1 - LA DOPPIA VITA DI CESARE IL "CAMALEONTE" TRA INCARICHI ISTITUZIONALI E AFFARI PRIVATI
Giovanna Vitale per "la Repubblica - Roma"
Neanche ora che è andata com´è andata, ora che dagli altari Cesare Pambianchi è sprofondato nella polvere, tradotto nelle patrie galere dagli agi di una vita piena di passioni costose (lo yacht Ferretti ancorato a Punta Ala, i viaggi esotici, il giardino pensile sul mega attico a Balduina), neanche ora il profilo del commercialista senza scrupoli pronto ad arricchirsi sulla pelle degli altri, emerso dalle carte dell´inchiesta, coincide con il ritratto disegnato da amici e colleghi di lavoro.
Come se di questo 65enne facoltoso e scaltro, vicino al centrodestra ma trasversale, ribattezzato il "Camaleonte" per le sue doti mimetiche nella giungla della politica e degli affari, che delle pubbliche relazioni ha fatto un´arte riuscendo a guidare per un decennio il maggiore sindacato dei commercianti senza essere uno di loro, ebbene è come se di quest´uomo ne esistessero due. Due opposti riuniti in una persona sola.
CESARE-PAMBIANCHIInfaticabile presidente di Confcommercio Roma e Lazio, collezionista di cariche e onori, presenzialista indefesso perché - amava ripetere - «chi è assente ha sempre torto» nonché intimo dei potenti, in ultimo di Luigi Abete e della governatrice Renata Polverini che un paio di settimane fa lo volle fra gli ospiti d´onore alla sua cena di compleanno; corteggiatissimo dai salotti almeno sino alla mancata designazione al vertice della Camera di Commercio, quando il sindaco Alemanno (di cui "Cesarone" fu grande elettore) gli preferì a sorpresa Giancarlo Cremonesi dopo averlo sponsorizzato a lungo, il primo vero inciampo di una carriera fin lì costellata di successi.
Neppure 24 ore dopo, il 16 settembre 2010, Pambianchi riceveva l´avviso di garanzia per evasione fiscale che ieri lo ha costretto in carcere. L´amo che ha strappato la tela e svelato il lato oscuro, il suo doppio. Il commercialista che, secondo l´accusa, svestiti i panni istituzionali, nel grande studio ai Parioli gestito col socio di una vita Carlo Mazzieri, da lui tra l´altro nominato presidente dei revisori dei conti in Confcommercio, confezionava truffe milionarie: capo di «un sodalizio criminale» che «ha saputo nel corso del tempo rinnovarsi continuamente e venire incontro alle esigenze della clientela desiderosa di sottrarsi al pagamento delle imposte con ogni mezzo».
PAMBIANCHI E ALEMANNODottor Jeckyll e Mr Hide: il primo, imprenditore impeccabile, sfruttava le sue conoscenze pubbliche per aiutare il secondo, spietato affarista, a portare a termine disinvolti business privati.
Una ricostruzione, quella del gip, che ha gettato nello sconcerto amici e collaboratori. «Possibile che si tratti della stessa persona?». Eppure, adesso che "l´intoccabile" è stato travolto, in tanti cominciano a raccontare episodi strani, aneddoti rivelatori. A partire dalle origini della sua ascesa, politica e imprenditoriale. Si narra che nel 2001, quando fu eletto per la prima volta presidente di Confcommercio Roma, a imporlo fu nientemeno che Gianfranco Fini, allora leader di An che nella capitale ha sempre avuto un vasto serbatoio di voti e d´influenza, insieme a un pezzo della comunità ebraica.
A provarlo, lo storico sodalizio di Pambianchi con i costruttori Di Veroli, finiti ora nella stessa inchiesta. Tanto più che allora "Cesarone" era considerato un corpo estraneo, uno che il commercio non lo aveva esercitato mai. Figlio di albergatori pugliesi, dopo la Laurea in Economia alla Sapienza gestisce le attività di famiglia e si sposa finché, negli anni ´80, prima apre lo studio da commercialista e poi decide di allargarsi al settore immobiliare e turistico, acquisendo pure la P.T.S., prima televisione privata di Roma e Provincia.
