1 -LEGALE QUADRINI, FIGC SAPEVA TUTTO: "DENUNCIAMMO ESISTENZA DI UNA BANDA DEDITA A SCOMMESSE'...
(ANSA) - "L'8 maggio scorso denunciai del tentativo di estorsione a danno di Quadrini depositando l'atto alla Procura della Figc. Spiegai che si era in presenza di un fatto gravissimo e che esisteva una banda che era dedita alle scommesse".
E' quanto afferma l'avvocato Massimo Ciardullo, avvocato del calciatore del Sassuolo Daniele Quadrini oggi ascoltato in procura a Roma in relazione ad una denuncia per tentata estorsione da lui presentata a piazzale Clodio. "A nostro parere - conclude il penalista - la Figc sarebbe potuta intervenire subito, prima che questo scandalo fosse scoperchiato dall'attività della magistratura ordinaria".
calcio scommesse signori2 - INTRECCIO DI PROVE E TELEFONATE: GLI INVESTIGATORI SULLE TRACCE DEL GIOCATORE CHE AVREBBE VEICOLATO LE INFORMAZIONI SUI MATCH...
Giuliano Foschini e Marco Mensurati per "la Repubblica"
C´è un momento, verso la fine degli interrogatori, che i magistrati ritengono decisivo. Di solito è poco prima della verbalizzazione finale, quando l´indagato è stanco, stressato, spossato dal dubbio di aver parlato troppo o troppo poco. È allora che i pm piazzano, la "domanda importante", quella che a volte è l´unico vero motivo del loro interrogatorio. La domanda importante di questa inchiesta è semplice semplice: «Chi è Gigi?».
Tutti, il dentista Pirani, l´allibratore Erodiani, l´ex calciatore ora aspirante boss Signori, i suoi commercialisti Bruni e Giannone, alla fine dei loro interrogatori, se la sono sentita fare, questa domanda. Perché? Semplice: perché i magistrati sospettano che questo "Gigi", e cioè uno dei nomi più ricorrenti di tutta questa storia, possa essere la chiave per il salto di qualità dell´inchiesta. Il nome compare in ogni momento di difficoltà della banda, a volte viene citato da chi parla come una "soluzione" altre volte come "il problema". Comunque, viene citato.
Marco PiraniTanto che in molti, tra gli investigatori, hanno ormai maturato il sospetto che questo Gigi sia la chiave usata da Beppe Signori per ottenere informazioni sulle partite "giuste" da giocare e sul come giocarle all´estero. Insomma, una sorta di informatore alto. Con ogni probabilità un calciatore ancora in attività, o uno che ha smesso da poco. «A quanto ne so - ha risposto l´altra sera Manlio Bruni, il contabile ed ex amico di Signori - Beppe era amico di Gigi Sartor, ex Juventus, Inter e Roma, però non so se sia lui l´uomo che state cercando».
La stessa domanda, rivolta a Massimo Erodiani, ha ottenuto una risposta ancora più vaga. Più o meno simile a quella fornita da Beppe Signori. Al quale è stato contestato, nel corso dell´interrogatorio di ieri, anche una sorta di pizzino che, stando almeno a quanto raccontato da Erodiani, avrebbe "cacciato dalla tasca" l´ex capitano della Lazio e sul quale erano annotate partite e nomi di calciatori "garanti" delle varie combine del giro di serie A. «Individuare questo Gigi - è la riflessione di alcuni - potrebbe essere il passo iniziale per arrivare a questi "garanti"».
ERODIANILa caccia, quindi, è ai giocatori di serie A - per lo più di squadre minori - che prima realizzerebbero gli illeciti sportivi e poi passerebbero agli scommettitori le informazioni. Cosa poi potrà succedere una volta arrivati a questi "garanti" è tutta un´altra questione. Il pm Di Martino è stato netto: «Qualora dovessero esserci episodi che non appartengono alla nostra giurisdizione - ha spiegato - si valuterà se trasmettere gli atti ad altre autorità giudiziarie». Una dichiarazione che sembra alludere ad un imminente allargamento dell´inchiesta.
«Per ora non ci sono state nuove iscrizioni nel registro degli indagati. Ma non è escluso che molto presto ve ne siano». Si intravede l´opera di altre bande concorrenti: «Una delle partite di serie A è riconducibile al gruppo, mentre ve ne sono altre che necessitano di approfondimenti». Infine, Di Martino ha chiarito che né Totti, né Vieri sono mai stati indagati. «Né lo saranno».
3 - SCOMMESSE, AFFARE DI STATO INCASSATI 4 MILIARDI ALL'ANNO - IL CALCIO HA ORMAI SOPPIANTATO L'IPPICA, PRIVANDOLA DELLA SUA LINFA VITALE...
