Antonio Carlucci per "l'Espresso"
Un ex capo della sezione anticrimine della Procura distrettuale di New York. Un ex responsabile della sicurezza di una multinazionale del calibro dell'Ibm. Un ex agente del Secret Service, agenzia federale che si occupa di soldi contraffatti e protezione del presidente. Eccolo, il terzetto assunto da Dominique Strauss-Kahn per smontare le sette accuse che vanno dalla violenza al tentato stupro alla sodomia, che rappresentano l'incubo di una condanna che può arrivare a 25 anni di carcere.
GUIDEPOST SOLUTIONSI tre sono Bart Schwartz, Joseph Rosetti e Andrew J. O'Connell e sono al vertice della Guidepost Solutions, una società che si occupa di sicurezza, investigazioni private e sistemi di protezione. Dsk, come ormai chiamano tutti l'ex numero uno del Fondo monetario internazionale ed ex candidato favorito alle elezioni presidenziali francesi, non ha lesinato mezzi per uscire da questa storiaccia cominciata il 14 maggio scorso quando una cameriera di 42 anni, originaria della Guinea Africana, madre di un figlio e accolta dieci anni fa come rifugiata politica dagli Stati Uniti, disse di essere sfuggita a un predatore sessuale nella suite dell'ultimo piano del Sofitel Hotel di New York.
TAYLOR STRAUSS KAHN E BRAFMANQuell'uomo era Strauss-Kahn, il quale fu letteralmente tirato giù da un aereo in partenza per Parigi qualche ora più tardi, arrestato, incriminato, rinviato a giudizio e liberato sotto cauzione milionaria. Lunedì 6 giugno, Dsk è comparso di nuovo in un'aula di tribunale e si è dichiarato non colpevole di tutti i reati contestati.
Il suo "no guilty" ripetuto per sette volte ha dato inizio a un processo che si giocherà tutto sul filo del "dice lui-dice lei" e che passa irrimediabilmente, come avviene sempre nei giudizi per reati sessuali, attraverso un attacco diretto e senza nessuna attenzione diplomatica, umana e di condizione sociale alla donna che accusa il potente francese. Obiettivo finale, convincere i giurati che la donna era consenziente.
Ad allestire questa rappresentazione, anzi a trovare gli elementi che potranno servire agli avvocati della difesa per scrivere la sceneggiatura di questo processo, Strauss-Kahn ha chiamato Schwartz, Rosetti, O'Connell e la Guidepost Solutions. "L'Espresso" ha chiesto di farsi spiegare direttamente dai tre l'incarico ricevuto, ma dalla Guidepost è venuto solo silenzio. Una chiusura senza eccezione alcuna, tanto che il "Wall Street Journal" ha scritto che "la società mette la riservatezza al primo posto".
Strauss Kahn IN TRIBUNALELa storia dei tre uomini al vertice della Guidepost Solutions spiega perfettamente la loro natura e il loro modo di agire. E quel poco che filtra sugli incarichi ricevuti e portati a termine negli ultimi anni (la Guidepost non è quotata in Borsa e dunque non è obbligata a fornire dettagli sui bilanci, sui clienti e sulle attività svolte), indica che la compagnia è stata chiamata ogni volta che c'erano storie molto complesse sotto il profilo economico e criminale, con in ballo interessi enormi. Quasi sempre i clienti sono entità del governo Usa o grandi multinazionali. Dai record consultati da "l'Espresso" non compaiono singole persone e storie come quella che oggi sta vivendo Strauss-Kahn.
Bart Schwarz, magistrato, era di fatto il numero due di Rudolph Giuliani quando l'ex sindaco di New York era il capo della procura distrettuale di New York. Schwartz dirigeva l'ufficio criminale. Per un po' fece dentro e fuori la procura, tornando ogni volta a lavorare come avvocato penalista. Fino al giorno in cui decise di mettersi in proprio fondando la Decision strategies, società della sicurezza con velleità internazionali (aveva anche un ufficio a Roma).
