1 - COERENZA...
Jena per "La Stampa" - In quest'epoca di turbinosi cambiamenti è rassicurante la coerenza dei leader della sinistra che si mandano al diavolo.
2 - TANTO PER CAMBIARE...
Massimo Gramellini per "La Stampa" - E' ufficialmente iniziata la campagna del centrosinistra per perdere le prossime elezioni. Stavolta non sarà facile: il vento ha cambiato direzione, la crisi punisce i governi in ogni angolo d'Europa e a molti elettori dell'altra parrocchia Berlusconi è venuto a nausea, perché non è riuscito a realizzare le riforme liberali che aveva promesso. La situazione del Pd e dei suoi alleati è dunque disperata: tutto congiura a favore di una loro vittoria. Per evitarla occorrerà raddoppiare gli sforzi.
I ragazzi, bisogna riconoscerlo, ci stanno dando dentro. Ha dettato la linea Grillo, salutando il successo di Pisapia come una disgrazia. Ha continuato Vendola, scambiando piazza del Duomo per plaza de la Revolucion a L'Avana. Ingelosito, il comunista Ferrero ha inneggiato agli espropri proletari. Finché ieri Bersani e Vendola si sono scambiati qualche parola: la più carina è stata «meschino». E devono ancora cominciare i mal di pancia fra gli aspiranti premier del Pd, una mezza dozzina.
VENDOLATanto per cambiare, la vittoria non ha insegnato niente. Neanche la cosa principale: che stavolta a vincere non sono stati i partiti, ma gli elettori. E che gli elettori hanno premiato i candidati sgraditi alla nomenclatura, con l'unica eccezione di Torino, dove però Fassino ha raccolto la semina del suo predecessore, che non veniva certo percepito come un notabile.
Accecati da un successo che non è il loro, i partiti già si azzuffano per dividersi i bocconi migliori della giunta Pisapia. Altro che zingari, a Milano (e altrove) il vero rischio è l'ennesima invasione dei portaborse.
3 - VENDOLA-BERSANI, SCONTRO SULL' «AFFIDABILITÀ» - IL LEADER DI SEL: NON ACCETTO ESAMI. IL SEGRETARIO PD: MAI PIÙ CAROVANE. E D'ALEMA LITIGA CON L' «UNITÀ»...
Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"
La Grande Paura dei democratici affonda radici nel biennio 1993-1994. Quando i progressisti, dopo aver vinto le Amministrative, si schiantarono alle politiche con la gioiosa macchina da guerra guidata da Occhetto. Evocato prima da D'Alema, poi da Fassino, quindi da Fioroni e Anna Finocchiaro, il fantasma della sconfitta aleggiava ieri sulla direzione nazionale, finché la presidente Rosy Bindi non si è incaricata di scacciarlo: «Posso ricordare che il Pd nel ' 93 non c'era? Non è cosa buona fare questi automatismi...» .
grilloooooo-ppI democratici non hanno dimenticato e le loro riflessioni sono variazioni sul tema «come non ripetere gli errori del passato» . Bersani dice di avere le idee chiare e festeggia il «risultato eccellente» . Ha ritrovato l'unità del partito, ma deve vedersela con i potenziali alleati: Vendola che lo insulta da sinistra e i centristi di Casini che lo punzecchiano da destra.
FESTA PISAPIAColpa di D'Alema, che ha criticato «pigrizie, furbizie e terzoforzismi» del nuovo polo tirandosi dietro le repliche infastidite dell'Udc. E al leader di Sel non è piaciuto quel passaggio dell'intervista di domenica al Corriere in cui il leader del Pd dice che toccherà, prima del voto, verificare l'affidabilità di Vendola e compagni. Che «spocchia» , si arrabbia il presidente della Puglia.
La parte dello «scolaretto» gli sta stretta e pretende scuse democratiche per la «dichiarazione un po' pelosa e meschina» di Bersani. Finché alle sei del pomeriggio il segretario derubrica il caso a «fraintendimento» e ci scherza su: «Non sono un maestrino che detta i compiti...» .
ROSY BINDISpazza via l'immagine del leader in cattedra, però pianta ben saldi i paletti per un «patto forte ed esigibile con il Paese per un progetto di governo impegnativo» . Ma sia chiaro che l'Unione non tornerà, Bersani non ha alcuna intenzione di guidare «generiche carovane» con dentro tutti gli oppositori di Berlusconi. La svolta maggioritaria ricompatta le anime del Pd, però infastidisce le altre forze delle opposizioni, che soffrono il ritrovato protagonismo dei democratici. «Vogliamo essere il primo partito, si apre una nuova fase per il Paese- guarda alle Politiche Bersani -. Il Pd deve investire su se stesso» .
MASSIMO DALEMATre i fronti aperti per il rilancio dell'iniziativa riformista. Impegno per il referendum, programma per l'alternativa e consolidamento del Pd. Entro giugno tornerà a riunirsi la direzione, poi Bersani lancerà una conferenza nazionale che «ci aiuti a migliorare» . Applausi, voto e relazione approvata all'unanimità. Anche Veltroni loda Bersani, ben contento che il segretario abbia ragionato di partito aperto, messo «in sicurezza» le primarie e chiarito che le alleanze vengono dopo il programma.
FRANCESCO PICCOLOQuanto alla premiership, Bersani è in campo. Persino Fioroni lo incorona, però lo sfida a candidarsi alle primarie: «Con un gruppo dirigente unito le vincerà» . La via maestra sono le elezioni. Ma D'Alema sa che ottenerle non sarà facile e ribadisce la disponibilità a un governo di fine legislatura: «Mi aspettavo che mi attaccasse Cicchitto, ma non l'Unità...» .
PIER FERDINANDO CASINIL'affondo è per Francesco Piccolo che ha definito «disarmante» la sua strategia. D'Alema vi ha colto un sintomo di «primitivismo politico pericoloso» e il direttore Concita De Gregorio ha precisato: «Nel commento di Piccolo non c'erano insulti...» .