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SALVATE IL SOLDATO ORIANA (DALLA GUERRITORE) - DOPO AVERLA FATTA PASSARE PER UNA PAZZA ISTERICA, TRA AMNESIE E FALSI STORICI ANCHE UN PO’ FASCISTA, A SINISTRA È TUTTA UNA CORSA A CHI SI ACCAPARRA LA MEMORIA DELLA FALLACI - LA FANDANGO PORTERÀ AL CINEMA “UN UOMO”, E LA GUERRITORE LEGGE A SPOLETO UN’ORIANA TAGLIATA A MISURA DI RADICAL CHIC \"PER TOGLIERLE IL VOLGARE CAPPELLO CHE LE HANNO CALCATO ADDOSSO”…

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Francesco Borgonovo per "Libero"

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Ci hanno provato in tutti i modi, a partire dai primi mesi seguiti alla sua morte. I politici di sinistra che sfilavano alle mostre in suo onore, prendendo di lei solo quel che desideravano, facendosi belli con la memoria di una donna che fino al giorno prima avevano esecrato, sbeffeggiato, dolorosamente irriso. Hanno cercato di depotenziarla, di segare una parte della sua vita e, soprattutto, della sua opera, perché non riuscivano a digerirla: gli si fermava come un sasso in gola, non andava giù ne su, restava lì a far mostra di sé. Ci provano ancora, a mistificare Oriana Fallaci.

E il Corriere della Sera, entusiasta, offre il suo contributo. Si tratta, per inciso, dello stesso giornale che pubblicò il suo formidabile articolo - La Rabbia e l'Orgoglio, un capolavoro che chiunque con un po' di sale in zucca avrebbe fatto a gara per stampare - quasi fosse una lettera, con un'introduzione scarna a fare da pecetta, per paura di aderire a posizioni che avrebbero potuto scontentare gli stomaci molli dei progressisti.

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Ieri il quotidiano di via Solferino ha sfornato un'intervista a Monica Guerritore, attrice che il primo luglio, al Festival dei Due Mondi di Spoleto porterà in scena l'atto unico «Mi chiedete di parlare...» per la regia di Enrico Zaccheo. L'evento è promosso dalla Fondazione Corriere e la Guerritore vestirà i panni dell'Oriana. Prima dello spettacolo è previsto un convegno a cui parteciperanno, assieme a Ferruccio De Bortoli (direttore del Corriere) e Edoardo Perazzi (nipote della Fallaci), pure Sandro Petraglia e Domenico Procacci.

DOMENICO PROCACCI

Cioè, rispettivamente, lo sceneggiatore e il capo di Fandango, la casa cinematrografica che produrrà il film tratto da Un uomo, il libro della scrittrice fiorentina sul rapporto con Alekos Panagulis. Già il fatto che a Procacci - molto amato negli ambienti progressisti e patron di una casa editrice che pubblica i vari Sandro Veronesi, Alessandro Baricco eccetera - sia affidato un progetto del genere è indicativo. Vabbé, si dirà, c'è poco da buttarla in politica, rispetto a quel libro: l'unica difficoltà è quella di ricavarne un prodotto all'altezza per il grande schermo.

La Guerritore, invece, fa cadere le braccia. E fa temere il peggio, cioè la totale perversione di quel che la Fallaci ha scritto e l'attrice ignora volutamente. La sua chiacchierata col Corriere si intitola: «Oriana torna a respirare con me. Contro le guerre». Già si avverte puzza di bruciato: non vorrà mica farle fare la figura della pacifista? Il corpo dell'articolo conferma la cattiva sensazione.

