1 - LA BPM, LA LEGA E IL CERCHIO MAGICO DI MEDIOBANCA
Massimo Giannini per "Affari & Finanza - la Repubblica" di oggi, 13 giugno 2011
Nel "cerchio magico" del Senatur, insieme a quella del Dio Po, di Odino e di qualche druido della bassa bergamasca, circola anche un'altra leggenda metastorica: la Lega "di governo" trasforma in oro tutto quello che tocca. Grazie alla dedizione dei suoi amministratori, alla preparazione dei suoi dirigenti, alla formazione dei suoi manager. La leggenda, ancorché parzialmente smentita dal disastroso esito delle elezioni amministrative, contiene una parte di verità. Ma almeno in un caso, soffre di una clamorosa eccezione: le banche. Con le banche il Carroccio deve avere qualche serio problema. Ogni volta che le camicie verdi ci hanno provato, allungando le mani sulle leve del potere creditizio, è stato un fallimento.
"Abbiamo una banca", dissero tronfi i lumbard, ai tempi della Credieuronord. Erano gli anni di Fazio padrone a Roma Ladrona e di Fiorani luogotenente in Padania. Finì malissimo, con uno scandalo su cui non si è mai fatta luce sufficiente. "Abbiamo una banca", hanno ripetuto dal 2008 i pretoriani di Bossi, dopo aver conquistato la Bpm piazzando al vertice il fedelissimo Massimo Ponzellini.
Sta finendo male, se è vero che l'istituto boccheggia sotto i colpi del disinvolto "carry trade" voluto in questi anni dai suoi capi e sotto il maglio della Banca d'Italia che ne segnala incongruenze e imprudenze gestionali. Tre anni fa, prima dell'invasione leghista, Bpm capitalizzava 4 miliardi. Oggi capitalizza 700 milioni. E' gravemente sottopatrimonializzata, e Via Nazionale invoca un aumento di capitale di 1 miliardo.
ALBERTO NAGELIn questa Caporetto, può accadere perfino che si arrivi al commissariamento. Chi raccoglierà le spoglie del dissennato leghismo bancario? Gli 800 sportelli della Bpm, incardinati nel cuore della ricca Lombardia, sono un bottino di guerra ambitissimo. Si dice che Mediobanca sia pronta a scendere in campo. La tentazione di sommare la "rete" ex Bpm al retail di Che Banca è fortissima. Un'altra tappa nella metamorfosi di Mediobanca. Ai tempi di Cuccia era un "ircocervo" perché, da pubblico, difendeva il privato. Oggi è un "ircocervo" perché, da banca d'affari, diventa banca commerciale. È il "cerchio magico" di Nagel e Pagliaro.
2 - PENISOLA DEI FAMOSI: 1- FERMI TUTTI! NAGEL MIREREBBE A IRROBUSTIRE, CON UNA TERZA GAMBA, MEDIOBANCA (E GENERALI) CON LA CONQUISTA DELLA BANCA POPOLARE DI MILANO DI PONZELLINI
Da Dagospia del 23 maggio 2011 - http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-25918.htm
Durante il weekend Alberto Nagel e l'incantevole moglie hanno fatto un pensierino sugli abiti da indossare per la zuppa di nozze di Corradino Passera con Giovanna Salza.
I festeggiamenti cominceranno venerdì sera ma il clou della cerimonia sarà domenica quando a Villa del Balbianello sul Lago di Como il pallido Nagel si troverà mescolato agli altri banchieri, agli imprenditori come Dieguito Della Valle e Luchino di Montezemolo, e a Pierfurby Casini, l'unico politico presente insieme alla moglie Azzurra.
Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright Pizzi
Non potranno mancare naturalmente il presidente Abramo-Bazoli e Gaetano Miccichè (quest'ultimo definitivamente senza moglie) con i quali l'amministratore delegato di Mediobanca ha un buon rapporto. Oltre all'abito da matrimonio il 46enne bocconiano, che nell'ottobre 2008 è salito al vertice di Piazzetta Cuccia, sta riflettendo in questi giorni sul vestito che la storica merchant bank dovrà ritagliarsi in vista della battaglia d'autunno quando scadrà il patto di sindacato che lega i soci di Mediobanca.
Lo scenario non è molto tranquillo e già si percepiscono i movimenti di alcuni azionisti forti che non staranno con le mani in mano; tra questi il francese Bollorè che già detiene quasi il 6% delle azioni e con l'amico miliardario (in euro) Dassault pare che stia comprando "ai blocchi" pacchetti di titoli per sferrare l'attacco di settembre su Piazzetta Cuccia (sullo sfondo c'è Generali).
