Da "Panorama"
PONZELLINI1- PONZELLINI CERCA PISAPIA E NON MOLLA LA BPM...
Ben stretto alla poltrona di comando in piazza Meda, Massimo Ponzellini si prepara, impavido, all'assemblea straordinaria della Bpm del prossimo 25 giugno chiamata, su invito di Bankitalia, ad approvare un aumento di capitale necessario per rimpolpare le casse dell'istituto debilitate dai crediti a rischio. Non ultimi quelli erogati su diretta raccomandazione del presidente, come emerge dalle carte della Vigilanza, anche nei confronti dell'Impregilo (di cui Ponzellini è amministratore) e del gruppo Ligresti (azionista dell'Impregilo).
Per il presidente è una situazione scomoda, anche perché della Bpm si occupa anche la procura, mentre i sindacati si scambiano lettere di fuoco ed esposti contro i presunti amici del presidente. Lui, intanto, confida nell'aiuto della Mediobanca, cui sarà affidato il collocamento del maxiaumento di capitale, si sgancia dal Carroccio («Non ho mai votato Lega e non credo che la voterò») e si è presentato, prima del voto, a un convegno della Fisac-Cgil in cui era annunciata la presenza di Giuliano Pisapia. (U.B.)
PISAPIA duo resize2- ECCO I PRIMI ALFIERI DI LUCA...
Da Irene Tinagli ad Adolfo Scotto di Luzio, passando per Angelo Mellone, Giuliano da Empoli, Nicola Rossi e Francesco Bonami, fino ad Andrea Riccardi, Maria Paola Merloni, Ennio Cascetta e Michele Ainis. Senza dimenticare, naturalmente, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Luigi Abete. È lo stato maggiore dei montezemoliani.
Fra loro, strategie, contatti, telefonate. E l'invito riservato alla serata di lunedì 6 giugno in un ristorante romano di piazza Navona per verificarne la disponibilità a correre alle elezioni o, perlomeno, a spendersi mediaticamente, «da subito», per la discesa in campo di Lcdm, Luca Cordero di Montezemolo.
Luca cordero di Montezemolo«Perché» dice una delle personalità interpellate «Luca pensa che si potrebbe votare nel 2012». Insomma, la trasformazione dell'associazione Italia futura in «lista civica nazionale» è davvero pronta. A pianificarla è Carlo Calenda, direttore del gruppo Interporto campano, l'uomo che insieme al direttore di Italia futura, Andrea Romano, ha organizzato la cena del 6.
L'obiettivo è intercettare il 40 per cento (e oltre) di cittadini moderati che non va più alle urne. I delusi, insomma, da Pdl, Pd, Lega e da un bipolarismo che Calenda e Romano definiscono «ormai zoppicante» e che lascia campo libero agli «estremismi» di Nichi Vendola e Luigi De Magistris. Urge stampella. (Carlo Puca)
3- SACCÀ: QUALCUNO IN RAI VUOLE INTORBIDARE LE ACQUE...
Agostino Saccà risponde così alle indiscrezioni sul suo ruolo nelle nuove nomine della Rai che «Panorama» ha pubblicato nel numero scorso.
Vorrei prima di tutto precisare che non «ricevo» al bar, ma nel mio ufficio in via Don Giovanni Verità in Roma, dove arrivo tutti i giorni alle 9 del mattino; per carattere e scelta non do suggerimenti ad alcuno, tantomeno al nuovo direttore generale della Rai, che non li cerca ed, essendo di carattere tosto e orgoglioso, bloccherebbe con uno sguardo chiunque cercasse di farlo, fosse anche la persona che più stima;
conosco Pietro Gaffuri da 12 anni, ero allora direttore di Rai 1 e lui capo del personale della Rai, ma non siamo mai stati intimi e negli ultimi cinque anni lo avrò visto non più di due volte; non ho necessità di creare una società «Toro Fiction», essendo io proprietario e amministratore della Pepito Produzioni che ha già relazioni importanti e solide con partner nazionali e internazionali di assoluto rilievo;
Agostino Saccà - Copyright Pizzicon i miei avvocati non abbiamo mai pensato di abbassare le richieste di risarcimento nei confronti della Rai: è pronta invece un'azione che aggiunge ai danni lavoristici quelli contrattuali o precontrattuali, generati dalla mancata chiusura dell'accordo transattivo discusso e concluso con la passata direzione generale; non ho litigato con Paolo Bassetti, che non vedo da quattro anni.
Ho discusso recentemente con il fratello Marco, al quale, dopo la lettura del vostro articolo, ho chiesto se riteneva che avessimo mai litigato e mi ha risposto, cadendo dalle nuvole: «Assolutamente no». Tutto qui, per amore di quella verità che qualcuno vuole invece intorbidare. (Agostino Saccà)
LORENZA LEI4- ANCHE RUFFINI A LA7 CON SANTORO?...
Nello shopping che l'amministratore delegato della 7 Giovanni Stella sta facendo in Rai potrebbe andare, a sorpresa, in porto l'acquisto di Paolo Ruffini. Il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, vorrebbe liberarsi di Ruffini e il direttore di Rai 3 potrebbe facilitarle il compito andando a dirigere La 7 al posto di Lillo Tombolini. Ruffini ha già avuto due colloqui con Stella. (A.P.)
5- PROVE DI CONVIVENZA AL «SECOLO D'ITALIA»...
Dopo un mese a capo del Secolo d'Italia, il deputato pdl Marcello De Angelis, subentrato alla finiana Flavia Perina, per lo stress ha perso 5 chili. Ma giura di «non avere perso l'ottimismo» e prepara un rilancio, con restyling e recupero della vecchia testata, per settembre. È sicuro di poter gestire i contrasti tra ex an, pidiellini e finiani, fatti anche di articoli firmati con pseudonimi (quello di Valeria Gelsi appartiene ad Annamaria Gravino e non ad Annalisa Terranova come scritto su Panorama 24).