DE BORTOLI

A un certo punto, dichiara: «Il suo daimon si era scatenato. Ha urlato, vomitato la sua rabbia contro la guerra e la morte, senza diplomazia, senza menzogne, con giudizi sommari. Quello che ho cercato di fare prima di tutto, come donna e di sinistra, è stato toglierle il volgare cappello che le hanno calcato addosso, persino leghista; farla respirare come intellettuale, che nella solitudine aveva finito per non avere più scambi. E la sua ragione si lanciava oltre i propri confini, nella fantasia e forse nella follia. Ma era vera». Il volgare cappello politico?

Forse la Guerritore ha sbagliato persona. O più probabilmente è sbagliata lei. Del resto, non ci si poteva aspettare altro da una interprete il cui più grande successo recente è stato il ruolo di protagonista in qualche fiction di Annozero, di quelle in cui si recitavano le intercettazioni telefoniche o le sparate delle donnine.

Non si tratta solo dello scempio delle idee, attenzione. La ex bella Monica vuole mostrarci una Fallaci versione «vispa Teresa», di quelle che la grande toscana proprio non sopportava. La comprime in un santino de sinistra: già, come no, l'Oriana che i compagnucci li faceva a fette. Tuttavia, non è la cosa peggiore. Rileggete le parole sul Corriere: dice che la Fallaci era una pazza, una rinchiusa nel suo appartamento di New York, troppo isolata dagli altri intellettuali che avrebbero potuto farla ragionare.

DE GREGORIO CONCITA

Ah, dunque quando scriveva delle pulsioni mortifere dell'islam, Oriana era una mattoide? Quando raccontava con perizia chirurgica e cristallina purezza il rischio che la nostra Europa correva davanti all'invasione musulmana, era una vecchia sola e delirante? Forse la Guerritore è stata nuda troppo a lungo sul set, ha preso freddo e l'è venuto un febbrone da cavallo, altrimenti non si spiega.

Eppure la dama progressista è recidiva. In febbraio, sempre sul Corriere, ha vergato di suo pugno: «Il suo ragionamento diventa negli anni sempre più iperbolico, privo di sfumature, tagliente. Non lascia nessuno spazio all'interlocutore, alla riflessione, alla comprensione delle radici dell'altro, alla crisi che in tutte le persone che lavorano con il "pensiero" prima o poi si mette in moto trasformando il giudizio, prendendo atto delle ragioni degli altri».

RIOTTA

Già una prosa del genere è un insulto allo stile d'acciaio dell'Oriana, che rivedeva maniacalmente ogni riga, nell'interesse del lettore prima che suo.
Però non è finita, perché Monica aggiungeva: «La disistima, a tratti l'odio nutrito nei suoi confronti, trova un fondamento». Insomma, chi la odiava, chi la scherniva - senza disdegnare l'ironia sul suo tumore, l'Alieno, irriso da Sabina Guzzanti - aveva i suoi buoni motivi.

ANNUNZIATA LUCIA

Sembra di udire quel che dicevano nel 2006, dopo l'uscita di La Rabbia e l'Orgoglio: la Fallaci è vecchia, berciavano, inneggia alla guerra perché, povera anziana rincitrullita, vuole sentirsi ancora giovane benché moribonda. E ora arriva la Guerritore a ripetere il concetto in forma più contorta e se possibile più vigliacca.

Abbiamo tentato di tollerare il fatto che la Rizzoli affidasse le introduzioni dei libri di Oriana, ristampati in versione economica nella Bur, solo a firme di sinistra, compresa Concita De Gregorio (e poi Gianni Riotta, Lucia Annunziata, Giovanna Botteri...). Dopo tutto, loro la Fallaci l'avevano conosciuta e frequentata.

Però la Guerritore è davvero troppo. Secondo Edoardo Perazzi, che l'ha vista impersonare la scrittrice in un salotto, è bravissima, sa riprodurre i modi di Oriana al meglio. Se lo dice lui, ci fidiamo. Ma almeno ci faccia un favore: si limiti a leggere i testi della Fallaci e nel resto del tempo stia zitta. Se non è in grado di capire la rabbia e l'orgoglio, almeno mostri rispetto.

 


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