Dall'articolo di Michael S. Schmidt per "The New York Times"
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Dopo otto anni in Iraq, le truppe Usa si trovano a dover fronteggiare quella che potrebbe essere la missione più pericolosa: il ritiro. Un esempio del rischio reale risale appena a ieri, quando cinque militari sono morti in una base ad est di Baghdad, uccisi da un attacco a colpi di razzi. Il peggior giorno vissuto dalle forze americane dal 2009. Nelle ultime settimane gli insorti hanno intensificato le offensive in quello che sembra essere il tentativo di scoraggiare gli Usa dal prolungare la permanenza nel paese oltre il limite fissato al 31 dicembre 2011.
I comandanti dell'esercito americano spiegano che il pericolo più grande arriverà quando i 46mila soldati ancora sul suolo iracheno, dovranno cominciare il ritiro definitivo, quest'estate, e si dirigeranno verso il confine, lungo un tratto di strada lungo 160 miglia, attraverso il deserto del Kuwait.
Mezzi militari in Iraq"Ci attaccano quando siamo fermi. Cosa succederà quando metteremo in fila i nostri mezzi per lasciare il paese?", si chiede il colonnello Douglas Crissman, sottolineando la estrema vulnerabilità agli attacchi a cui saranno esposti i soldati. In otto anni, i militari Usa hanno capito una cosa: che senza l'aiuto della popolazione locale non possono garantire la sicurezza su grandi aree. Così, l'exit strategy prevede che vengano dati 10mila dollari al mese a 10 leader tribali.
Moqtada al SadrFormalmente il denaro è destinato alla pulizia dai detriti della strada che porta al confine, ma si tratta di un'evidente finzione: gli sceicchi si prenderanno parte dei soldi e utilizzeranno il resto per pagare 35 persone per ripulire la via dai rifiuti. Per i ribelli sarà più difficile, così, nascondere delle bombe lungo la strada.
Finora questi contratti si sono dimostrati efficaci per la sicurezza delle truppe. Si parla di un costo che arriva anche a 100mila dollari al mese. Molto meno, comunque, di quasi tutte le altre misure testate in Iraq, dicono gli ufficiali. Gli sceicchi, inoltre, forniscono i nomi dei lavoratori assunti e i militari possono condurre controlli di sicurezza. 100mila dollari non sono molti se si pensa che un blindato danneggiato ne può costare 400mila. Ma soprattutto dato che sono in gioco delle vite umane ed è in ballo la via d'uscita dal paese. Il denaro, d'altro canto, aiuta anche gli sceicchi a consolidare la fedeltà del popolo.
carovana di mezzi militari in IraqTuttavia anche le milizie sciite sono consapevoli dell'influenza che i soldi possono avere sui leader tribali e così anch'esse cercano di comprarsi fedeltà e libertà di movimento nelle zone da loro governate. "Ci sono degli sceicchi che lavorano per la parte opposta e vengono ben pagati dai ribelli che cercano un accesso all'area", spiega Crissman.
CAROVANA MEZZI MILITARI IRAQLe milizie sciite e i seguaci del religioso sciita antiamericano Muqtada al-Sadr sono tra i più acerrimi nemici degli Usa. Dopo che Baghdad ha aperto una discussione per chiedere agli Stati Uniti di posticipare il ritiro delle truppe, hanno ripreso gli attacchi. Il valore potenziale dei contratti per la bonifica delle strade è stato dimostrato anche lo scorso mese, quando un giornalista del "New York Times" ha accompagnato il colonnello Robert Wright a un pranzo con i leader tribali.