra affinché mettano in agenda il suo caso: «Io con la sinistra non c'entro niente». Con il recente «vento» del cambiamento, invece, c'entra eccome. L'anchorman praticamente si prende il merito della vittoria dei «Sì» al referendum, spiega che gli otto milioni di ascolti delle due ultime puntate di AnnoZero , erano un assaggio.
MAURO MASIUna medaglia che vorrebbe fare valere per la sua candidatura. Intanto, per preparare il terreno, attacca l'ex direttore generale Masi, «uno che non sapeva distinguere un televisore da un aspirapolvere». Spiega che la Rai deve essere pubblica, ma non di Stato e, di fatto, ribadisce il «fuori i partiti».
Anche se, quando si tratta di delineare la «sua» Rai, si capisce quale sarebbe l'andazzo. Programmi da definire sulla base degli ascolti? Anche, ma il servizio pubblico non deve rincorrerli. L'azionista-Stato che pesa? No. A decidere in Rai saranno solo «gli autori». Ma lui, si metterà da subito al telefono per reclutare Serena Dandini, Beppe Grillo (se la smette con il movimento), Adriano Celentano e Corrado Guzzanti.
Paolo RuffiniLe domande dei giornalisti specializzati, si concentrano sulle prospettive di carriera e sull'addio alla televisione di Stato. Santoro spiega che con la Rai ha chiuso, che La7 è sì interessante, ma che lui non esclude progetti in proprio.
Ed effettivamente sembra che, al momento, più del microfono Rai, gli interessi un bagno di folla. Intanto sta preparando la festa per i 110 anni della Fiom. Una tre giorni a Bologna che inizierà con una serata evento venerdì.
Ci sarà Travaglio (il Fatto collabora all'evento), Teresa de Sio, Crozza che imita Marchionne, nemico dei metalmeccanici Cgil. Lui intervisterà il segretario Maurizio Landini, a patto - ha precisato suscitando non poche risatine tra i sindacalisti «che gli faccia sentire l'odore della fabbrica». Non sono previste iniziative con gli altri sindacati. Il lavoro, nel mondo di Santoro, si ferma alla Cgil. Un assaggio della sua Rai.