Ma è nel 96 che fa il grande salto: fonda la società Profit spa e si lancia nel filone Sport&Wellness che lo porterà, nel tempo, ad aprire 12 palestre "Dabliu" e diverse Beauty Farm, la più esclusiva in Svizzera, a Crais Montana, all´interno del Grand Hotel du Golf. Ma anche qui le voci non sono benevole. Si dice che le palestre sulle quali Pambianchi ha costruito il suo impero, ora gestito dai due figli, in realtà appartenevano a un suo cliente in difficoltà: lui lo aiutò economicamente, ma si prese tutto.
LUIGI ABETESempre in sella, "Cesarone". E sempre grazie alla politica. A quel centrodestra che governa la città e il Paese. Indagato per reati finanziari, è riuscito a dribblare l´occhio vigile di Bankitalia e a restare alla guida di Imprebanca. Negli ultimi dieci anni gli iscritti a Confcommercio si sono dimezzati, il bilancio è in profondo rosso, per fare cassa è stato necessario vendere i garage della sede di via Properzio e affittarne una parte, ma nessuno ha mai messo in discussione la sua presidenza. Fino a ieri. Un´uscita di scena che il Camaleonte non s´aspettava.
2- PAMBIANCHI E MAZZIERI - PARADISI FISCALI, CASE E AUTO DI LUSSO ECCO IL TESORO DELLA COPPIA D´ORO
Maria Elena Vincenzi per "la Repubblica - Roma"
Immobili, conti correnti in paradisi fiscali, yacht e macchinoni. Un vero e proprio tesoro da decine di milioni di euro quello che il duo Cesare Pambianchi e Carlo Mazzieri aveva a disposizione. E che ieri gli uomini del nucleo speciale di polizia tributaria della guardia di Finanza hanno sequestrato. Innanzitutto la palazzina di quattro piani, in via Emilio de´ Cavalieri, nel cuore dei Parioli che ospita lo studio dei due commercialisti: per i magistrati Francesca Loy, Francesco Ciardi e Sabina Calabretta, coordinati dall´aggiunto Nello Rossi, quell´immobile è corpo di reato. Un edificio intero, roba da milioni di euro.
Poi ci sono le barche: due motoscafi Ferretti gemelli di quindici metri da tre milioni l´uno. Il Chimera, quello di Mazzieri, e il Dabliu del presidente di Confcommercio, lo stesso nome scelto per la sua catena di centri fitness. Insieme alla barche, anche quattro posti barca, per un valore complessivo di un milione di euro: due a Punta Ala, in Toscana, e due a Marina di Nettuno. Ancora, a casa Pambianchi ieri mattina, le Fiamme Gialle hanno sequestrato, in pratica, un autosalone.
Si parte dall´Audi A8 che, con l´autista, portava il presidente dei commercianti capitolini in ufficio alla mattina, per arrivare a due utilitarie. Nel mezzo, una Mercedes turbo, una Range Rover e una Chevrolet. Perquisite entrambe le abitazioni di quelli che la procura di Roma considera i due ingegneri del sistema evasione, ma i due, che sembrano avere in comune molto più del lavoro, sono legalmente separati dalle mogli. Solo formalmente, però: le due signore, intestatarie delle case di proprietà, sono però ancora compagne di vita dei due commercialisti.
GIANCARLO CREMONESIIl patrimonio immobiliare, ma anche quello "cash", per così dire. Le fiamme gialle hanno messo sotto sequestro anche una dozzina di conti correnti intestati a società svizzere riconducibili a Pambianchi e Mazzieri. Nomi insospettabili e di fantasia, per cui gli inquirenti hanno dovuto fare una ricostruzione minuziosa. Coordinate bancarie su cui sono ancora in corso accertamenti: l´accusa non esclude che i conti possano essere molti di più.
Da un primo accertamento, che ha riguardato solo 4 dei 12 depositi bancari trovati, su quei conti sono transitati, solo negli ultimi quattro anni, fondi per 12 milioni di euro. Soldi depositati in istituti di credito elvetici, lussemburghesi, monegaschi e sanmarinesi. Conti correnti che, già dai prossimi giorni, saranno oggetto di rogatorie.