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IL PAPOCCHIO DI PISAPIA - sette assessori rosa e un posto strategico in mano al rutelliano Bruno Tabacci - al posto del piddino Stefano Boeri (assessore alla Cultura) è riuscito a imporre come vicesindaco la direttrice della Casa della Carità - L’Idv ha già minacciato un appoggio esterno, protesta la Federazione di Sinistra. Non rappresentata anche la parte cattolica del Pd - lo SGARBO di tremonti: TAGLIA I FONDI EXPO...

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Thomas Mackinson per "ilfattoquotidiano.it"

pisapia

Da un corridoio strettissimo tra competenze dei singoli e ingerenze dei partiti esce a fatica la squadra di Giuliano Pisapia. Dopo una nuova notte di trattative il sindaco ha messo nel taschino la lista dei dodici assessori che lo accompagneranno nei prossimi cinque anni di governo di Milano.

Con una vistosa casella vuota, quella della Casa, che è stata oggetto di uno scontro interno e che sarà riempita all'ultimo, in tempo utile per la presentazione ufficiale della giunta prevista per oggi alle 16.

BRUNO TABACCI

Molte conferme, qualche sorpresa e diversi ritocchi finali nell'organigramma della nuova giunta che, nelle linee essenziali, risponde alle promesse fatte dal primo cittadino in campagna elettorale: sette assessori rosa, tra cui il vicesindaco e un posto strategico in mano al centrista Bruno Tabacci.

Prima di tutto le conferme. Pisapia è riuscito a imporre come vicesindaco la direttrice della Casa della Carità, Maria Grazia Guida, eletta in consiglio comunale con il Pd ma con meno di mille preferenze. Non passa la linea del partito che voleva al suo posto Stefano Boeri, campione di preferenze e candidato sconfitto alle primarie. L'architetto, che peraltro ha firmato il progetto dell'Expo 2015, sarà comunque in giunta come assessore alla Cultura, anche se non è stata ancora sciolta la riserva sulla speciale delega all'esposizione universale.

STEFANO BOERI

Il Pd si rifà abbondantemente con Pierfrancesco Majorino, capogruppo uscente ormai certo al Welfare, Pierfrancesco Maran, in ballo o per i Trasporti o per Giovani e Sport e l'avvocato Ada Lucia De Cesaris all'Urbanistica, che già conosce la macchina comunale per essere stata nominata qualche mese fa nel collegio dei garanti per i referendum.

Sarà sciolta solo oggi la riserva su Carmela Rozza, una nomina che ieri è diventata un caso e ha lasciato a lungo sospesa la casella relativa all'assessorato alla Casa. Ex sindacalista del Sunia, la Rozza è stata il terminale di connessione naturale con i quartieri popolari della città, un ruolo che le ha giovato in popolarità tra la gente ma non tra i partiti che, diventando maggioranza, hanno deciso di riprendere in mano la partita della casa. Due le alternative possibili: un mega assessorato che accorpa Lavori Pubblici e Decoro o la presidenza del Consiglio comunale.

In quota Sel entreranno nella giunta Pisapia l'ex assessore provinciale Daniela Benelli, pronta a curare i rapporti con le Zone e Cristina Tajani che all'assesorato del Lavoro porterà la sua esperienza maturata all'ufficio studi della Cgil. Mentre il coordinatore della Lista Civica Pisapia, Franco D'Alfonso è indirizzato verso le Politiche Sociali.

STEFANO BOERI E PISAPIA

Fuori dagli schemi dell'appartenenza politica è sicuramente il nome del rutelliano Bruno Tabacci, sostenitore al primo turno del candidato del Terzo Polo Manfredi Palmeri. Estranea alle logiche spartitorie è anche la nomina della direttrice del carcere di Bollate Lucia Castellano alla Sicurezza e di Chiara Bisconti, direttrice del personale di Nestlè, al Benessere. Non sarà assessore, pare, il fedelissimo Davide Corritore per il quale si spalancano invece le porte della Direzione Generale.

