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ALLORA, ABBIAMO UN PROCESSO? - IL BERLUSCHINO A GIUDIZIO PER LA FAMIGERATA TELEFONATA FASSINO-CONSORTE PUBBLICATA ILLECITAMENTE DAL “GIORNALE” - IL FRATELLO SFIGATO DEL PREMIER SI BECCA PURE L’ACCUSA DI MILLANTATO CREDITO PER RICETTAZIONE DEI FONDI NERI AZIENDALI RCS - IL NEOSINDACO DI TORINO CHIEDE 200MILA € DI DANNI, MENTRE IL CAVALIERE INFOJATO, CHE SI SAREBBE APPISOLATO MENTRE GLI FACEVANO SENTIRE IL NASTRO (SIC!), È ADDIRITTURA PARTE LESA…

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Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

PAOLO BERLUSCONI

«Allora, abbiamo una banca?». Alla fine del 2005 l'intercettazione non penalmente rilevante tra il non indagato capo dell'opposizione dell'epoca (il ds Piero Fassino) e l'indagato presidente di Unipol (Giovanni Consorte), captata dalla GdF il 17 luglio sul telefono di Consorte, non soltanto non era ancora depositata agli atti (lo sarebbe stata dopo molti mesi alla chiusura dell'indagine) e non era addirittura né trascritta né riassunta, ma esisteva unicamente come file audio nei computer dei pm, degli ufficiali della Guardia di Finanza e dell'azienda privata Research control system (Rcs) che per conto della Procura svolgeva le intercettazioni dell'inchiesta sulla scalata dell'Unipol di Consorte alla Banca Nazionale del Lavoro.

SILVIO BERLUSCONI

Eppure il 31 dicembre 2005 la telefonata dell'avversario politico del premier fu pubblicata dal quotidiano Il Giornale, edito proprio dal fratello del premier. A recare in dono alla vigilia di Natale nella villa di Arcore ai Berlusconi il file audio delle telefonate, facendolo ascoltare pochi giorni prima sia a Silvio sia a Paolo, e poi in seguito consegnandolo a Paolo, era stato il 24 dicembre 2005 proprio il consulente della Procura, Raffaelli, come lui stesso ha confessato nell'estate 2010 una volta che parte della storia era già stata raccontata da due persone che vi avevano avuto un ruolo: l'ex socio di Paolo Berlusconi, Fabrizio Favata, arrestato nel maggio 2010 per aver ricattato Raffaelli, e la sponda di fatture false Eugenio Petessi.

Ieri in Tribunale il quartetto si è sciolto e Paolo Berlusconi è rimasto solo. Mentre Raffaelli e Petessi hanno concordato con la Procura di patteggiare una pena di 1 anno e 8 mesi e di 1 anno e 6 mesi, e mentre Favata ha scelto di usufruire almeno dello sconto di un terzo legato al rito abbreviato che l' 8 giugno vedrà il giudice Stefania Donadeo decidere sui 2 anni 8 mesi chiesti dal pm Maurizio Romanelli, ieri l'editore de Il Giornale e fratello del presidente del Consiglio è stato rinviato a giudizio al 4 ottobre per concorso nella rivelazione di segreto d'ufficio, parte lesa Fassino per il quale il professor Carlo Federico Grosso ha anticipato una richiesta di 200 mila euro per i danni anche politici.

PIERO FASSINO

L'editore sarà processato anche per ricettazione dei fondi neri aziendali Rcs che Raffaelli avrebbe stanziato a Favata «per la successiva consegna a Paolo Berlusconi» tra metà 2005 e metà 2006, «quali compensi asseritamente destinati a favorire attraverso canali istituzionali le prospettive di espansione di Rcs sul mercato estero»: promesse però talmente fumose da valere ora a Paolo Berlusconi anche una terza imputazione, «millantato credito» nell'ipotesi abbia ricevuto i 500 mila euro «con il pretesto di dover comprare il favore di pubblici ufficiali o quantomeno come prezzo della propria mediazione» .

L'imputato nega compensi, afferma di mai essersi fatto pagare per l'aiuto che dice di aver spesso prestato gratis alla ventina di imprenditori che anticipa citerà come testi a discarico, e nei vari verbali coglie le righe che accreditano Favata come inventore di storie per legittimare una "cresta" sui soldi spillati a Raffaelli.

unipol giovanni consorte 004 lap

«Potevo e dovevo già ora essere assolto» , si rammarica Paolo Berlusconi, «essendo palese che tutto sia imperniato su dichiarazioni e illazioni destituite di ogni logica e fondamento, esternate da chi, abusando della mia buona fede e disponibilità d'animo, ha di fatto perpetrato i reati a me addebitati».

Per i pm, invece, l'incontro di Arcore la vigilia di Natale 2005 fu organizzato in funzione della pubblicazione dell'intercettazione segreta di Fassino, politicamente rilevante per il premier e realizzata su Il Giornale nell'articolo di Gianluigi Nuzzi 7 giorni dopo. Ma la Procura non ritiene riscontrata la versione di Favata secondo il quale il premier ricevette e trattenne una copia dell'audio, e si allinea invece a quella di Raffaelli, a dire del quale il computer portato ad Arcore si impallò e il premier si annoiò fino ad appisolarsi.

gianluigi nuzzi

Di qui la richiesta di archiviazione per Silvio Berlusconi, che compare come parte lesa di Favata quando questi nel 2009 cercò di battere cassa anche «mediante contatti personali con l'avvocato Ghedini, non riuscendo per la non accettazione del pagamento» .

 


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