I due transalpini devono muoversi con cautela e tener d'occhio la battaglia per l'Eliseo dell'amico Sarkozy che rischia di rompersi il collo. Se metteranno da parte i loro timori il tandem Bollorè-Dassault potrà costruire un asset con i vari Ligresti, Tronchetti, Fininvest e Mediolanum che porterebbe un esito imprevedibile nei rapporti di forza.
P.zza AffariC'è poi da tener d'occhio il camionista Pallenzona che con l'8,6% di Unicredit non fa mistero di voler buttare il suo peso nella partita insieme a quel brav'uomo di Ghizzoni che lo segue fedelmente con l'obiettivo di far diventare Unicredit la prima banca di sistema in Italia.
Il pallido Nagel non è uomo da stare con le mani in mano e lo ha dimostrato nel blitz che ha portato fuori dal palazzo delle Generali il busto di Cesarone Geronzi. Qualcuno attribuisce a questo bocconiano assunto 20 anni fa a Piazzetta Cuccia una mentalità diabolica ed esagerando c'è chi come il giornalista Giovanni Pons di "Repubblica" lo ha paragonato a un piccolo Richelieu.
È un confronto assolutamente improprio perché in realtà il giovane banchiere prima di entrare nella galleria della storia di Mediobanca dove domina ancora l'ombra lunga dello "gnomo" Enrico Cuccia, deve sistemare un po' di cose dentro Piazzetta Cuccia e preparare le difese adeguate contro gli eventuali assalitori.
RENATO PAGLIARO P MEDIOBANCAIn pratica dovrà impegnarsi ventre a terra a rafforzare le tre gambe dell'Istituto che oltre all'attività creditizia e a quella tradizionale di merchant banking negli ultimi anni ha imboccato la strada della raccolta del credito al consumo. In questa direzione nel 2008 è avvenuto il lancio di "Che Banca!" che sta diminuendo le sue perdite e ha depositi superiori ai 10 miliardi. Nella galassia c'è anche da considerare la piccola boutique di Banca Esperia che nonostante un utile di 19,6 milioni registrato nel primo trimestre di quest'anno soffre per la partnership con Banca Mediolanum che non ha provocato grandi risultati.
Adesso per il pallido Nagel è arrivato il momento di fare delle scelte più significative e tali da consentirgli di presentare le credenziali giuste a settembre. La rotta da seguire sembra portare a un rafforzamento della terza gamba di Mediobanca, quella del retail, e qui vale la pena di registrare una voce che circola con insistenza negli ambienti milanesi.
A quanto si dice il vertice di Piazzetta Cuccia avrebbe messo gli occhi sulla situazione delicata in cui si trova in questo momento la Banca Popolare di Milano guidata dal massiccio Ponzellini. Dopo i richiami imperiosi della Banca d'Italia, Bpm si è decisa finalmente a varare un aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro, esattamente il doppio di ciò che Ponzellini aveva ipotizzato dopo le "frustate" della Vigilanza di via Nazionale.
L'operazione è stata particolarmente sofferta per i contrasti con i sindacati interni e comunque quando andrà in porto supererà l'attuale capitalizzazione di Borsa della banca che si aggira intorno a 1 miliardo. Il successo dell'aumento di capitale è scontato e sarà proprio Mediobanca insieme a Banca Akros a giocare la parte di global coordinator. Va detto che già il 22 marzo Ponzellini insieme al direttore generale Dalù (decapitato due settimane fa) sono andati a Piazzetta Cuccia per incontrare Nagel.
Alberto Nagel e Renato PagliaroNon si sa se sia stato quell'incontro e la rappresentazione delle difficoltà di Ponzellini ad accendere nella testa dell'amministratore delegato di Piazzetta Cuccia la voglia di considerare la Banca Popolare di Milano qualcosa di più di un semplice cliente. E nemmeno se ad accendere lampadine nel vertice di Piazzetta Cuccia siano state le voci di un interessamento da parte dell'antico amico-nemico Matteuccio Arpe.
Resta il fatto che negli ambienti milanesi si insiste sull'ipotesi che la merchant bank fondata dal mitico "gnomo" potrebbe aprire in tempi stretti un dossier in vista di un'alleanza con un istituto come Bpm, come preludio ad un eventuale controllo.
Naturalmente in questo scenario bisognerà tener conto delle intenzioni di Giulietto Tremonti e di quella Lega rispetto alla quale Ponzellini oggi cerca di smarcarsi mentre il pallido Nagel e il fido Pagliaro potrebbero avere interesse ad avvicinarsi con un abito nuovo.