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PRIME GRANE PER GRISSINO FASSINO: CHI PIAZZARE AL SALONE DEL LIBRO? E COME PAGARE LO STADIO COMUNALE ORA CHE LA JUVE HA IL SUO? - IL PARTITO DELLE PMI HA NEL MIRINO CONFINDUSTRIA - IL PREZZO PER FASTWEB NON È GIUSTO PER WIND - LA CISL FESTEGGIA COI MINISTRI E NON INVITA LA CAMUSSO - SVILUPPO: LE NOMINE POSSONO ATTENDERE - LE SCUSE PUGLIESI DI MATTEO MARZOTTO - SICILIANI POLIGLOTTI (PAGA PANTALONE) - FAZIO CONDANNATO, MA PRESTO PRESCRITTO…

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Da "Panorama Economy" in edicola domani

panorama economy cover

1. FASSINO SFOGLIA IL SALONE...
Sarà il cda del Salone del libro il primo banco di prova in tema di nomine per il neosindaco di Torino, Piero Fassino, i cui componenti sono in scadenza a fine mese. In base alla legge Tremonti i componenti dovranno scendere da sette a cinque. Per decidere le candidature Fassino si confronterà con il compagno di partito Antonio Saitta, presidente della Provincia, e con il leghista Roberto Cota, presidente della Regione.

Al momento in pole position per la presidenza ci sono Lorenzo Del Boca (ex presidente dell'ordine dei giornalisti), Alain Elkann (presidente del Museo Egizio) e Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro e la lettura. Il recente esito elettorale sembra, però, avere irrigidito le posizioni di Cota che chiede una designazione assolutamente estranea a qualunque etichetta politica.

Da qui la new entry. Si tratta dello storico Walter Barberis, docente di scienze politiche e curatore, insieme a Giovanni De Luna, della grande mostra su Fare gli italiani allestita alle Officine grandi riparazioni in occasione dei 150 anni dell'Unità.

FESTA FASSINO BALCONE

2. ...E DÀ UN CALCIO AL COMUNALE...
Ma anche il calcio non promette niente di buono al neosindaco di Torino Piero Fassino. Tutta colpa della Juventus, che ad agosto abbandonerà lo storico indirizzo per andare nel nuovo stadio di proprietà alle Vallette e non verserà più alle casse comunali il canone di 250 mila euro a stagione per l'affitto del Comunale.

Al mancato introito poi si aggiunge anche la fallita promozione del Torino, che paga solo 125 mila euro di canone perché disputa la serie B. Quindi il resto, ben 725 mila euro degli 850 mila necessari per la manutenzione dello stadio, dovrà continuare a rifonderli il Palazzo civico. Che con le casse dissestate che si ritrova non se li può proprio permettere. E già si valuta l'idea della dismissione.

Andrea Agnelli in cantiere

3. LE PMI SI FANNO IL PARTITO...
Puntano al 4%. E a farsi valere alle prossime elezioni politiche. Nel frattempo fanno sapere di avere pronto un candidato sindaco in vista delle amministrative del prossimo anno a Verona, città che li ha tenuti a battesimo non più di due settimane fa. Stiamo parlando del Pda, il partito delle piccole e medie imprese. Neoformazione politica (di centrodestra) auto-finanziata dagli imprenditori del Nordest che hanno aderito al progetto. Con nel mirino viale dell'Astronomia.

«Siamo stanchi dell'atteggiamento di Confindustria che da troppo tempo non tiene conto di quel sottobosco d'imprese che dal dopoguerra a oggi hanno fatto la forza del Paese» afferma il presidente del Pda Fabrizio Frosio.

Ex pidiellino, ex Lega, ex operatore turistico. Ora agente di commercio. Contro il «finto federalismo alla Lega» e a favore del modello tedesco. Vicino al premier, ma «pronto a scontrarsi laddove necessario con il Pdl». Per incominciare chiede una flat tax al 25% per le Pmi, l'abolizione dell'Irap e, en passant, l'applicazione di dazi doganali alle importazioni da Cina e India. Intanto gli iscritti sono a quota 1.700. E anche a Sud le adesioni stanno pian piano decollando.

4. FASTWEB, IL PREZZO NON È GIUSTO...
Swisscom vuol vendere cara la fibra Fastweb. Perciò se davvero la nuova Wind vorrà acquistare l'azienda fondata nel 2000 da Silvio Scaglia e Francesco Micheli dovrà pagarla molto: più del miliardo e mezzo di valore calcolato dagli svizzeri per lanciare l'Opa residuale dello scorso autunno.

FASTWEB

Ed è su questo che i conti, al capo supremo della multinazionale, il russo Alexander Izosimov, non tornano. Anche perché Vimpelcom vorrebbe fare bingo, mettendo insieme anche 3 Italia: un doppio colpo che rimescolerebbe gli assetti delle tlc nel nostro Paese, tanto da impensierire anche Vodafone e indurla a una controfferta. Ma per ora Fastweb resta dov'è.

