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QUALCUNO AIUTi BONAIUTI – PAOLINO NON È PIÙ NELLE GRAZIE DEL CAVALIER POMPETTA – CONTINUI RITARDI, INCAPACITÀ DI GESTIRE LA STAMPA (A PARTE I POCHI GIORNALISTI “AMICI”), IL BANANA HA DECISO DI MANDARE IN PENSIONE IL SUO STORICO PORTAVOCE - IN LIZZA PER SOSTITUIRLO DA PIONATI ALLA LORENZIN CON L’APPARECCHIO AI DENTI – L’ORMAI EX OMBRA DEL CAVALIERE VEDE ALLONTANARSI ANCHE IL SOGNO MINISTERIALE (AL POSTO DI DON AB-BONDI)….

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Sara Nicoli per "il Fatto Quotidiano"

PAOLO BONAIUTI

Se non l'ha detto a nessuno che andava ad operarsi è perché - ufficialmente - non voleva che le telecamere potessero riprenderlo con il volto livido da pugile suonato. Ma c'è anche un altro perché legato a questa ricerca di privacy scelta da Berlusconi riguardo la nuova emergenza di salute che lo ha tenuto sotto i ferri ben 4 ore. E si chiama Paolo Bonaiuti.

Da settimane, il portavoce del Cavaliere non è più nelle sue grazie. Non ha più accesso alle segrete stanze. Non viene più coinvolto nelle riunioni che contano. Ogni messaggio comunicativo considerato cruciale viene affidato agli avvocati o, piuttosto, al La Russa o al Quagliariello di turno. Ma Bonaiuti no. Figurarsi, quindi, il gestire una notizia delicata come un intervento chirurgico; l'ultima volta, per un semplice tunnel carpale, combinò un mezzo disastro e dovette intervenire Zangrillo, il medico di corte, a smentire che ci fosse "dell'altro".

gll12 silvio berlusconi paolino bonaiuti

Il tramonto di Bonaiuti, insomma, pare arrivato. Il segnale che il Caimano gli ha strappato i galloni lo si è avuto quando, nelle conferenze stampa a Palazzo Chigi, lui non siede più alla destra del capo, ma sempre in platea. "Solo per affetto antico - sussurra una fonte bene informata dell'entourage di Palazzo Grazioli - e dopo aver dimenticato il suo peccato d'origine, l'essere stato presentato da Vittorio Dotti, il Cavaliere non lo ha depennato dall'organigramma, dopo l'ennesimo ritardo...".

Alberto Zangrillo il medico di Berlusconi

Si narra che "Paolino" Bonaiuti abbia problemi anche con l'orologio. E che tutti sappiano - Berlusconi compreso - che lui ogni tanto fa finta di esserci in ufficio, ma in realtà sta dall'altra parte di Roma, all'Eur, a farsi fare poderosi massaggi alla schiena. Per questo non c'è quando lo si cerca. Dicono che qualche tempo fa arrivò trafelato a un pranzo a Palazzo Grazioli e che Berlusconi, vedendolo sgattaiolare veloce dalla porta d'ingresso, l'abbia gelato con una battuta feroce: "Onorevole, per lei Michele (il cuoco) ha apparecchiato in un'altra stanza".

Berlusconi e Ghedini

Ma è stato sul Ruby-gate che Berlusconi ha avuto la conferma che Bonaiuti non ha nessun controllo sulla stampa e men che meno nessuna influenza. "Parla solo con quattro, cinque giornalisti di testate amiche - ecco altro veleno da chi, dentro il partito, non lo ama per niente e non sono pochi - e il Cavaliere si lagna che non riesce neanche a gestire le ospitate in Rai; su Ruby, poi, è venuto fuori che proprio non ci sa fare".

nvi35 valentino valentini

Addio Bonaiuti, allora? Di certo, le ultime notizie sulle questioni forti, come la giustizia o la Libia, Berlusconi le ha affidate a Ghedini o a Valentino Valentini, ma in realtà c'è già qualcuno che è pronto a prendere il posto di portavoce, anche per "rimettere un po' d'ordine nello studio di Palazzo Grazioli - dice sempre la stessa fonte Pdl - da dove si fa il Mattinale, che non serve più a niente".

Laura Ravetto

In pole position c'è Francesco Pionati, che il Cavaliere "pagherebbe" così invece che con un sottosegretariato nell'ambito del prossimo, imminente rimpasto. Ma in lista ci sono anche Laura Ravetto, Daniela Santanchè e Beatrice Lorenzin che nelle ultime ospitate tv, nonostante l'apparecchio ai denti, ha dato prova di grande grinta.

DANIELA SANTANCHE

L'ultima parola, comunque, sarà del Cavaliere. Mario Pepe, l'Attalì del Pdl, ha spifferato le ultime sulle prossime nomine. Massimo Calearo, dal Pd al governo come viceministro dello Sviluppo economico e delega per il Commercio estero, Aurelio Misiti dell'Mpa a sottosegretario per le Infrastrutture, Saverio Romano all'Agricoltura e Galan ai Beni culturali.

Dove sarebbe voluto andare proprio Paolo Bonaiuti, ma pare che per lui - nonostante quanto ha lui stesso suggerito ai giornali amici - non ci sarà proprio nessuna promozione governativa, anzi. Persino il ministero delle Politiche comunitarie, che qualcuno aveva ventilato potesse essergli assegnato in subordine, il Cavaliere lo terrebbe caldo addirittura per Andrea Ronchi, qualora decidesse di lasciare Fini.

BEATRICE LORENZIN

Eppoi, ancora, toccherà un sottosegretariato sicuro a Domenico Scilipoti, a Catia Polidori e a Mariagrazia Siliquini, che punta alla Giustizia. Il tutto, ovviamente, gestito dal Cavaliere in prima persona con pochi, pochissimi fedelissimi, al punto da far dire a D'Alema di vederlo "arroccato a Palazzo Chigi con i suoi mercenari che da noi, Paese fantasioso, sono chiamati ‘responsabili'". In questo stretto inner circle, però, Paolo Bonaiuti non è più il primo degli ospiti graditi.

 


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