Guido Ruotolo per "la Stampa"
È un pozzo senza fondo, il mondo delle scommesse, dove si vanno ad abbeverare tutti. La «deregulation» di questo settore, per dirla con un esperto del mondo del vizio, ha trovato tutti d'accordo: monopoli di Stato, criminalità organizzata, giocatori incalliti, investitori di professione.
Povero illuso, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, quando suggerisce che per stroncare le patologie legate alla «deregulation» - scommesse anomale e partite taroccate - bisognerebbe tornare ai vecchi tempi, quando si giocavano soltanto le schedine delle partite domenicali.
Le cifre investite in questo settore sono ormai da capogiro. Prendiamo i Monopoli di Stato. Il volume complessivo degli affari (ufficiali), cioè quanto si investe nelle scommesse sportive, è pari a 60 miliardi di euro all'anno. Di questa Finanziaria permanente, la quota che trattiene lo Stato - l'aggio attraverso i Monopoli è pari a 4 miliardi di euro. Una cifra che si è moltiplicata esponenzialmente negli ultimi anni, se fino a ieri si fermava ad appena 800 milioni di euro.
Quanto è cambiato questo mondo. L'Italia del gioco, della scommessa, fino a non molto tempo fa si divideva grosso modo in due settori: il calcio e i cavalli. Chi non ha visto al cinema o in televisione «Febbre da cavallo»? Un film che raccontava un mondo reale con leggerezza. Che tristezza apprendere oggi che le agenzie di scommesse nell'ippica sono un settore cotto, con svendite delle attività, perché ormai nessuno scommette più sulle corse dei cavalli.
Antonio Lo Russo A BORDO CAMPO NAPOLI PARMAOggi i settori che tirano sono il calcio, il tennis, il basket, il volley. È il tempo della globalizzazione anche in questo settore. E le sorprese non mancano. Il profitto non ha barriere né confini, viaggia via Internet, nella Rete delle reti per eccellenza. E in questo mondo i fatturati e i profitti si moltiplicano all'infinito perché coinvolgono tanti Paesi, uniti dal sistema delle giocate multinazionali.
È questo che ci racconta l'inchiesta napoletana su camorra e totoscommesse. Quando il giocatore del Sorrento Cristian Biancone racconta al telefono di aver appreso mezz'ora prima l'esito della partita che si giocava in Germania tra il Bochum e l'Energie Cottbus (3 a 2), svela appunto quanto sia globalizzato questo mondo. Biancone parla con chi per conto del clan D'Alessandro si occupava delle toto-scommesse e delle partite da taroccare.
Cristian BianconeBiancone: «Non hai capito, aspetta! Aspetta! Hanno giocato... i primi venti minuti che iniziasse la partita, hanno scaricato un milione due e ottanta (1.280.000,00 euro)! E mica è finita qua! Hanno fatto poi, durante il corso della partita, in live, quello è andato subito in vantaggio l'Energie Cottbus... Come andava in vantaggio la squadra di casa, in live, scaricavano ancora trenta, quarantamila! Sull'uno! Hanno fatto un capolavoro!».
Commenta il suo interlocutore: «Lo hanno fatto in Germania perché qua non ci sta il live (per le partite estere, ndr)». Biancone: «Va bè! Quella è roba di albanesi! No no, te le fanno in live, però te le fanno... devi stare sui... devi avere i conti cioè sui siti particolari, capito?».
Francamente per capire c'è bisogno di frequentare questo mondo. I magistrati che si occupano delle inchieste napoletane su camorra e totoscommesse, sulle partite taroccate, spiegano che questa intercettazione racconta meglio di tanti discorsi quanto sia cambiato il mondo delle scommesse dai tempi in cui si giocavano solo le schedine del totocalcio per l'estrazione domenicale.
daniele_quadriniOggi si gioca utilizzando tre strade: le agenzie concessionarie delle scommesse, la «banca» camorra o organizzazione criminale, Internet. Tre strade, che non necessariamente viaggiano in parallelo senza incrociarsi mai. Anzi. La tesi che vogliono verificare gli inquirenti napoletani è esattamente questa. Sulle piattaforme estere del Web operano soggetti che non hanno le concessioni ed è qui che, per esempio, si incanala il denaro dei clan da riciclare. Una sorta di lavanderia telematica.
Poi c'è un terzo canale, ed è quello in cui gli operatori italiani raccolgono le scommesse clandestine. E questi operatori si appoggiano ai gestori compiacenti delle stesse agenzie concessionarie. In questo caso siamo di fronte alla camorra che «banca» se stessa. Che si fa banca.