«Sono tutti professionisti corretti» sottolinea De Angelis «e l'uso dello pseudonimo è molto diffuso nelle piccole edazioni, per differenziare i pezzi o quando non si condivide la linea di un articolo. Succedeva così anche in passato».
gilberto benetton 01 lap6- BENETTON LASCIA TORINO PER COLPA DELLA RYANAIR...
Divorzio annunciato fra i Benetton e Torino. La Edizione holding, finanziaria del gruppo presieduto da Luciano Benetton, si prepara a lasciare il timone dell'aeroporto di Caselle gestito da una società mista pubblico-privato. Tutta «colpa» della Ryanair, la principale compagnia low cost d'Europa. Gli enti pubblici hanno infatti imposto un piano industriale che trasformerà Caselle in una delle principali basi italiane della Ryanair. Ma la scelta non è piaciuta ai Benetton. Il divorzio si consumerà tra pochi giorni, quando il cda rinnoverà i vertici della società. (G.P.)
7- COSENZA, IL RETTORE PUNTA AL QUARTO MANDATO...
«Mani pulite» all'Università della Calabria. L'inchiesta sui falsi esami a lettere e filosofia di Cosenza (300 studenti indagati, 27 mila statini sequestrati) sta generando un mare di polemiche. Che si sommano a quelle sul rinnovo del mandato, il quarto consecutivo, del rettore Giovanni Latorre, vicino nei mesi scorsi a una candidatura con l'Italia dei valori. Proprio il magnifico aveva denunciato in procura le anomalie sui certificati d'esame. (F.M.)
8- UNA MAXIPENALE AL MAGGIO FIORENTINO...
Il terremoto del Giappone rischia di costare caro alle casse del Maggio musicale fiorentino. La sovrintendente Francesca Colombo dovrà infatti vedersela con le autorità nipponiche che hanno chiesto alla fondazione lirica di risarcire le date mancate della tournée interrotta dopo il sisma e lo tsunami dell'11 marzo. Le penali per lo stop alla seconda serata (su otto in programma) costeranno 2,1 milioni di euro. Salvo mediazioni dell'ultimora.
9- LEGGE «ANTI BRAMBILLA» PER DIFENDERE IL PALIO...
Il Palio prima di tutto. Così Franco Ceccuzzi, neoeletto sindaco di Siena, come ultimo gesto del suo mandato di deputato pd al Parlamento, ha depositato una proposta di legge sull'unicità della storica corsa di cavalli, quindi si è dimesso. Non contento, da primo cittadino ha subito firmato un'ordinanza che allunga Palio e preparativi di un giorno. Un vero affronto al ministro animalista Michela Brambilla che, ferrea oppositrice della corsa centenaria, ne aveva proposto la cancellazione. (C.M.)
10- LA RINUNCIA DI MADDALENA: UN «BEL GESTO» CALCOLATO...
Più un'astuzia che un «beau geste». Quando il giudice costituzionale Paolo Maddalena ha capito che sarebbe uscito sconfitto, ha deciso di rinunciare alla corsa alla presidenza della Consulta spianando la strada ad Alfonso Quaranta, in carica fino a gennaio 2013. Così si è assicurato che facesse un passo indietro anche il secondo per anzianità, Alfio Finocchiaro, in scadenza a dicembre. Il patto è stato siglato con la nomina di ambedue a vicepresidenti e ampie lodi da parte di Quaranta. È vero che il presidente della Consulta è un primus inter pares, senza vantaggi economici, ma il ruolo è di prestigio e una rinuncia da noi è sempre cosa rara. (A.M.G.)
11- ANM «ANNEGA» NELLE CORRENTI...
Le gelosie tra le correnti paralizzano i vertici dell'Anm. Si è visto all'ultimo direttivo, quando Magistratura indipendente (Mi, sola corrente fuori dalla giunta) è stata messa sotto accusa per avere incontrato separatamente il guardasigilli, Angelino Alfano, sul problema delle giovani toghe nelle sedi disagiate. Si doveva invece discutere delle modifiche allo statuto, su incompatibilità delle cariche e quote rosa, ma quando Mi ha chiesto la verifica del numero legale la seduta è stata sospesa: erano troppo pochi al direttivo e non si è potuto neppure convocare l'assemblea generale, come previsto.
Pochi giorni dopo, nel plenum del Csm del 1° giugno, il consigliere di Unicost Paolo Auriemma ha criticato Mi e le «posizioni eterogenee» nella magistratura associata. Ma intanto l'assemblea non è stata convocata e tutto tace. Anche in attesa, forse, del nuovo ministro della Giustizia. (Anna Maria Greco)
12- GUERRA DEI CONSOLATI, MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI FRATTINI NON CEDE...
Resistenza bipartisan contro la razionalizzazione della rete consolare in Europa, voluta dal ministro degli Esteri Franco Frattini e affidata al sottosegretario Alfredo Mantica. Nel continente si contavano 32 consolati per una spesa di oltre 27 milioni di euro l'anno. Il ministero punta a dimezzarli.
Dieci sono stati già chiusi, ne restano da eliminare sei (Manchester, Amburgo, Lilla, Liegi, Mons e Losanna), per un risparmio di almeno 6 milioni di euro l'anno. Ma i parlamentari di maggioranza e opposizione eletti all'estero scendono in campo, con proteste e persino occupazioni delle sedi consolari. Patriottismo o timore di perdere voti?(G.C.)