Immancabili le proteste dei partiti esclusi dalla squadra. L'Idv ha già minacciato un appoggio esterno e la Federazione di Sinistra non sembra davvero accontentarsi di avere il decano del consiglio Basilio Rizzo alla presidenza dell'assemblea di Palazzo Marino. Non rappresentata anche la parte cattolica del Pd con Marco Granelli e Andrea Fanzago esclusi dalla squadra di Pisapia.

milly moratti

Chiude il cerchio la rosa dei delegati speciali. A Milly Moratti dovrebbe essere affidata la responsabilità dei Rapporti con il Cittadino. A Valerio Onida, Piero Bassetti e Francesca Zajczyk saranno la Trasparenza, Milano Città Metropolitana e la Governance.


2- SGARBO A PISAPIA - PER RECUPERARE RISORSE GIULIO TAGLIA I FONDI EXPO...
Lorenzo Mottola per "Libero"

I soldi non c'erano per Moratti, difficilmente salteranno fuori per Giuliano Pisapia.
Per il governo è arrivato il momento perfetto per calare la scure sull'Expo Spa. Gli ottocento milioni di euro promessi (ma mai stanziati) da Giulio Tremonti per la kermesse 2015 sono troppi, soprattutto se si considera che Palazzo Chigi ha completamente cambiato le sue priorità nelle ultime settimane. Bisogna tagliare le tasse, non organizzare grandi fiere. E il ministro, noto Expo-scettico, si prepara a far partire una rapida offensiva.

Maria Grazia Guida

Tutto parte dalla sconfitta a Milano e Napoli ha, che ha convinto il premier della necessità di dar immediatamente via alle riforme fiscali. È necessario allentare la pressione su imprese e famiglie, ma bisogna farlo mantenendo il debito pubblico sotto controllo. In pratica, non resta che tagliare la spesa concentrandosi sul superfluo: una parola che per Tremonti è sinonimo di Expo.

Il guardiano delle casse di Palazzo Chigi, infatti, non ha mai fatto mistero di detestare l'idea di ospitare un'esposizione universale in Italia. L'ha sempre considerata «una manifestazione del secolo scorso», per la quale basterebbe «un bel portale su Internet». Gli orti planetari dell'archistar Democratica Stefano Boeri sono lontani anni luce dal suo modo di pensare e costano cifre mostruose. Un fiume di denaro che il Tesoro conta di deviare altrove.

Pierfrancesco Majorino

Tremonti, per altro, aveva ribadito pubblicamente il concetto prima delle elezioni. Senza la Moratti «l'Expo salta». Una minaccia considerata da tutti una sparata elettorale, ma che viste le nuove direttive del premier è diventata quanto mai reale. Una sforbiciata probabilmente sarebbe arrivata anche con il centrodestra a Palazzo Marino, ma la presenza di Pisapia sicuramente ha complicato le cose.

Per un sindaco amico si possono anche fare sacrifici, ma dare una mano al nuovo paladino vendoliano non ha senso, tanto più che il neo-sindaco si troverà comunque a inaugurare un numero sterminato di opere pubbliche finanziate dal governo.

Valerio Onida

L'entità dei tagli, ovviamente, è ancora tutta da definire. Quel che è certo è che Tremonti ha già iniziato a studiare la pratica e punta a fare più in fretta possibile. Bisogna accelerare sui tagli: l'inizio dei lavori per i padiglioni è, previsto per il prossimo autunno, se si vuole modificare i progetti non si può aspettare. Per quanto riguarda i fondi, il nodo
principale riguarda le infrastrutture, per le quali il governo ha promesso ben 837,6 milioni di euro.

Piero Bassetti

Per il resto, si parla di investimenti pari a 1 miliardo 746 milioni. Di questi: 833 milioni di euro a carico dello Stato, 653 milioni di euro a carico della regione Lombardia, provincia di Milano, Comune di Mila- no e Camera di commercio di Milano. I privati saranno chiamati a versare solo 260 milioni di euro. La gran parte di questi fondi, tuttavia, anche se assicurati dai bilanci statali, non sono stati al momento ancora erogati, nonostante diverse opere debbano avviare i cantieri tra pochi mesi.

 

 


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