Luigi Grassia per "La Stampa"
Terna e Assoelettrica vanno verso lo scontro in tribunale sugli accumulatori di energia. Assoelettrica federa le compagnie produttrici di elettricità, mentre Terna è la società che trasporta l'energia elettrica ad alta tensione, e deve farlo in modo imparziale, da ente «terzo».
TERNADa qualche settimana Assoelettrica accusa Terna di voler fare concorrenza alle compagnie elettriche che deve servire, mettendosi a sua volta a produrre energia; l'accusa era rivolta all'inizio soprattutto alla costruzione di parchi fotovoltaici sui terreni di proprietà di Terna (ma questa faccenda sembra superata, perché questi parchi non vengono gestiti da Terna ma ceduti ad altri): adesso Assoelettrica contesta a Terna di costruire impianti di pompaggio di energia e batterie, che Terna dice servano a una semplice e neutrale attività di accumulo, mentre Assoelettrica sostiene siano di fatto assimilabili a produzione di energia. Ognuna delle due parti ritiene di avere le norme dalla sua, si aspetta una parola chiarificatrice da un consiglio dei ministri che si riunisce domani.
Flavio CattaneoOggi della questione discuterà il consiglio di amministrazione di Terna, che valuterà le annunciate azioni legali. Il direttore Operation Italia, Gianni Armani, dice che «Terna può progettare e realizzare i servizi di rete come i pompaggi perché questo è previsto dalla legge e dal Parlamento italiano, oltre che dalla sua concessione. Non si possono cambiare le carte in tavola».
Armani spiega: «La tesi sostenuta in questi giorni da molti, che Terna non può produrre e vendere energia, è strumentale, perché non lo ha mai fatto, non lo fa e non intende farlo. Terna invece realizzerà queste infrastrutture di rete per migliorare la sicurezza del sistema, per ridurre i costi e per rendere possibile il pieno sviluppo delle fonti rinnovabili soprattutto al Sud».
GIANNI ARMANIContro Assoelettrica, gli esperti di diritto che fanno da consulenti a Terna ipotizzano reati che vanno dal dolo alla turbativa di mercato, fino alla turbativa di concorrenza. Il cda prenderà in esame la situazione, ma gli avvocati dovrebbero essere messi al lavoro solo dopo la decisione che verrà presa domani dal Consiglio dei ministri. Questo perché è con il governo che Terna ha stabilito la concessione, e quindi sarà il governo a decidere se nella normativa vigente rientra anche la possibilità per la società di costruire i siti di pompaggio, «che peraltro afferma Terna - sono previsti dal decreto legislativo del 28 marzo 2011».
2- TABARELLI, PRESIDENTE DI NOMISMA ENERGIA: ENEL HA RAGIONE: CATTANEO NON PUÒ PRODURRE ELETTRICITÀ"
A. Gr. per "la Repubblica"
La baruffa tra Enel e Terna sull´accumulazione e la modulazione elettrica affascina i tecnici per gli aspetti concettuali, ma è anche «uno dei più grandi problemi dell´energia dei prossimi anni».
Lo dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che interviene nella diatriba tra i privati di Enel-Assoelettrica che si avocano il diritto a produrre elettricità, e Terna, il monopolista che gestisce la rete di trasmissione. Sono in gioco potere e profitti tra grandi gruppi, «ma anche lo sviluppo futuro di un´industria strutturalmente, tecnologicamente, storicamente integrata».
DAVIDE TABARELLIHa ragione Enel o Terna?
«La questione è complessa. Enel ha ragione a dire che l´esercizio dei pompaggi per accumulare energia non lo può fare chi la trasmette, per motivi sia tecnologici che di normativa. Terna ha ragione a rivendicare la modulazione di frequenza e potenza, specie nella prospettiva di avere sempre più energie da fonti rinnovabili, per loro natura intermittenti e discontinue. Purtroppo i confini tra produzione, modulazione e accumulo di energia sono labilissimi».
Le rinnovabili sono una grande speranza, ma hanno ancora problemi di costi e di stoccaggio. Come superarli?
«La ripresa mondiale ha aumentato il fabbisogno, riportando in auge il ruolo delle rinnovabili e quello, correlato, di strumenti di pompaggio e accumulo. Un problema che sta studiando anche l´Ocse. Ma neppure la Germania, che produce rinnovabili per 40 Gw, cinque volte l´Italia, ha saputo fronteggiarlo con efficacia. In Italia, dove da un secolo il sistema regge su pochi grandi impianti che rendono continua la distribuzione, non manca la capacità di pompaggio. La nostra difficoltà è trasferire l´energia del vento e del sole, prodotta in buona parte al Sud, dove la domanda è maggiore».
Perché Terna ha già "promesso" agli investitori investimenti per un miliardo negli accumuli, se poi l´Autorità per l´energia non glieli lascia fare?
«In Italia da 25 anni si cerca di fare mercato dalla produzione alla vendita, anche per ridurre i prezzi. E le regole prevedono che il gestore della trasmissione non produca elettricità, ma garantisca la continuità dei flussi.Ma la funzione di un impianto di pompaggio o di una batteria, che accumulano energia di notte per restituirla al sistema di giorno, può essere intesa sia come modulazione sia come accumulo. In realtà, per me questa discussione rimanda a un altro problema».
CDA ENELQuale?
«L´inadeguatezza della rete elettrica italiana, e gli squilibri tra domanda e offerta. Prima di pensare ai pompaggi, Terna dovrebbe costruire più elettrodotti: sbloccare la dorsale adriatica, collegare meglio Sicilia e Calabria, infoltire la rete intorno a Roma e Napoli».
Perché non lo fa?
«Nessuno ama le reti elettriche, Terna si scontra con l´effetto Nimby e le opposizioni ambientali. Dovrebbe essere compito delle autorità aiutare di più Terna a superare questi ostacoli. E se Terna non riesce a investire nuovi capitali nella rete, è comprensibile che abbia la tentazione di aumentare la propria redditività con impianti di produzione. Tra l´altro, tra i suoi azionisti ansiosi di dividendi c´è in prima fila il Tesoro».