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MI CHIAMO PAMBIANCHI E RISOLVO PROBLEMI - Di cosa aveva bisogno il cliente? Ristrutturazioni aziendali con trasferimento fittizio di società all´estero per evitare fallimenti, bancarotte fraudolente, e seppellire debiti con il Fisco? il Grande Elettore del BANANA e DI ALEDANNO, ERA IMBATTIBILE nel ramo \"BARE FISCALI\" - TRA I clienti facevano la fila Giampiero Palenzona, fratello di Fabrizio, vicepresidente di Unicredit, Renato Semeraro, Gianmauro Borsano, ex presidente del Torino...

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Carlo Bonini per "la Repubblica"

pambianchi cesare

Finiscono chi in carcere e chi ai domiciliari in 46. Tutti insieme, come in una retata di crimine organizzato. Ma hanno il colletto bianco e la targa d´ottone in ufficio - professionisti, notai, avvocati, dirigenti di aziende di un qualche nome come "Conad" e "Centrapol", prestanome senza vera arte, ma con residenza in piazze fiscalmente vantaggiose - impiccati a un rosario di accuse che tiene insieme frodi fiscali, riciclaggi, frodi fallimentari, falsi, bancarotte fraudolente.

E la notizia, questa volta, non è solo nei numeri di una macchina per delinquere che ha sottratto all´Erario oltre 500 milioni di euro. Negli 80 milioni di beni sequestrati a questa variopinta compagnia dai militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. O nel nome eccellentissimo di uno degli arrestati, il commercialista Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio di Roma e Lazio, imprenditore "alberghiero e del benessere" (sua la catena di palestre "Dabliu"), ma soprattutto Grande Elettore del Presidente del Consiglio e del Sindaco di Roma.

La notizia - per dirla con le parole che fanno da epitaffio alle 633 pagine dell´ordinanza del gip Giovanni De Donato e con quelle del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy, Francesco Ciardi, Sabina Calabretta - è che «un´industria della frode fiscale» ha come suoi architetti (e non dunque acquiescenti complici) la coppia di commercialisti Carlo Mazzieri e, appunto, Cesare Pambianchi, professionisti conosciuti in Italia per la loro clientela, il loro sistema di relazioni. È la "professione" che si fa «associazione a delinquere stabile».

CESARE-PAMBIANCHI

Se la rideva Pambianchi. In pubblico, in questi anni, posava con il presidente del Consiglio nel chiedere «un Fisco giusto, contro il governo delle tasse». In privato, al telefono che non sapeva intercettato, gongolava per il tracollo della nostra economia: «È un momento de´ crisi... E so´ crisi pe´ tutti, no? E quindi,... Noi quando c´è il momento de´ crisi.... eh eh eh.... è il momento pe´ mette´ il maggior lavoro». In fondo, aveva ottimi motivi per farlo. A leggere l´imponente documentazione raccolta dalla Procura e dalla Finanza, il suo studio di via Emilio de´ Cavalieri 7, nell´elegante quartiere Parioli, era diventata un´officina dell´illecito fiscale chiavi in mano.

Di cosa aveva bisogno il cliente? Ristrutturazioni aziendali con trasferimento fittizio di società all´estero per evitare fallimenti, bancarotte, e seppellire debiti con il Fisco? Pambianchi aveva fior di collaboratori nel ramo (Paolo Verrengia), una rete di prestanome (anche cittadini bulgari) e di conti correnti. Il cliente doveva sottrarsi al pagamento delle imposte? Doveva autofinanziarsi con operazioni farlocche di lease-back immobiliare o, più banalmente, riciclare beni e denaro? Lo studio si proponeva come «l´eccellenza nel settore».

Il Sistema lo si può riassumere con una parola: "bare fiscali". I clienti facevano la fila (tra loro Giampiero Palenzona, fratello di Fabrizio, vicepresidente di Unicredit, Renato Semeraro, Gianmauro Borsano, ex presidente del Torino ed ex deputato del Psi). I "becchini" dei debiti con l´Erario, Mazzieri e Pambianchi non avevano il tempo di contare i soldi. Le chiamavano "parcelle". «Di fatto - scrivono i magistrati - erano compartecipazioni agli utili del reato». Qualcosa come 8 milioni di euro, naturalmente in nero. Ai gruppi Vichi, Di Veroli e Visa garantiscono «la sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte».

Gianmauro Borsano

Ai gruppi Francisci (titolari delle cliniche private "Villa Silvana" e "Villa Carla"), Conad, Mangione, «un illecito autofinanziamento con operazioni di leasing». Al gruppo Gelfusa (proprietaria del marchio "Centralpol"), l´uno e l´altro. Con la garanzia del legale rappresentante della società. Un ex attore oggi di 59 anni, quel Renato D´Amore consegnato da Diego Abatantuono alla celebrità dei "b movie" anni ‘80 come "Sandrino il mazzulatore" nel suo "Eccezzziunale.... veramente".

L´inchiesta è poderosa, solida e - promettono gli investigatori - camminerà. Non fosse altro per rispondere a una domanda. Perché l´implacabile "Equitalia" (feroce nel recupero tempestivo delle multe per divieto di sosta e dell´evasione del canone Rai) ha per anni ignorato la scintillante clientela dello studio Pambianchi, lasciando il tempo che i suoi crediti milionari languissero, mentre fior di "professionisti" trasferivano risorse all´estero rendendo così quei crediti per sempre inesigibili?

 


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