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LA MELA MALATA - LE FOTO DI JOBS SCHELETRITO E ORMAI VICINO ALLA FINE TERRORIZZANO I MERCATI, GLI AZIONISTI APPLE E I FAN DI IPHONE, IPAD E COMPAGNIA BELLA - LA PAURA CHE SCOMPAIA IL GENIO CHE HA RISOLLEVATO L’AZIENDA DI CUPERTINO DAL FALLIMENTO ALL’OLIMPO (357 $ AD AZIONE) RISCHIA DI CONTAGIARE GLI INVESTITORI CHE TEMONO LA MANCANZA DI EREDI - UNICA SPERANZA LA FONTE DELLA NOTIZIA: IL TABLOID SCANDALISTICO “NATIONAL ENQUIRER” NON È UNA BIBBIA - MA CHE LA MALATTIA STIA TENTANDO L’ATTACCO FINALE NON È IN DISCUSSIONE…

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Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

jobs

Non è una notizia, questa, è una veglia attorno al lungo addio del patriarca della Mela, il semidio seguito da milioni di fedeli che in tutto il mondo leggono i bollettini con il cuore in gola. Steve Jobs, colui che fece risorgere la Apple dalle ceneri nelle quali miopi amministratori l´avevamo precipitata, sta male, e lo sapevamo, ma ora addirittura malissimo, con poche settimane di vita davanti, consumato dal tumore che lo colpì al pancreas otto anni or sono.

Le sue ultime foto che mostrano uno scheletro umano avvolto in abiti che gli pendono addosso sono state sparate dal National Enquirer un periodico di pettegolezzi, falsi scoop, panzane colossali, ma che di tanto in tanto, tirando nel mucchio, colpisce qualcosa.

Jobs

La "umma", la confraternita mondiale dei fedeli ronza di domande e di testimonianze. La foto, che riprende di spalle un vecchietto alto e consunto con le mani ischeletrite mentre entra in un diner, un ristorante di Stanford in California per la prima colazione e ha fatto emettere a specialisti di oncologia superficiali diagnosi infauste di stadio ormai terminale, non prova nulla.

Non è neppure certo che quell´uomo sia proprio Jobs. Le speranze dei fedeli si risollevano, quando si scopre che il moribondo partecipa a un incontro con il Presidente Obama in California, insieme con gli altri "cavalieri della tavola virtuale", come Zuckerberg di Facebook e Schmidt di Google per parlare di lavoro e di creazione di imprese, ma il mistero, che è tanta parte del culto di Jobs, privatissima persona, sposato con rito buddhista, pudicamente ricco (6 miliardi il suo portafoglio) rimane.

STEVE JOBS

Trepidano i cuori tremebondi degli investitori di Borsa che in questi anni, sotto la frusta di prodotti innovativi e incantevoli gadgets, iPhone, iPod, iPad, portatili Macintosh, e a formidabili invenzioni commerciali come l´Apple Store per scaricare applicazioni, giochi, musica e film attraverso i suoi oggetti, hanno spinto il corso della Apple ad altezze siderali dai 90 dollari dell´autunno 2008 ai 357 di ieri e sono tentati dall´abiura.

Abbandonano un poco, non moltissimo, dei loro santini azionari, limando il titolo dell´1,5% del suo valore, e la scarsa credibilità del National Enquirer puntella la speranza che anche questa volta Steve compia il miracolo, come fece nel 1996 quando fu richiamato dalla Apple considerata ormai in fase terminale e la reinventò.

Proprio questa identificazione tra l´azienda e l´uomo è sempre stata la forza, e oggi l´incubo, della comunità dei fedeli. Dalla marginalità nel mondo dei computer al 10% del mercato di oggi, dalla reinvenzione del cellulare "intelligente" con gli iPhone che, nonostante i difetti dell´ultima edizione, l´iPhone4, sono stati venduti complessivamente in 45 milioni di pezzi, all´iPad che sta cambiando anche il mondo del giornalismo tradizionale "di carta" e ha prodotto l´inevitabile processione di cloni, tutto viene sempre fatto risalire alla mente fertile di Jobs e di un´azienda che, non per caso, chiamava i suoi primi propagandisti «evangelizzatori».

STEVE JOBS

Sua fu l´idea, così apparentemente controcorrente, di investire nell´allestimento di negozi tradizionali, ormai più di 300 nel mondo da Pechino a Roma, per trasformare l´acquisto di prodotto in un´"esperienza" fisica, personale, sensoriale. Proprio mentre il mondo del commercio cominciava a migrare in massa nel cielo astratto e impalpabile degli acquisti on line.

ipad

Vere o false che siano le foto spiattellate dall´Enquirer, o le insensate prognosi a distanza di presunti oncologi, le condizioni di Jobs, che il 24 febbraio compirà appena 56 anni, sono molto precarie e neppure la riservatezza estrema dei suoi "archiatri", dei medici che si prendono cura del suo corpo consunto, quasi una reliquia di se stesso, può nasconderle.

Zuckerberg

Dozzine di testimoni hanno riportato di averlo visto entrare e uscire regolarmente dallo Stanford Cancer Center, uno dei più avanzati d´America dove si tentano terapie nuove per il cancro del pancreas che gli fu diagnosticato per caso, durante una tac di routine, nel 2003. Lo stesso ospedale dove tentò invano di sfuggire alla malattia l´attore Patrick Swayze, il protagonista di «Ghost».

Obama Superman

È noto che attorno alla sua salute si mente, si minimizza, si evade. L´annuncio del suo ritiro dalla guida attiva della Apple per occuparsi della sua salute, piovuto il 17 gennaio scorso sulla congregazione sbigottita, era venuto a contraddire le ripetute assicurazioni di avere sconfitto il male, di avere superato gli effetti del trapianto di fegato del 2009, di soffrire soltanto di disturbi del metabolismo.

swayze patrick

Ma a ogni apparizione pubblica, Jobs era apparso sempre più evanescente, nei suoi maglioncini neri sul fondo nero del palcoscenico, al punto che, per errore, l´agenzia economica Bloomberg pubblicò l´obituary, il "coccodrillo" in morte di Steve nell´agosto del 2008, provocando l´immancabile citazione di Mark Twain «le notizie delle mia morte sono grandemente esagerate». Se anche questa volta il geniale creatore di immagini, colui che regalò al mondo l´animazione rivoluzionaria della Pixar nella quale inizialmente neppure la Disney credeva, uscirà dalla grotta, sarà il suo miracolo più grande. Il Lazzaro della Mela, già morto e mai morto.

 


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