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ALITALIA, DALLE HOSTESS AI BAGNINI! - LA COMPAGNIA DI COLANINNO E SABELLI RINUNCIA AI VOLI INVERNALI VERSO LOS ANGELES E CHICAGO E SI DEDICA AI VOLI CHARTER PER LE MALDIVE - MA LA COMPAGNIA DEI ‘PATRIOTI’ NON DOVEVA PORTARE IN ITALIA UOMINI D’AFFARI PER ATTRARRE INVESTIMENTI ESTERI? - IN GERMANIA, GRAZIE ALLA LUFTHANSA (CHE PESCA GENTE IN TUTTO IL MONDO E LA SCARICA IN PATRIA) IL FATTURATO TURISTICO È CRESCIUTO DEL 12% - DA NOI VA MALISSIMO: MENO 14%...

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Daniele Martini per "il Fatto quotidiano"

ROCCO SABELLI

Addio Chicago, addio Los Angeles. Cioè, addio sogni di gloria. O meglio, addio castelli in aria. L'Alitalia dei "patrioti" fa i conti con la dura realtà del mercato (anche se annuncia un nuovo collegamento diretto Roma-Pechino), rinuncia ai voli invernali verso le due grandi metropoli americane, prende sostanzialmente atto che non è in grado di realizzare molti degli ambiziosi progetti vagheggiati e per consolarsi si dedica ai voli charter per le località esotiche preferite dagli italiani con un po' di soldi in tasca. Zanzibar, Point a Pitre, Maldive, Repubblica Dominicana, Cuba sono le mete a cui stanno pensando gli uffici di programmazione della compagnia in contatto con i tour operator. I voli partiranno dal prossimo autunno.

ROBERTO COLANINNO

In pratica l'Alitalia ripiega su un pubblico di famiglie e vacanzieri con ciabatte, pinne e la maschera all'inseguimento del sole anche d'inverno e rinuncia ai viaggi con gli States dei businessman in giacca e cravatta. Detto in altro modo: la compagnia guidata da Rocco Sabelli e Roberto Colaninno e controllata da quel gruppo di imprenditori che tre anni fa la rilevarono dalla mano pubblica rispondendo al pressante invito di Silvio Berlusconi, sceglie di farsi ancora più piccina.

Invece di concentrarsi sui voli di lungo raggio, quelli che, se ben organizzati, alle aziende aeree danno status, prestigio e soprattutto soldi, Alitalia si affaccia in un mercato che non è mai stato suo. Si lancia nell'ambiente arrembante, un po' caotico, difficile e sovraffollato dei charter, un business dove la lotta è al coltello e dove è molto difficile fare quattrini, soprattutto per una compagnia come Alitalia studiata, strutturata e organizzata per altri tipi di collegamenti. Per i dirigenti dell'azienda di Fiumicino si tratta di un' "evoluzione".

Di certo è un cambiamento e non da poco. Se qualcuno avesse deciso di lanciare un messaggio per far capire che cosa sarà l'Alitalia in futuro, non avrebbe potuto escogitare niente di meglio per trasmettere l'idea di una compagnia sempre più distante da quella promessa e molto meno ambiziosa. La nuova Alitalia all'inizio si presentò con il profilo alto dell'azienda che patriotticamente avrebbe contribuito al rilancio dell'Italia, trasportando qui gli uomini d'affari di mezzo mondo per attrarre gli investimenti esteri di cui il nostro paese ha bisogno.

Berlusconi e l'aereo Alitalia

In vista di questo obiettivo patriottico, ai contribuenti fu imposto un prezzo salato. Almeno 2,8 miliardi di euro, forse addirittura 4,4, stando ai calcoli dell'economista Claudio Gnesutta e dell' ex dirigente Alitalia Roberto De Blasi. A cui vanno aggiunti i costi sociali (8.100 dipendenti mandati via) e gli ammortizzatori che lo Stato dovrà pagare ancora per 4 anni. A conti fatti, oltretutto, non c'è stato l'incremento sperato di investimenti stranieri, anzi la novità di puntare sui voli degli italiani in vacanza all'estero va nella direzione opposta.

In Germania, per esempio, il fatturato turistico l'anno passato è cresciuto del 12 per cento nonostante le scarse attrattive del paese, ed è aumentato grazie soprattutto alla capacità di Lufthansa di raccogliere in tutto il mondo i turisti diretti in Europa. In Italia sta succedendo l'opposto, il ripiegamento è del 14 per cento, vengono sempre meno turisti e sempre più italiani vanno all'estero e proprio la debolezza dell'Alitalia sul lungo raggio è indicata dagli esperti come una delle cause dello sbilancio dei conti turistici.

fiumicino vistaaerea

I dirigenti della compagnia assicurano, però, che l'impegno verso il lungo raggio non si è affievolito e citano anna.aero, sito specializzato e assai poco conosciuto, che di recente ha insignito Alitalia con un premio particolare per l'apertura in 18 mesi di 26 rotte. Secondo gli stessi dirigenti la sospensione invernale di Chicago e Los Angeles sarebbe non un arretramento rispetto alle ambizioni originarie, ma la dimostrazione della capacità dell'azienda di adattarsi come un guanto alle mutevoli esigenze del mercato.

Lufthanasa

Ma è un fatto che i 17 nuovi Airbus A 330 per il lungo raggio previsti all'inizio dalla compagnia dei "patrioti", alla fine saranno solo 10 di cui oltretutto 2 vecchi ed ereditati da Air One. "Network flessibile" è la parola d'ordine del nuovo corso Alitalia e il ragionamento di fondo dei manager è questo: d'inverno si viaggia di meno tra le due sponde dell'Atlantico e molti aerei restano a terra inutilizzati.

chicago

Questa tendenza sarà più marcata il prossimo autunno perché la crisi dei paesi nordafricani farà mancare i passeggeri del Maghreb che spesso volavano con Alitalia per andare negli States. A riprova dell'ineluttabilità della decisione assunta, i manager della compagnia italiana citano le scelte dei partner della joint venture di cui Alitalia fa parte e cioè Klm, Delta ed Air France che stanno riducendo dell'8 per cento la capacità aerea tra Europa e Usa. Anche se, però, non risulta che queste ultime società per compensare abbiano deciso di lanciarsi nel mondo dei voli charter.

zanzibar

In particolare la rinuncia dell'Alitalia a Los Angeles è clamorosa e significativa. Il collegamento con la metropoli californiana è stato nel tempo una specie di cartina di tornasole dell'atteggiamento ondivago della compagnia nei confronti del lungo raggio. Alcuni anni fa quella rotta fu aperta in un momento difficilissimo, ma non durò molto e presto fu abolita.

Un anno fa il duo Colaninno-Sabelli la riaprì lasciando intendere che anche quello fosse un segnale inequivocabile di ripresa. Ora di nuovo lo stop. Al confronto, le altre compagnie europee sembrano giganti. Su quella stessa rotta, per esempio, Air France fa volare tre Boeing 777 al giorno con circa mille posti disponibili. Compresi quelli per i viaggiatori italiani portati a Parigi dai jet Alitalia.

 


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