JOSEPH ROSETTI E HOWARD SAFIRDopo un decennio alla guida di Decision, Schwartz decise di vendere la sua quota, tornò di nuovo per un anno in un ufficio legale per obblighi anti-concorrenza, poi fondò la Guidepost Solutions: con l'obiettivo di farne un soggetto capace di offrire un panorama completo di servizi nel campo della sicurezza.
La sola strada era quella di stringere alleanze con altre aziende che operavano nello stesso settore e che però offrivano servizi limitati. Una dopo l'altra si unirono a formare un conglomerato della sicurezza la Bode techonology e la Nsm survellaince, entrambe introdotte nel mondo del governo e in particolare del Pentagono, la H5 e la Oso Group, aziende presenti sulla costa occidentale, la Security Llc. La sicurezza è stata sempre in cima ai pensieri degli americani, ma dall'attentato alle Torri Gemelle è diventata una ossessione ed anche una fonte inesauribile di affari.
Accanto a Schwartz, alla fine del processo di fusioni e incorporazioni (nelle scorse settimane è stata lanciata anche la Guidepost Sport and Entertaiment per rispondere alle necessità di quel mondo), si sono ritrovati altri due personaggi che delle investigazioni private hanno fatto la loro professione. Joseph Rosetti, oggi vice presidente della Guidepost, ha speso la vita prima nella Ibm come capo della sicurezza a livello mondiale e poi è stato il numero due della Kroll, la sola multinazionale del settore per moltissimi anni. Andrew J. O'Connell, che svolge il ruolo di amministratore delegato, ha cominciato nel Secret Service, è stato un procuratore distrettuale a Manhattan sud e, come gli altri, ha lavorato anche in un ufficio legale di New York.
BRAFMAN E TAYLOR AVVOCATI DI DSKSchwartz mise a segno un colpo grosso quando aiutò i procuratori distrettuali a ripercorrere la strada dei soldi fatti sparire da John Rigas e dai suoi figli (Tim e Michael) dalle casse della Adelphia, per lungo tempo tra le più importanti società per la televisione via cavo negli Stati Uniti. I Rigas si impadronirono di 2,3 miliardi di dollari all'inizio del Terzo Millennio, ma i dissidi interni alla compagnia portarono un paio di dirigenti a rivelare il furto perpetrato ai danni degli azionisti.
DEUTSCHE BANKSchwartz fece il resto ricostruendo il percorso del denaro. Il ruolo di Schwartz e della Guidepost Solutions in un altro clamoroso caso divenne pubblico lo scorso 20 dicembre quando fu siglato un accordo tra la Deutsche Bank e l'ufficio dello U.S. Attorney di Manhattan con il quale la banca si impegnava a pagare una multa di 533 milioni di dollari per chiudere, senza finire sotto processo, l'indagine su 29 miliardi di dollari di evasione fiscale fatta da 2.100 clienti con la complicità della Deutsche Bank. L'istituto di credito aveva costruito migliaia di fittizie operazioni di investimento in perdita per far sparire nel nulla miliardi di dollari sottraendone una parte importante al fisco.
STRAUSS KAHNAdesso Guidepost è stata chiamata in soccorso di Strauss-Kahn. Schwartz, Rosetti e O'Connell sono il braccio operativo dei due legali dell'ex capo del Fondo monetario. Una difesa milionaria dal punto di vista dei costi. Insieme alla cauzione da 6 milioni di dollari, ai 200 mila dollari al mese per la società privata che segue e protegge DSK, ne controlla i movimenti rispondendone alla magistratura, il conto per la difesa cresce di giorno in giorno.
Benjamin Brafman e William Taylor sono due avvocati il cui onorario viaggia intorno ai 1.500 dollari per ogni ora di impegno. E la Guidepost Solutions, secondo gli esperti del settore, è una compagnia i cui costi si aggirano intorno ai mille dollari l'ora. In qualche mese di processo saranno spesi altri milioni di dollari e senza la certezza per Dsk di essere assolto.