5. ALAJMO CUCINA A QUADRI...
Dopo sei mesi e 800 mila euro spesi per la ristrutturazione, il 2 giugno riapre i battenti il caffè Quadri di Venezia. L'unico ristorante di piazza San Marco, aperto nel 1775, torna al suo splendore dopo la gestione da parte della società di catering Ligabue, grazie all'impegno di Massimiliano Alajmo, chef tre stelle Michelin, e della sua famiglia che da Le Calandre di Rubano (Padova) sta costruendo un piccolo impero che arriva fino al Giappone con Calandrino.

BONANNI

6. CISL IN FESTA CON I MINISTRI...
La Festa nazionale della Cisl, che si tiene a Levico (Trento) dal 10 al 12 giugno, sarà motivo per approfondire una lunga serie di questioni legate al mondo del lavoro e non. Presenti i ministri Tremonti, Sacconi e Maroni. Assente la Camusso, che non è stata invitata.

7. ANCHE IL LAVORO FA IL GIUBILEO...
Si è svolto in sordina, ma il Giubileo per il lavoro indetto dalla curia di Napoli e fortemente voluto dall'arcivescovo locale Crescenzio Sepe, che si è tenuto lo scorso 28 maggio nel Quartiere Orientale di Napoli, ha prodotto un imprevisto «miracolo»: mettere insieme, sullo stesso palco, Camusso e Bonanni.

8. SVILUPPO BLOCCATO DA DUE NOMINE...
Due nomine si stanno facendo attendere ben oltre le previsioni al ministero dello Sviluppo economico: quelle del d.g. e del capo dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica. I dirigenti che occupavano le due cariche, rispettivamente Gianluca Esposito e Aldo Mancurti, sono stati spostati. Nel primo caso si tratta di un ruolo a cui compete la firma sugli incentivi alle imprese, che per non bloccare l'erogazione delle somme è stato attribuito ai livelli più bassi.

9. CONFAPI, LASCIA CARBOGNANI...
Resta teso il confronto all'interno di Confapi. Nei giorni scorsi Cristina Carbognani, imprenditrice del settore automotive e leader sia della territoriale di Reggio Emilia che di quella emiliana, si è dimessa dalla giunta nazionale. Intanto il torinese Piero Arduini è stato eletto presidente di Unionmeccanica, la più importante associazione del sistema Confapi, battendo il milanese Marco Nardi.

camusso

10. MARZOTTO SI SCUSA CON LA PUGLIA...
Matteo Marzotto si scusa ufficialmente con la Regione Puglia e con l'agguerrita assessora alla Cultura Silvia Godelli per la gaffe del suo Enit, che un mese fa, nel primo giorno dell'Arabian Travel Market 2011 di Dubai, ha permesso alle hostess delle Dolomiti di impadronirsi dello stand di 50 metri quadri prenotato e pagato 27 mila euro dalla Puglia per promuovere la località dolomitica.

Adesso sono giunte le scuse ufficiali per l'accaduto. Manca però qualsiasi riferimento a un eventuale rimborso, almeno di una quota dell'affitto pagato dalla Puglia e goduto da Cortina d'Ampezzo e dalle altre località dolomitiche gratuitamente.

PAOLO ROMANI

11. LA SICILIA PAGA I CORSI DI LINGUE...
Ventitré milioni di euro per far imparare sei lingue straniere ai siciliani. E non solo ai giovani, ma a tutti i residenti nella regione, dai 18 ai 65 anni. Chiunque vorrà frequentare un corso riconosciuto si potrà iscrivere nel sito che sarà attivato dalla regione. Ottenuto l'ok, potrà frequentare il corso dove meglio ritiene e al prezzo che vuole. Se entro 18 mesi, poi, presenterà l'attestato otterrà dalla Regione un rimborso che va dai 1.800 ai 2.800 euro.

Marzotto Matteo

12. QUEL BACIO DA GIUDA PER IL GOVERNATORE FAZIO...
«Tonino, io guarda ti darei un bacio in questo momento, sulla fronte, ma non posso farlo...». Tutto contento per il via libera appena ricevuto per la sua opa sulla Banca antonveneta, Gianpiero Fiorani così si rivolgeva al governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, in teoria il suo capo supremo.

È questa fiducia malriposta in un banchiere troppo furbo e troppo spregiudicato l'unica colpa addebitabile a Fazio, con buona pace del tribunale di Milano, che ha voluto esemplarmente condannarlo a quattro anni di reclusione per «concorso morale in aggiotaggio»: la classica ipotesi di reato dettata da una visione pangiudiziaria dell'esistenza, in cui le toghe, dell'accusa e stavolta anche del giudizio, si arrogano compiti pedagogici.

ANTONIO FAZIO

Ben consapevoli che tra un anno tutto cadrà in prescrizione. Ma la frittata ormai è fatta, ed è incancellabile l'onta gettata per quei fatti di sei anni fa, da lui gestiti, peraltro, in nome di una difesa dell'italianità che oggi tutti prendono sul serio e a cui nessuno più irride. Anzi: di un neonazionalismo economico che sta tornando nello strumentario di tutti gli Stati.

 


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